Per un certo tempo, quando ho iniziato a interessarmi allo studio e agli utilizzi delle piante spontanee, la malva, seppur così comune, non è rientrata nei miei interessi. Forse perché fin troppo comune, appunto, priva, rispetto ad altre specie che scoprivo nel tempo, di quel fascino proprio dello sconosciuto, o del lontano ricordo che riaffiora alla memoria, a cui non sapevo e non so tuttora resistere. Così diffusa anche nella mia vecchia città, tra i marciapiedi, nelle aiuole trascurate ai margini delle strade, nei parchi pubblici, in mezzo alla sporcizia o nei giardini, l’ho trascurata a lungo come fosse cosa già vista, scontata, di poco valore rispetto ad un luppolo selvatico o ad una camomilla spontanea.