Credo di non essere mai stata tanto lontana dal blog, come in questo periodo, ma chi mi segue ormai da tanto tempo, sa che ogni tanto ho bisogno di staccare la spina per pensare anche ad altro, che non siano solo ricette. Da alcuni giorni, ho iniziato seriamente a pensare anche e a me stessa, il che vuol dire che ho iniziato la mia battaglia ai troppi kg che mi si sono appiccicati addosso da 5 anni a questa parte, ovvero da quando ho smesso di fumare e sono diventata pigra da far paura, ma questa volta voglio veramente farcela, anche perché i fatidici cinquanta sono ad un tiro di schioppo, e giocandomela in anticipo penso di poter arrivare alla fatidica data, abbastanza in forma. Ho 15 mesi a disposizione e tanta motivazione, per raggiungere il mio obiettivo, e non solo per un fatto puramente estetico, ma proprio pensando soprattutto alla mia salute, che ultimamente mi ha fatto dannare. Sto seguendo una dieta normoproteica, quindi mangio di tutto e non sento la fame, l'unica accortezza è il pesare gli alimenti e la rotazione degli ingredienti, il che vuol dire il mangiare carne due o tre volte a settimana, pesce tre volte, formaggi due volte, non disdegnando affettati e formaggi, e consumando cereali. Quindi se da qui in avanti, ogni tanto noterete delle ricette leggermente più leggere, saprete il perché ;) La ricetta di oggi è un semplice salame di tonno, che ho cucinato spesso durante questa estate, essendo un piatto rapido e molto saporito, con il vantaggio di poterlo cucinare in anticipo ed essere conservato in frigo, fino al suo utilizzo. Comodo anche per essere portato in ufficio per la pausa pranzo, infatti basta tagliarlo a fette ed accompagnarlo con una bella insalata fresca, per essere un pranzo completo, Se poi lo volete accompagnare con qualche cucchiaino di maionese, come ho fatto io, lo potete fare... 3 cucchiaini di maionese, una tantum ci si possono concedere anche a dieta. Per 4 persone 250 g di tonno sott'olio sgocciolato 250 g di patate 3 uova biologiche 40 g di pangrattato 40 g di parmigiano reggiano prezzemolo tritato q.b capperi (facoltativi) sale, pepe Iniziate con il lessare a vapore le patate, poi spellatele e schiacciatele con lo schiacciapatate, facendo ricadere la purea dentro ad una ciotola. Sgocciolate il tonno dall'olio, tritatelo bene aiutandovi con un tritatutto ( se usate i capperi è il momento di tritarli) e unitelo alle patate. Nella boule aggiungete le uova, il parmigiano, il prezzemolo tritato, il sale ed il pepe, mescolate bene il composto e versatelo su di un foglio di carta da forno. Inumiditevi le mani e formate un cilindro, poi racchiudetelo bene nella carta e legate le due estremità. Mettete il salame dentro ad una pentola e copritelo con acqua fredda, accendete il fuoco e dal momento del bollore, fate cuocere per 45 minuti circa. Spegnete e fate raffreddare prima di metterlo in frigo per qualche ora per farlo compattare. Una volta raffreddato tagliatelo a fette e servitelo con dell'insalata mista o delle verdure a piacere.
La cucina australiana nasce dall'unione delle tradizioni culinarie dei coloni, prevalentemente di origine inglese, riadattate per sfrut...
La cucina toscana e quella tradizionale, un pizzico di creatività, tante storie raccontate e ancora molte da raccontare.
Gli Spaghetti con le cozze alla tarantina sono un primo piatto davvero sfizioso e saporito, che verrà apprezzato da tutti i vostri amici amanti del pesce. Si tratta di una ricetta tipica della cucina mediterranea, piuttosto semplice e veloce da preparare. Gli Spaghetti con le cozze alla tarantina sono un’idea perfetta per una cena fresca e leggera da gustare in compagnia. Gli Spaghetti con le cozze alla tarantina sono un primo ottimo per chi ama il sapore del mare e la buona cucina. Se volete variare gli ingredienti degli Spaghetti con le cozze alla tarantina, potete sostituire la tipologia di pasta scegliendola tra le varietà tradizionali (pasta corta e lunga) e tra quelle della pasta integrale. Gli Spaghetti con le cozze alla tarantina sono una vera goduria per il palato, vostro e dei vostri invitati. Procuratevi ingredienti freschissimi e il successo degli Spaghetti con le cozze alla tarantina è garantito! Sono davvero gustosi: non vi resta che assaggiare!
La Basilicata è una regione che ha puntato molto sulla valorizzazione e promozione delle sue peculiarità enogastronomiche. La cucina trad...
Il 2015...Un anno, che come dice il mio oroscopo, sarà un anno che mi darà tante soddisfazioni! Che dire, ci credo, non ci credo, non lo so, ma sicuramente mi auguro che sia un anno migliore di quello che si è appena concluso e per esserlo non ci vuole davvero molto! Come facevo con i quaderni di scuola, quelli ancora intonsi, perfetti, con le pagine bianche ed immacolate, ecco così vedo il mio 2015 ed il mio blog, tutti e due da vivere, da scoprire, da mordere, assaporare, e mi auguro di essere pronta e vigile per accogliere tutte le occasioni che mi si presenteranno. Durante questi giorni di vacanza, dove il tempo è stato meno tiranno e la voglia di sperimentare nuove ricette si è fatta sentire abbastanza prepotente, ho provato la ricetta di questi biscotti croccanti, tratti dal libro di Luca Montersino, "Golosi di Salute", dove i protagonisti in ordine di apparizione, sono: la farina di grano Khorasan o chiamata anche con il suo nome commerciale di Kamut, le nocciole, le mandorle, alcuni pistacchi che giacevano in dispensa, i semi profumati di una bacca di vaniglia, e per ultima ma non meno importante, la nota speziata della cannella. Come tutti i biscotti o in generale la pasticceria secca, si prestano bene ad essere accompagnati da un buon vino dolce, basta pensare all'abbinamento dei Cantucci di Prato e Vin Santo che è divenuto un must, in fatto di abbinamenti. Questa volta, ho abbandonato il vino liquoroso di casa, e mi sono cimentata nell'assaggio di un Passito Gocce di Memoria, che mi è stato inviato dal Podere Casale , per poterlo provare ed apprezzare. In effetti, da quando ho aperto il blog, della quasi totale astemia che ero, non c'è più nessuna traccia. Spesso nei blogtour di noi food blogger, le aziende che producono vino, sono felici di ospitarci per farsi conoscere e per farci conoscere i loro prodotti, raccontandoci la passione e la cura che mettono, nella produzione del loro vino. Questo passito, di uva Malvasia bianca di Candia è uno dei vini di nicchia del Podere Casale, diciamo pure un vino liquoroso da meditazione, e viene ottenuto, dalle uve che sono state lasciate appassire nel vigneto fino a dicembre, e quindi da grappoli estremamente ricchi di sostanze zuccherine. Diciamo che l'abbinamento è stato un successo, visto che il sapore di frutta secca dei biscotti, la loro parte burrosa e zuccherina si è perfettamente legato al profumo ed al sapore dolce ed intenso della Malvasia. Un abbinamento che sicuramente proverò anche con altri biscotti, ma credo che anche con dei formaggi erborinati, possa avere il suo perché! E ora veniamo alla ricetta vera e propria di questi biscotti, che in rete si trovano anche sotto il nome di Fettine del Faraone. Ingredienti: 325 g di farina di farina Khorasan ( Kamut) 125 g di burro 225 g di zucchero di canna 85 g di nocciole 85 g di mandorle non pelate 85 g di pistacchi 80 g di uova 1 g di cannella in polvere 1/2 baccello di vaniglia Bourbon Preparazione Ho montato leggermente a crema il burro con lo zucchero dentrola ciotola della planetaria, poi ho aggiunto l'uovo ed ho amalgamato leggermente l'impasto, poi in successione ho inserito la farina, la frutta secca, la cannella ed i semi della vaniglia. L'impasto non deve essere lavorato troppo, il tempo di amalgamare leggermente gli ingredienti ed é pronto. Ho messo l'impasto dentro a 2 stampi da plum cake, ma potete usare anche uno stampo quadrato, a voi la scelta. Nel caso che usiate uno stampo quadrato, dopo il riposo in frigo, dovrete semplicemente dividere la mattonella in 3 e otterrete la forma dei vostri biscotti. Nel caso usiate lo stampo quadrato, appoggiatelo sopra una teglia coperta di carta forno, inserite l'impasto, schiacciate bene con la marisa, poi capovolgetelo e fate la stessa cosa dall'altro lato. Ho compattato bene il composto con il dorso del cucchiaio, ma potete usare anche una marisa, poi ho chiuso bene con della pellicola per alimenti e messo dentro l'abbattitore Fresco in modalità surgelazione rapida e li ho lasciati fino a che la mattonella non è diventata bella dura, (diciamo 30 minuti) ma se voi non lo avete a disposizione, mettete i vostri stampi direttamente nel congelatore, per circa 1 ora, oppure in frigo per tutta la notte. Una volta che il blocco di impasto è diventato bello compatto, l'ho tolto dall'abbattitore e l'ho tagliato a fette sottili. Ho messo le fette sopra ad una teglia, coperta da carta forno e li ho cotti nel forno caldo a 170° per circa 10 /12 minuti. Una volta pronti li ho sfornati e li ho fatti raffreddare sopra ad una gratella. L'impasto lo potete conservare tranquillamente nel congelatore, per avere sempre a disposizione la vostra scorta di biscotti. Una volta cotti si conservano perfettamente dentro a una scatola di latta.
La raccolta di tutte le ricette tipiche della Pasqua , dalla Colomba fino alla Pastiera Napoletana , per festeggiare secondo tradizione la ...
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Pesce: lessare e cuocere a vapore, vi parlerò invece della cottura a vapore e della bollitura del pesce; un trattamento delicato e una cottura controllata.
Scarto del latte, siero del latte, come utilizzarlo.
Trecce dolci con gocce di cioccolato! Perfette per un ottima colazione o per la merenda pomeridiano. Profumate al cioccolato e vaniglia
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La Giardiniera di Verdure è una delle ricette estive più diffuse al mondo. Facilissima da preparare, perfetta per la lunga conservazione ben si abbina a secondi piatti di carne o ad affettati durante un antipasto o aperitivo.
E' strana la vita di un post. Ce ne sono alcuni, che restano in stand by per mesi, aspettano silenziosi nell'archivio del blog, nell'attesa che arrivi il loro momento, e quel momento può durare qualche settimana, oppure anche un anno, se la stagione non è quella giusta. Poi ci sono i post, che devono essere scritti immediatamente, quelli che ti vengono richiesti a gran voce, perché chi ti segue ha visto la foto che hai postato questa mattina sui social, mentre stavi preparando la ricetta, oppure perché quella preparazione, merita davvero di essere subito condivisa. Premetto che ultimamente soffro di una struggente nostalgia, per un'isola, la Sardegna, che spesso, mi ha visto calpestare la sua terra, bagnarmi nel suo mare e respirare i suoi profumi, e se anche un semplice profumo di biscotto, me la fa sentire più vicina e mi fa riaffiorare bei ricordi ed emozioni, ecco che preparare questa ricetta, ne è valsa veramente la pena. Acquistavo i pistoccus, quando andavo in vacanza a Santa Maria Navarrese, in un piccolo forno di un paesino li vicino. Li inzuppavamo nel latte a colazione, e anche i miei bambini, li mangiavano con gusto. Poi il tempo è passato, e non ho avuto più occasione di assaggiarli, se non quelli acquistati al super, ma diciamolo, hanno tutto un altro sapore. Poi, a Dicembre, sono tornata in Sardegna, per un blog tour da favola, e li ho ritrovato quel sapore che mi mancava, e quello stesso sapore e quella stessa consistenza, sono arrivati a casa mia, in un pacco spedito dalla Sardegna, come presente super gradito, Quei biscotti, hanno ripetuto il tuffo nella tazza del latte, come uno strano dejavu, ma questa volta le mani che li accompagnavano, non erano più mani di bambini, ma di un giovane uomo e una giovane ragazza. E se quel pacchetto di savoiardi, è stato finito in pochissimi giorni, ecco che cerco la ricetta giusta, e alle otto di mattina, mi metto il grembiule e tiro fuori le uova dal frigo... Il resto lo sapete anche voi, abbiamo aspettato insieme che uscissero dal forno, e quando ho capito che era la ricetta perfetta, ho deciso di mettermi al tavolo e di scrivere questo post... 6 uova 100 g di zucchero semolato 100 g di farina scorza di limone biologico zucchero a velo per spolverare Scalda il forno a 170°. Separa i tuorli dagli albumi, e mettili ognuno in una ciotola diversa. Pesa lo zucchero e versane 50 g nei tuorli e i restanti 50 g negli albumi. Inizia a montare i rossi, finché la massa non sarà bella spumosa e soffice, quindi monta anche gli albumi fino a che non otterrai una bella meringa lucida e compatta. Unisci la massa dei rossi una cucchiaiata alla volta, alla meringa, e mescola delicatamente dal basso verso l'alto, senza smontare la massa, poi unisci la farina, spolverizzandola con un colino, sopra alle uova, sempre a piccole quantità, e sempre mescolando delicatamente. Unisci anche della scorza di limone grattugiata, incorpora il tutto e metti da parte. Rivesti delle teglie con carta forno, metti la massa montata dentro ad un sac à poche, e taglia la punta del sacchetto, se non hai un beccuccio tondo e liscio, da poter inserire.Diciamo che un taglio di un cm, va più che bene. Strizza il sacchetto e fai dei bastoncini lunghi, una decina di cm, spolverizzali di zucchero a velo e zucchero semolato, aspetta una decina di minuti e poi cospargili nuovamente di zucchero. Inforna le teglie,( te ne verranno all'incirca 3) e fai cuocere i savoiardi, per circa 20 minuti. Sfornali e lasciali raffreddare completamente, prima di provare a toglierli.
Questo post dovrebbe essere intitolato così: " Tonno del Chianti, ovvero l'ingegno del contadino toscano!" Come tutti sappiamo, la Toscana è bagnata da due mari, il Tirreno, e il famosissimo mare del Chianti ... Fermi tutti, ho sentito levarsi un noooooo ... No? Dite che mi sto sbagliando? Nel Chianti non c'è il mare? E allora, se non c'è il mare, come fanno ad esserci i tonni!! Se fate i bravi, vi svelo l'arcano ;) E' una ricetta riscoperta da Dario Cecchini, il famoso macellaio di Panzano, dopo che un signore, tanti anni fa, gli raccontò che suo padre, che era un norcino, disossava e lessava le cosce del maiale, nel vino bianco, e un miscuglio di erbe e spezie. Dario incuriosito, provò ad interpretare la ricetta, e dal suo esperimento, nacque il Tonno del Chianti, che in tutto e per tutto, sia per delicatezza della carne, che come sapore, somiglia tantissimo, al costoso e pregiato pesce! La preparazione potrebbe sembrarvi lunga, ma si tratta solo di lasciare sotto sale la carne, per 3 giorni nel fresco del frigorifero, e poi una cottura nel vino bianco di circa 5 ore, tutto qua. Per un risultato come questo, credo decisamente, che si possa fare ... Il tonno, una volta preparato, si conserva in frigo, per circa un mese, e si può servire, o accompagnato ad una insalata di fagioli cannellini e cipolla di Certaldo ( o di Tropea), oppure un'insalatina di rucola, o songino, o quello che la vostra fantasia, vi può suggerire ... Se vi consiglio di provare la ricetta? Io fossi in voi, correrei a comprare la "ciccia"!!! :) ( nota dell'Editore ...sono rimasta folgorata da questa ricetta, dopo averla assaggiata a Firenze, in compagnia di tante amiche blogger, e da Teresa, ho trovato la fonte di ispirazione, per riproporla a casa ...) 1,5 kg di spalla o coscia di maiale bacche di ginepro grani di pepe nero 2 litri di vino bianco foglie di alloro rosmarino olio extra vergine di oliva sale grosso Iniziate pulendo il vostro pezzo di carne, togliendo il grasso che potrebbe esserci, poi mettetela in un contenitore di vetro, copritela con 2 o 3 pugni di sale grosso, coprite e mettete in frigo per 3 giorni. Riprendete la carne, sciacquatela sotto l'acqua corrente, per eliminare il sale, e mettetela in una pentola. Versate i due litri di vino bianco, unite 3 foglie di alloro, qualche bacca di ginepro, e i grani di pepe nero, e lasciate cuocere a fuoco bassissimo, per 5 ore, con il coperchio. Trascorse le 5 ore, spegnete il fuoco, e lasciate raffreddare la carne, nel suo brodo ( che ha un profumo straordinario...) poi scolatela, e con le dita, sfilettatela, ma non a pezzi troppo piccoli, mi raccomando. Mettetela dentro a dei vasi di vetro, aggiungete grani di pepe, foglie di alloro, e un ciuffetto di rosmarino. Coprite con dell'ottimo olio extra vergine d'oliva ( non troppo forte di sapore, per non coprire la delicatezza della carne), chiudete il barattolo, e conservatelo in frigo, per circa un mese. Controllate sempre che il livello dell'olio, copra il vostro "Tonno", nel caso si abbassasse, aggiungetene un po'!
Dalle radici contadine e pastorali della propria tradizione, la cucina abruzzese arriva a Roma in una festa alla scoperta dei sapori e dei profumi della regione divenuta regina degli arrosticini in tutta Italia!
Pita Gyros ricetta greca originale
La cucina è sapori, ovvio. Ma molto anche profumi. E deve saperlo bene una famosa casa americana, la Hershey's tanto per non fare nomi, che mi ha fatto sobbalzare e non per l'ennesimo dolciume insano, malsano e quindi buonissimo sugli scaffali dei meravigliosi supermercati a cui ho accesso ora, nella mia nuova vita nella civiltà. Candele, signori. Aromatizzate, ovvio. Ma con gli aromi dei dolci che produce! Ci ho perso mezz'ora di sicuro, in quell'angolo: dal loro famoso sciroppo al cioccolato, gli S'mores, il burro di arachidi e cioccolato che se non avessi saputo fosse cera avrei addentato. La solita candela alla vaniglia è stata superata, ed alla grande. Incantati e quasi drogati dall'aroma è ciò che succede anche in questa ricetta: il burro sfogliato, la farina, il tutto che si mescola e santo cielo, se ne gode a pieni polmoni o almeno lo si fa a casa mia! Aberdeen, per chi non lo sapesse, è una città della Scozia. E scozzese è una mia carissima amica. L'amica che mi ha iniziato all'haggis, al black e al white pudding. A certe piccole tablets di caramello che non ho mai osato rifare visto l'effetto devastante sul mio autocontrollo. Ed a questi rolls, panini, perchè alla fine questo sono. Anche se i suoi erano surgelati. Dei panini incrociati con del burro a creare un cugino del croissant, ma più facile nella realizzazione. Le pieghe ci sono ma più semplici. La formatura meno regolare. Un croissant indulgente, o un panino vestito a festa. Scegliete voi. So solo che sono pericolosissimi. A partire dal momento in cui vi entrano nei polmoni. Chiediamo alla Hershey's di farci la candela al burro? :D INGREDIENTI da Baking School: The Bread Ahead Cookbook di J.Gellatly per 8 pezzi 10 g di lievito di birra fresco o 5 g di quello disidratato 170 g di acqua tiepida 10 g di brown sugar 250 g di farina forte per pane ( ed un poco extra per spolverizzare) 5 g di sale 125 g di burro non salato 70 g di strutto fiocchi di sale Preparare la biga: mescolare il lievito e 25 g di acqua (presi dal totale per la ricetta), mescolare per farlo sciogliere ed unire lo zucchero. Coprire e far riposare circa un'ora. Per un aroma più intenso e complesso, prepararlo il giorno prima e dopo un'ora metterlo in frigo per tutta la notte. Il giorno dopo mescolare farina e sale. Creare un cratere al centro ed unire la biga ed il resto dell'acqua (145 g). Usando la mano con le dita aperte mescolare giusto finchè il tutto è amalgamato. Pulire le dita dall'impasto quindi versarlo tutto sul piano di lavoro infarinato. Ora usando il palmo della mano impastare tirando l'impasto e poi riportandolo verso di sè per circa 8 minuti. Ho usato l'impastatrice in questa fase. Infarinare una ciotola (va benissimo quella in cui si è preparata la biga) e metterci l'impasto dopo aver formato una palla. Coprire con uno strofinaccio o della pellicola per alimenti e lasciar riposare per 20 minuti. In un'altra ciotola mescolare burro e strutto finchè ben amalgamati. Stendere quindi l'impasto usando un mattarello in un rettangolo 20cm x 40cm. Mettere quindi metà del composto di burro su metà del rettangolo, quindi piegarci sopra la parte non imburrata. Stendere di nuovo il tutto con il mattarello in un rettangolo con le misure precendenti e ripetere l'operazione con il burro rimanente. Ripiegare la metà libera e mettere a riposare in frigo, coperto, per 20 minuti circa. Questa operazione di piegatura e nuova stesura fa fatta altre due volte, sempre facendo riposare l'impasto per 20 minuti tra una piega e l'altra. Una volta finito avvolgere in pellicola e far riposare in frigo per 30 ulteriori minuti. Prendere l'impasto dal frigo e dividerlo in otto pezzi uguali. Usando le dita arrotolare ogni pezzo in forme più o meno tondeggianti e lasciar lievitare a temperatura ambiente, coperti con pellicola, per circa un'ora. Spolverizzarli con i fiocchi di sale. Preriscaldare il forno a 220 gradi e cuocere i panini per circa 25 minuti, finchè croccanti e dorati. Sfornare (attenzione, potrà esserci del burro fuso nella teglia) e far intiepidire prima di servire. NOTE - la ricetta sembra lunga, in effetti ha diversi passaggi ma organizzandosi con la biga il giorno precedente quello successivo non saranno più di tre ore totali a passare prima di averli belli e pronti. - la formatura: gli Aberdeen Butteries li conosco quindi non mi è stato difficile capire come si dovessero arrotolare, ovvero in modo abbastanza grossolano. L'autore ne presuppone evidentemente la conoscenza, d'altronde si rivolge ad un pubblico in UK. Se non fosse così, cercarli su Google ;) - dosi, proporzioni, tempi di riposo e cottura: tutto seguito alla lettera, e nessuna sorpresa. Veniva indicata la possibilità che i rolls perdessero burro in cottura ma a me non è successo se non in maniera infinitesimale. - non è una ricetta difficile ma bisogna avere un po' di confidenza con il lavoro di pieghe che comporta. Non sono le pieghe matematiche e precise di un croissant, è vero, e può essere quindi una buona base di partenza per allenarsi prima di preparazioni più complesse. - gli otto panini indicati vengono abbastanza grandi. Ciò non ha evitato che finissero, tutti, ben prima di cena. La prossima volta, perchè eccome se ci sarà, li farò più piccoli. - il sapore è una roba divina: un panino che sa di croissant, o un croissant che sa di panino. La consistenza, poi...non spugnosa ma friabile. Un sogno.
Quante discussioni facevamo io e mamma, quando parlavamo della sua data di nascita. Mi raccontava di aver sempre saputo di essere nata il 17 Gennaio, ed invece al momento di richiedere i documenti per sposare mio padre aveva scoperto che la sua data di nascita era stata registrata il 18 Gennaio. Lei continuava a sostenere che probabilmente la "levatrice" del paese avesse preferito spostare la data al giorno dopo perché in quel giorno veniva festeggiato Sant'Antonio Abate il Santo protettore degli animali, mentre io continuavo a ripeterle che visto che era nata a mezzanotte in punto, era logico che la sua data di nascita fosse proprio il 18 Gennaio. Anche con il nome non era stata fortunata: i suoi genitori la volevano chiamare Rita, ma al momento di battezzarla il prete disse che non esisteva nessuna Santa con quel nome, come se Santa Rita da Cascia non fosse mai vissuta (il parroco ce l'aveva a morte con mio nonno per non so quale ragione) ed insistette perché i i miei nonni optassero per un altro nome. Detto fatto! Nonno Aurelio che non era scemo, chiese che fosse battezzata con il nome di Margherita, Il parroco non fece obiezioni e da quel giorno mamma per tutti si chiamò Rita e solo nei documenti ufficiali compariva il suo vero nome. "Eh Aurelia, non ho mai avuto fortuna! Nemmeno appena nata..."amava ripetere. Il 17 Gennaio come ho scritto prima, si festeggia Sant'Antonio Abate e proprio qua a Prato c'è un'antica tradizione collegata al Santo. In questo giorno vengono benedetti gli animali e nei forni della città vengono preparati questi panini semi dolci, che vengono benedetti dai parroci e venduti a picce di 6 o di 12, come tradizione vuole. Questo post l'ho scritto esattamente un anno fa dopo aver sfornato i miei primi panini di Sant'Antonio ed aver costatato che la ricetta era perfetta, identica ai panini che si trovano in vendita nelle panetterie! Mi ero messa alla ricerca della ricetta scartando quelle che esordivano con il fatto che erano i panini del famoso Danubio o quelle che esultavano dicendo che quei panini si avvicinavano molto agli originali. No, conoscendomi non mi accontento. Se sperimento una ricetta devo essere sicura che il risultato sarà identico a quello originale e proprio per questo mi sono innamorata di una ricetta di famiglia, che ho trovato in questo blog, Il Boccone del Prete di Alessandra Nocentini, una ricetta che viene proprio dal forno alimentari della sua famiglia, la ricetta perfetta per dei perfetti panini di Sant'Antonio Panini di Sant'Antonio ingredienti per 30 panini. 600 g di farina 0 GranPrato 80 g di zucchero semolato 1 pizzico di sale 1 uovo 50 g d'olio di semi di mais 250 ml. di latte 20 g di lievito di birra ( oppure 3-4 g di lievito di birra disidratato) 1 tuorlo e 3 cucchiai di latte per spennellare zucchero semolato per spolverizzare Nella ciotola dell'impastatrice mettete 550 g di farina, lo zucchero, il lievito di birra disidratato ( se utilizzate il classico cubetto, fatelo sciogliere nel latte tiepido che utilizzerete per l'impasto) il latte intiepidito e un pizzico di sale. Iniziate ad impastare a bassa velocità, poi aumentate leggermente ed aggiungete l'uovo, fatelo inglobare bene nell'impasto e poi unite l'olio di semi a filo. Impastate bene, poi prendete l'impasto e mettetelo sulla spianatoia e aggiungete man mano la farina che avevate tenuto da parte, impastate fino ad ottenere una palla liscia e soda. Mettete l'impasto dentro ad una ciotola unta d'olio, coprite con della pellicola sigillando bene e fate lievitare fino al raddoppio dell'impasto. Ci vorranno dall'ora alle due ore, a seconda della quantità di lievito che avrete usato. Prendete l'impasto e dividetelo in 30 piccole porzioni, dello stesso peso formate delle palline, pirlatele bene e mettetele in fila per 6 su di una teglia da forno. Otterrete 5 file con 6 palline. Ora ricoprite di nuovo il tutto e lasciate lievitare per 45 minuti circa. Accendete il forno a 170°, spennellate le palline con l'uovo sbattuto insieme al latte e spolverizzatele di zucchero. Infornate e lasciate cuocere per 25 minuti. Sfornate e fate raffreddare su una gratella. Si conservano per qualche giorno, chiusi dentro a dei sacchetti per alimenti.
CON VIDEO RICETTA SU YOUTUBE! Il Panettone gastronomico senza glutine ... che strano nome! Ammetto che la prima volta che ho sentito questo termine mi sono messa a ridere... Cosa sarà mai? Perchè il Panettone normale non è gastronomico? Perchè chiamarlo Panettone gastronomico senza glutine (peraltro) quando altro non è che un Pane per tramezzini in forma di panettone? Per non fare come sempre la polemica infine mi sono arresa, anche perchè l'idea mi è piaciuta subito e l'ho realizzato più volte. Ho pubblicato un anno fa di questi tempi la mia prima versione di Panettone gastronomico senza glutine ma con miscele varie (lo trovate QUA). Quest'anno lo prepariamo solo con la Revolution, con la ricetta del mio Pancarrè, che adoro perchè ha una mollica micro alveolata, perfetta per i tramezzini, e soffice ma per nulla lucida o gommosa. INGREDIENTI per uno stampo da 750-800 g (misure: cm 16 diametro X cm 10,6 altezza) resterà un po' più basso dello stampo ma non importa anzi, è fatto apposta, perchè se troppo alto poi con le farciture diventa ingestibile. Io la carta in eccesso, per estetica, l'ho ritagliata dopo la cottura ma solo perchè volevo fotografarlo, non è necessario, lasciateci la carta sino al momento della farcitura, lo mantiene più umido. 330 g Miscela per pane Revolution* 33 g farina di quinoa o teff o sorgo riso finissimo (anche integrale) 17 g fiocchi di patate per purè (senza glutine) 280 g acqua 40 g latte intero (gli intolleranti al lattosio, usino il delattosato) 12 g panna per cucina (anche senza lattosio se preferite) 22 g olio di semi di girasole 1 + 1/2 cucchiaino di miele 6 g sale 2,5 g lievito di birra fresco *se cambiate miscela (cosa che non è mai consigliabile, ma che voi spesso fate!) poiché cambierà di sicuro l'assorbimento di acqua ma anche e soprattutto la reazione degli addensanti, non fate più riferimento come lievitazione ai due centimetri che leggerete di seguito, non sarebbero più attendibili. Piuttosto, è sempre meglio infornare poco dopo il raddoppio del volume (due volte e mezzo quello iniziale, metteteci delle tacche), per restare più sicuri. guardatemi su Youtube!! PROCEDIMENTO STEP 1 Lievitino Sciogliere il lievito in 100 g di acqua e amalgamare con 50 g di Revolution (tutti ingredienti da prelevare da quelli indicati sopra), coprire con pellicola e panni e lasciare maturare, per 4 ore e mezzo, a 20°C. STEP 2 Impasto Sciogliere il lievitino con l'acqua avanzata e col miele, aggiungere il latte e la panna e miscelare bene il tutto; quindi versare tutte assieme le farine avanzate (pre miscelate con i fiocchi di patate) e impastare quanto basta per amalgamare il tutto, a velocità minima, quindi spegnere, coprire e far riposare 10 minuti. Poi riprendere ad impastare, sempre a velocità minima, aggiungendo il sale e infine l’olio, ribaltando dal fondo di tanto in tanto l’impasto per farlo raffreddare. Lavorare bene e a lungo, aumentando di poco la velocità, deve diventare liscio e setoso. Versare tutto l'impasto dentro una ciotola unta con olio di semi, abbondante, pirlarlo con una spatola unta nell'olio, rollandolo successivamente dentro la ciotola, per ottenere una palla ben liscia. Versarla dentro il pirottino per panettone. Sbatterlo sul piano da lavoro, per farlo assestare e compattare, quindi coprire con pellicola o inserire dentro un portatorte, poi riporre in forno spento con le luci accese. STEP 3 Lievitazione circa 3 ore Far lievitare in forno spento con luci accese sino a che la cupola raggiunga 2 cm dal bordo stampo (come in foto. Non fate andare oltre, semmai infornate poco prima). STEP 4 Cottura Accendete il forno circa 20 minuti prima del termine della lievitazione in modalità statica a 160°C, con la griglia posta nel secondo ripiano dal basso (comunque lo stampo deve stare in posizione centrale del forno così da avere la stessa distanza sia sopra che sotto). Spennellare con uovo sbattuto e cuocere per circa 1 ora. Far raffreddare su gratella, poi una volta ben freddo imbustare e sigillare bene, quindi conservare per 24 ore (anche 48) in luogo asciutto e buio. per la farcitura? ecco nel Video che segue qualche idea semplice: Tagliare a fettine di 1 cm, farcire a piacere (nella Video ricetta vi farò vedere come ho fatto io, con quello che avevo in casa! Ci sono voluti 20 minuti! Facilissimo). Una volta farcito e ricomposto, coprire con la busta alimentare o con pellicola, e conservare per qualche ora a temperatura ambiente o in frigorifero (in base alle farciture), anche sino a 24 ore resta perfetto, anzi si insaporisce meglio. Tirarlo fuori dal frigo qualche ora prima di servire. Se vi è piaciuta questa ricetta seguitemi sulla mia pagina Facebook, mettendo il Mi piace o iscrivendovi riceverete le mie nuove creazioni! Iscrivetevi anche al mio gruppo, Pizza, Pane & C. ricette senza glutine, dove potremmo scambiarci ricette e suggerimenti, ogni giorno assieme a voi! Baci, Bimba Pimba
Oggi vi propongo un altro piatto tradizionale della cucina valtellinese, le manfrigole. E' un primo piatto meno noto dei classici pizzoccheri, ma
Ci sono piatti che identificano la Nazione da cui provengono, poi ci sono i piatti che ne identificano la regione, ed infine ci sono i piatti che appartengono ad una determinata città o paese e che spesso vengono affiancati al nome stesso. Facendo una ricerca per preparare questo post, ho scoperto tantissimi piatti che sono legati a Prato e alla sua Provincia e devo dire che ne sono rimasta piacevolmente sorpresa, tanto da aver adocchiato alcune ricette da provare, di cui ignoravo l'esistenza, Quelli che vengono in mente per primi,sono i famosi biscotti di Prato,seguiti a ruota dai sedani ripieni alla pratese, la mantovana di Prato, le pesche di Prato, gli amaretti di Carmignano, la bozza di Prato, le polpette di Carnevale, i Sassi della Calvana, i tortelli di patate di Vernio e per finire in dolcezza gli zuccherini sempre di Vernio. Visto che oggi, per il Calendario del Cibo Italiano, prende il via la Settimana della Cucina del Campanile la cui ambasciatrice è Stefania Mulè autrice del blog BigShade , e dopo aver effettuato la ricerca di cui vi parlavo sopra per trovare un piatto a cui sono veramente legata, la scelta è caduta ovvero ricaduta sui zuccherini di Vernio, dei biscotti famosi soprattutto per il loro aspetto bitorzoluto e per il loro profumo delicato di anice. Ne avevo già parlato qua, ma visto che sono sempre alla ricerca della ricetta perfetta ho pensato di provare questa versione, della chef Lucia Antonelli del ristorante Taverna del Cacciatore di Castiglione dei Pepoli. Leggendo Castiglione dei Pepoli, potreste dirmi che allora non sono di Vernio, come si vuol far credere ( la distanza che li separa, sono 18 km...così per dire) e qui sta il bello... gli zuccherini si trovano in tutta la fascia dell'Appennino Tosco-Romagnolo, partendo da Vernio, passando da Castiglione dei Pepoli, per arrivare a Porretta Terme, luogo dove in estate faccio incetta di zuccherini montanari in una famosa pasticceria del Corso Roma, la pasticceria Bruschi, ogni volta che "scendo in città", per fare la spesa. Ma vediamo di raccontare qualcosa di più di questi dolci. Gli zuccherini di Vernio, sono delle piccole ciambelle in cui spicca il profumo di anice e una volta preparati e cotti in forno, vengono glassati con uno sciroppo di zucchero, acqua e liquore all'anice, che consolidandosi si aggrappa al biscotto, creando un guscio goloso. Venivano preparati nei paesini di montagna, soprattutto per i matrimoni, ma anche per le Cresime e le Comunioni e la loro forma ricorda la fede nuziale e per formare lo sciroppo, venivano usati i paioli di rame, dove venivano tuffati i biscotti, per essere glassati. E ora passiamo alla ricetta vera e propria. Per 1,2 kg di biscotti: 600 g di farina 00 150 g di zucchero 5 uova medie ( 4 se sono grandi) la scorza grattugiata di un limone biologico 12 g di semi di anice mezzo bicchierino di liquore all'anice mezza bacca di vaniglia 150 g di burro un pizzico di sale una bustina di lievito per dolci Per la glassa: 500 g di zucchero mezzo bicchierino di liquore all'anice 200 ml d'acqua Mettete i semi d'anice dentro ad una piccola ciotola, bagnateli con un goccio d'acqua e lasciateli riposare per 20 minuti circa, poi scolateli e teneteli da parte. Sulla spianatoia o nella planetaria, a vostra scelta, mettete prima tutte le polveri e poi aggiungete le uova, il burro fuso e pian piano tutti gli altri ingredienti, impastate velocemente finché non avrete ottenuto un impasto sodo ed elastico. Dividete la pasta in porzioni di circa 30 g se volete degli zuccherini belli corposi, oppure fate delle pezzature di circa 10 g per avere dei piccoli anelli, formate dei filoncini e chiudeteli ad anello, poi sistematele sopra ad una teglia antiaderente e cuoceteli nel forno caldo a 200°per circa 10-15 minuti. Estraeteli dal forno e fateli raffreddare. Preparate la glassa mettendo in un tegame lo zucchero e l'acqua e portateli ad una temperatura di circa 108°- 110° ( se non avete il termometro digitale vedrete che lo sciroppo inizierà a fare delle bolle bianche, provate ad immergere una forchetta e poi sollevatela. Se si formerà un filo allora lo sciroppo è pronto) poi togliete la pentola dal fuoco ed aggiungete il mezzo bicchierino di liquore all'anice. Versate la glassa sui biscotti che avrete lasciato nella teglia antiaderente ricoperta da carta da forno e aiutandovi con due spatole mescolate la glassa ed i biscotti finché non diverranno bianchi candidi e si glasseranno. Ci vorranno circa 10 -15 minuti, quindi armatevi di santa pazienza. Gli zuccherini si conservano in scatole di latta per svariati giorni.
Itinerari sul gusto: suoni, colori, profumi, sapori...
Due settimane fa, mi sono fatta un "regalo"... Un corso di pasticceria senese! Contro tutte le avversità del fato,sono partita da casa alle 6.30, e mi sono diretta alla stazione centrale, e qua è stato annunciato il ritardo di 20 minuti, del mio treno diretto a Rifredi, leggasi aver perso la coincidenza che da Rifredi, mi avrebbe portata ad Empoli, e da qua a quella per Siena ... causa passaggio a livello divelto da un'auto... Ho dato "buca" alla mia amica Patty alias Andante con gusto, che mi aspettava alla stazione di Castellina per accompagnarmi in auto dal mio "regalo"... il treno che sono riuscita a prendere, fermava a Siena Centrale,e non a Monteriggioni/ Castellina!! Sono scesa dal treno e ho trovato all'uscita della stazione di Siena, l'unico tassista "rinco" che dopo avermi rassicurata dicendomi che era "nato" nella zona dove mi avrebbe dovuta accompagnare, e che quindi la conosceva come le sue tasche, mi sono accorta, dopo circa 20 minuti che viaggiavamo, che eravamo decisamente troppo in in "alto" , per essere vicini alla mia meta!! Dopo essere stata ulteriormente rassicurata dal rinco, che eravamo sulla strada giusta, dopo 45 minuti in giro per il magnifico paesaggio senese, dopo che il rinco, si è degnato di chiedere informazoni, ad un passante ...e sentirsi rispondere che aveva scazzato, ed eravamo "fuori" di almeno 10 km ... Dopo aver preso in mano il cellulare, ed aver chiamato mio marito a casa, per sentire una "voce amica", visto che il rinco, aveva iniziato a parlare tra se e se, farfugliando sottovoce e chiedendomi scusa in maniera alquanto sospetta, causandomi quelli che qua in toscana si chiamano "bordoni". o pelle d'oca dalla fifa ... Dopo aver visto il "rinco" prendere a sua volta il cellulare, e telefonare alla compagna( o forse voleva anche lui, sentirsi rassicurato, visto che ero, veramente sull'incazzato? ...) , chiedendo dove si trovasse la tenuta di "ROCCA DELLE MACIE" , e sentir uscire dalla mia bocca, un urlo di rabbia, che gli comunicava, che doveva portarmi davanti alla tenuta del "CECCHI", brutto imbecille!! Ecco che ,tra un'imprecazione e l'altra, un moccolo toscano e uno trentino, i miei occhi hanno visto finalmente la luce, un cancello amico,che indicava l'entrata del luogo, dove dovevo arrivare! Dopo 45 minuti da Siena a Castellina Scalo,( credo che ci vogliano 10/15 min con un tassista serio...) ero finalmente arrivata da Lui, e dal mio agognato regalo! Un corso sulla pasticceria senese, dal mio amico Filippo Saporito, chef de La Leggenda dei Frati, a Castellina Scalo! Giuro, che avrei baciato la terra, appena scesa dal taxi, se non fossi stata in ritardo, di almeno un'ora!! La rabbia, si è immediatamente volatilizzata, appena li ho visti ... Filippo, sua moglie Ombretta, e la mia Andante preferita :) Conosco Filippo e la sua fantastica cucina, da quasi un anno ... ho avuto l'onore di fargli un paio di interviste, ed ogni volta che sono con lui, le parole buonumore e risate, fanno da padrone.Ottimo chef, uomo solare, portatore sano di buon umore, con sua moglie Ombretta, compongono la coppia perfetta, una magnifica complicità, che si può intuire, è sia tra i fornelli, che nella vita fuori da quelle mura. Quando Patty, mi ha detto che Filippo e sua moglie Ombretta, tenevano corsi di cucina, nel loro meraviglioso ristorante, non ho saputo resistere, ed ho organizzato, il viaggio! ( Odissea ...) Se non fosse per la distanza, andrei ad ogni corso che organizzano, ma per chi sta in zona, vi consiglio di tenere d'occhio il blog, perché vi aggiornerò con le date e le tipologie dei corsi, che Filippo ed Ombretta, terranno a partire dal nuovo anno... corso di cucina indiana corso di pasticceria secca corso di cucina giapponese corso di cioccolateria Ho imparato anche a preparare dei morbidissimi Ricciarelli, dolci tipici di Siena, e legati in maniera indissolubile alla tradizione natalizia. Mi ricordo le ceste che babbo portava a casa, qualche giorno prima di Natale,come regalo da parte della ditta dove lavorava, oltre alla bottiglia di spumante, non mancava mai, la scatola bianca, con dentro i famosi Ricciarelli, e io riuscivo sempre a cospargere di zucchero a velo, tutti gli abiti che indossavo... 500 g di zucchero semolato 500 g di farina di mandorle 100 g d'albume buccia di limone e d'arancia grattugiate 1 bacca di vaniglia Sbattete con una forchetta gli albumi, in modo da slegarli leggermente, e in una ciotola abbastanza capiente, mescolate tutti gli ingredienti, fino a formare una massa compatta. Mettete a riposare il tutto per alcune ore, coprendo la ciotola con della pellicola. Spolverizzate la spianatoia con dello zucchero a velo, fate dei cilindri, appiattiteli leggermente sulla superficie, e tagliateli a rombi, aggiustate la forma con le mani, e passateli in abbondante zucchero a velo, e successivamente appoggiateli sulla placca del forno, coperta di cartaforno. Cuocete a 200° per 6 minuti circa, una volta raffreddati, conservateli (se ci riuscite) in scatole di latta chiuse ermeticamente.
Ecco l'ultima ricetta, per il contest A Tavola Con Il Nobile. Mi era rimasta da stappare l'ultima bottiglia, un vin santo elegante e dal profumo di uva passa e frutta candita, il vin santo di Poggio alla Sala. Il primo abbinamento che viene in mente, ad un toscano, sicuramente è quello con i cantucci, ma mi sono detta che era troppo banale, ed allora leggendo le caratteristiche di questo vino dolce e profumato, mi sono saltati agli occhi, le parole, formaggi stagionati ed erborinati, e da li, il gioco si è fatto abbastanza semplice. Niente dolce, andiamo di aperitivo ... Una sablé salata al parmigiano, e una mousse di gorgonzola e mascarpone, e per dare croccantezza e dolcezza, una granella di nocciole tostate ... se mi è piaciuta? Tantissimo ...e ve lo dice una, che in teoria, odia il gorgonzola, anzi lo odiava!! Per la sablè salata Farina 230 g 00 burro 130 g morbido parmigiano 65 g 35 g di tuorlo ( circa 2 ) amido di mais 25 g sale 10 g o anche meno, se il formaggio è molto stagionato e saporito Per la mousse Stesso peso tra gorgonzola dolce e mascarpone, mescolateli bene, con l'aiuto di una frusta. Nocciole tostate, ridotte in granella. Impastate la farina con il burro, poi aggiungete i tuorli, mescolate, ed infine il resto degli ingredienti. Stendete l'impasto,mettendo l'impasto tra due fogli di carta da forno, fatene uno spessore di circa 5 mm, e mette l'impasto in frigo a compattarsi. ( io per far stare insieme l'impasto, ho dovuto aggiungere anche un goccio d'acqua fredda) Togliete dal frigo la sablè, tagliate con un tagliabiscotti, nelle forme che preferite, mettete i biscotti su una teglia antiaderente, e cuocete in forno caldo, a 160°, per circa 20 minuti. Toglieteli dal forno, e fateli raffreddare. Aiutandovi con il sach a poche e una punta a stella, decorate e i biscotti, e ricopriteli, con la granella di nocciole. Buon aperitivo
Ultimamente mi ritrovo sempre più spesso a pensare che la vita è troppo breve per non godere delle piccole gioie quotidiane. E quale gioia più grande c’è del buon cibo e, in particolar modo, del caro,
La cucina cipriota è l'espressione dell'arte culinaria sviluppata a Cipro. Rientra tra le cucine mediterranee, con contaminazioni pr...
Da nord a sud l'antipasto italiano si diversifica per stagionalità e combinazioni di profumi e aromi.
Questa è una treccia che da sempre moltissima soddisfazione, assomiglia se volete un po' alla torta angelica, anche se si differenzia pe...
Cucina europea, o anche cucina occidentale è un termine che si riferisce alle cucine dei paesi europei e a quella di altri paesi del mondo ...
La Panna cotta con salsa mou è un delizioso dolce al cucchiaio , facile da preparare e perfetto per ogni occasione! Ottima per chi ama la salsa mou ♥
Il Timballo di anelletti alla norma e' un piatti tipicamente siciliano. la primavera in Sicilia e' un'esplosione di colori e profumi. Pomodoro, basilico ...
Spesso, mi arrivano comunicati stampa, con la richiesta di girarli e farli conoscere sul mio blog, ma non lo faccio mai! Oggi però, è per una causa speciale, una causa che credo stia a cuore ad ogni italiano, che ha visto la terra dell'Emilia tremare per le scosse del terremoto, e gli enormi magazzini di Parmigiano Reggiano, crollati come enormi domino, ma soprattutto, ha letto la disperazione negli occhi degli Emiliani, che in un attimo, si sono trovati nella crisi più profonda. Ecco perchè, mi piace raccontarvi della Prima Cena WEB 2.0, una cena che sicuramente unirà l'Italia da nord a sud, una cena, che vede come ingrediente principale, il Parmigiano Reggiano... Sotto ci sono tutte le info e le specifiche che potrete leggere, per poter partecipare anche voi, al Parmigiano Reggiano-Night. Basta una ricetta,scelta tra quelle pubblicate nel sito del Parmigiano Reggiano , oppure se volete dare il "Massimo" ... potete anche riproporre la ricetta, che Massimo Bottura, ha ideato per questa serata Qua il video ... per seguire tutti i passaggi. E se passerete dal Salone del Gusto, potrete vivere Live, tutto l'evento presso lo Stand del Parmigiano Reggiano, qua tutti gli appuntamenti, che gli amici del Parmigiano Reggiano, hanno pensato per noi. PARMIGIANO-REGGIANO NIGHT: L’ITALIA UNITA NELLA PRIMA CENA WEB 2.0 Si terrà il prossimo 27 ottobre la Parmigiano Reggiano Night, una serata completamente dedicata a una delle eccellenze, culinarie e non solo, del nostro Paese. In tutta Italia, da Nord a Sud, da Aosta a Siracusa, tutte le famiglie saranno calorosamente invitate a preparare una ricetta a base di Parmigiano Reggiano, a scelta tra le numerose proposte del sito www.parmigianoreggiano.it. Tutti coloro che avranno voglia di cimentarsi in una ricetta più elaborata potranno riproporre il Risotto cacio e pepe, ideato del celebre chef Massimo Bottura appositamente per la Parmigiano Reggiano Night. Qui il video della ricetta:http://youtu.be/iJMOGSRWe6w Bottura, per altro, è originario dell’Emilia Romagna, vale a dire quella terra colpita e sconvolta dal terremoto della scorsa primavera: quella terra in cui, guarda caso, il Parmigiano viene prodotto. Insomma, la Parmigiano Reggiano Night si presenta come un evento finalizzato a dare un contributo di solidarietà, metaforica e reale, alle famiglie interessate dal sisma. Non è un caso che il risotto rappresenti la pietanza tipica delle condizioni di difficoltà: il riso è frutto dell’umile lavoro delle mondine, e rappresenta la passione e la fatica della ricostruzione. Ecco perché tutti i cittadini italiani sono invitati a preparare una ricetta e a condividerla, testimoniando il loro impegno, fotografando il piatto e postando le immagini sulla pagina Facebook dedicata, all’indirizzo: http://www.facebook.com/parmigianoreggiano Ora la Parmigiano Reggiano Night promette di coinvolgere l’intera popolazione, grazie anche al sostegno di Massimo Bottura, uno dei principi della cucina italiana, che ha fatto del Parmigiano una delle ragioni della sua fortuna. Vale la pena, dunque, di mettersi dietro ai fornelli e preparare una ricetta a base di Parmigiano Reggiano, magari proprio il Risotto cacio e pepe, per sentirsi parte, il 27 ottobre, di un’unica grande famiglia, che grazie alla cucina ha la possibilità di rendersi disponibile per aiutare la terra emiliana. Sarà sufficiente, poi, testimoniare la propria partecipazione, nel modo che più si gradirà: scattando qualche foto al risotto ancora fumante, riprendendolo con una fotocamera o semplicemente inviando una breve frase, un piccolo contributo scritto, per sentirsi uniti a tutti gli altri partecipanti. Grazie al riso, cibo umile ma nutriente, emblema del lavoro e della fatica (proprio i valori che in Emilia Romagna in questi mesi stanno conducendo e favorendo la ricostruzione delle case, delle aziende, delle scuole e di tutti gli edifici), e grazie al Parmigiano Reggiano, simbolo di una terra laboriosa e silenziosa ma in grado di produrre vere e proprie opere d’arte (e in questo senso il Parmigiano può essere assimilato alla Ferrari), la Parmigiano Reggiano Night potrà prendere vita coinvolgendo uomini e donne, grandi e piccini, veneti e siciliani, abruzzesi e piemontesi, in un fantastico evento reso indimenticabile dal pepe della solidarietà.
IMMAGINE #1 IL VINO E I SUOI PROFUMI IMMAGINE #2 LA RUOTA DEI PROFUMI IMMAGINE #3 LA RUOTA DEGLI AROMI
La cucina tailandese è molto speziata e predilige i contrasti tra sapori diversi , agrodolce, dolce-salato, ecc.; i cibi thailandesi variano...
Gazpacho ai profumi dell'orto - Nota in tutto il mondo, questa ricetta classica della cucina contadina spagnola, è una strepitoso antidoto contro il caldo
Una torta fresca, leggera, ai profumi d'estate, chi ne vuole??