La composizione del miele dipende dall'ambiente in cui le api sono allevate, per farne un chilo servono 6.000 api che percorrono 4 volte il giro della terra
Concertino per Clarinetto - G. Donizetti L'8 Aprile 1848, a soli 51 anni moriva a Bergamo Gaetano Donizetti. Uno dei nostri più importanti compositori di musica operistica, rappresenta a mio modesto avviso l'anello di congiunzione tra la produzione Rossiniana e quella Verdiana, anticipando nella sua opera quegli elementi del "melodramma" che tanto cari furono a Verdi. La sua vita fu breve e costellata da lutti e malattia ma la sua produzione fu intensa e prolifica: 73 le opere oltre a numerose sinfonie, composizioni sacre, cantate, quartetti, quintetti e musica da camera. In particolare si ricorda come suo capolavoro "La Lucia di Lammermoor", conosciuta da tutti i melomani come "La Lucia" e spauracchio per la maggioranza delle soprano, che con "Ardon gli incensi" (o scena della pazzia) devono cimentarsi con una delle pagine più belle e difficoltose mai scritte per questo registro vocale, grazie alla tessitura lieve, agile ed arrampicata su note ultrasoniche (e se non la conoscete, vi prego di concedervi un momento di magia ascoltandola). Se oggi vi parlo di questo grande compositore, è perché con il Calendario del Cibo Italiano celebriamo la sua memoria attraverso la Giornata Nazionale della Torta del Donizetti. L'ambasciatrice della giornata, che vi racconterà la storia di questo dolce delizioso ed impalpabile è Ilaria Talimani del blog Soffici. Vi invito quindi a leggere il post ufficiale che troverete sul sito AIFB. Desideravo da tanto preparare questa torta ed oggi ho trovato l'occasione, ricordando come durante la mia adolescenza abbia molto amato un piccolo concerto per Clarinetto, composto proprio da Donizetti e di come l'abbia studiato ed eseguito più volte ai tempi del Conservatorio. Ho finito col preparare questa torta con una decisa nostalgia e mi sono lasciata trascinare dai ricordi e dall'incredulità di essere stata in grado, tanto tempo fa, di eseguire pagine tanto belle ed impegnative. Riporto fedelmente la ricetta prevista dal disciplinare della Torta del Donizetti, creata nel 1948 da Alessandro Balzer per ricordare i 100 anni della morte del compositore. Gli ingredienti sono semplici così come la sua preparazione, a patto che si seguano con grande attenzione certi passaggi così come lavorare gli ingredienti tutti a temperatura ambiente, possibilmente senza avere fretta. Avendo l'impasto base una discreta quantità di burro, che questo sia ottimo, possibilmente di centrifuga, e le uova freschissime. Ingredienti per una tortiera a ciambella da 26 cm di diametro. 250 g di burro a temperatura ambiente 150 g di zucchero 8 tuorli medi 4 albumi medi 80 g di farina 00 100 g di fecola di patate 80 g di albicocche candite (io disidratate) 100 g di ananas candita 1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia 2 cucchiai di Maraschino zucchero a velo per rifinire Montate il burro insieme a 120 g di zucchero con le fruste elettriche o nella planetaria, a velocità media per almeno 3 minuti, fino ad ottenere un composto molto chiaro, cremoso e gonfio. A questo punto cominciate ad aggiungere un tuorlo alla volta, continuando a montare, senza aggiungere il successivo prima che il precedente non sia stato completamente incorporato. Continuate così fino ad esaurimento dei tuorli. Dovrete ottenere un composto omogeneo e setoso. Montate a neve ferma gli albumi con i 30 g di zucchero rimanente, ottenendo una semi meringa. Incorporate con estrema delicatezza gli albumi al composto di burro, utilizzando una spatola di gomma e mescolando dal basso in alto. Quando gli albumi saranno ben incorporati, miscelate le farine, setacciatele con cura e cominciate ad aggiungerle un paio di cucchiai alla volta, con calma e delicatezza. Esaurite le farine, è ora di aggiungere la frutta candita e gli aromi che incorporerete sempre con delicatezza. Imburrate con cura uno stampo a ciambella a cerniera e versatevi l'impasto, livellandolo con cura con il dorso di un cucchiaio. Fate cuocere in forno preriscaldato ad 180° per 40/45 minuti. Fate la prova stecchino, quindi fate raffreddare completamente prima di sformare. Cospargete la superficie con abbondante zucchero a velo e servitelo con la Callas di sottofondo, che canta la Lucia.
San Francesco di Assisi - Giornata Nazionale della Rocciata di Assisi Ambasciatrice Cristina Simonelli per il Calendario del Cibo Italiano
Non tutti i pizzoccheri sono uguali, accanto a quelli di Teglio anche la particolarità dei pizzoccheri bianchi della Valchiavenna.
Il Bonet alle nocciole per il Calendario del Cibo Italiano dell'AIFB, che proprio oggi celebra il tipico budino piemontese al ...
Ciao a tutti! Anche oggi ci sposteremo un po’ dalla nostra città e in un viaggio virtuale percorreremo parte della riviera di ponente per arrivare fino a Finale Ligure, in provincia di Savona, a gustare i Chifferi, dei deliziosi pasticcini di pasta di mandorle, ormai diventati uno dei simboli di questa cittadina del Ponente Ligure. La pasta di mandorle in Liguria è molto apprezzata da diversi secoli, tanto da essere presente già nei menù delle famiglie nobili liguri del Settecento. L’arte di lavorare le mandorle con lo zucchero è di origine arabo-persiana, ed è stato grazie agli scambi commerciali del periodo delle repubbliche marinare che si è sviluppata anche nel nostro paese. I Chifferi furono proposti per la prima volta da Benedetto Ferro, nella sua pasticceria alla fine dell’Ottocento. Egli riprese una vecchia ricetta trovata nell’antico Archivio della biblioteca di Finale, rendendola tanto attuale da essere ai giorni nostri ancora molto apprezzata. Un’unica raccomandazione per questi piccoli dolci. Sono molto semplici e composi da pochi ingredienti e, proprio per questo motivo, gli ingredienti devono essere assolutamente di qualità. È il segreto di questi dolcetti. CHIFFERI INGREDIENTI per circa 20 pezzi: 230 g mandorle dolci 200 g zucchero semolato 80 g albumi (circa 2 albumi di uova grandi) 10 armelline un cucchiaio di acqua di fiori di arancio 100 g mandorle in lamelle 1 albume zucchero a velo PROCEDIMENTO: Eliminate la pelle dalle mandorle e dalle armelline. Scottatele brevemente in acqua bollente, eliminate la pelle. Quindi tostatele per pochi minuti a 180°C in forno. Una volta saranno fredde, frullatele con lo zucchero fino a renderle farina (azionate il frullatore ad intermittenza in modo da non scaldare troppo le mandorle per non avere perdita di olio). In una ciotola raccogliete il composto di farina d mandorle e zucchero, aggiungete l’acqua ai fiori di arancio e l’albume. Otterrete un composto abbastanza sodo e facile da lavorare. Trasferite tutto in frigo per almeno qualche ora o ancora meglio per tutta la notte. Ora siete pronti per modellare i vostri chifferi. Prendete dei pezzetti di impasto di circa 25-28 g, allungateli a formare un piccolo salsicciotto di 6-7 cm che dovrete poi leggermente incurvare al centro in modo da dare la classica forma a luna. Sbattete leggermente l’albume quindi spennellate ogni chiffero, passatelo nelle lamelle di mandorla in modo che aderiscano alla superficie del pasticcino. Pressatele delicatamente. Adagiate i chifferi su una teglia ricoperta di carta forno ed infornate in forno già caldo a 160°C per circa 15 minuti. Non fateli colorire troppo (come è successo a me!), controllateli durante la cottura. Appena usciti dal forno saranno abbastanza morbidi, tenderanno ad indurirsi raffreddando. A piacere potrete spolverare con zucchero a velo. FONTE: http://www.ifeelgoodfinale.it/associati/drink-and-food/72/pasticceria-caffe-ferro.html http://www.comune.genova.it/content/chizzerun I.Fioravanti, Dolci ricette di Liguria, Erredi Grafiche Editoriali, 2015 Genova Buon appetito! Con questa ricetta partecipo al Calendario del Cibo Italiano e ai festeggiamenti per la Giornata Nazionale delle Paste di Mandorla.
Un piatto ormai leggendario, portabandiera del ristorante Romano di Viareggio da quasi quarant'anni!
Molteplici sono le varietà di prugne e susine diverse per forma, colore, dimensione e consistenza, Rappresentano un vero toccasana per la nostra salute
Il Pan Meino, o Panigada, pane dei poveri, fa parte della tradizione milanese di origine contadina e popolare. E’ un pane dal sapore dolciastro, ambrato all’esterno e aromatizzato con fiori di sambuco essiccati. Con il termine Mej, nel dialetto meneghino, si fa riferimento al miglio, cereale povero che i contadini usavano per panificare in mancanza […]
Sono la stessa dolce delizia declinata in modo diverso in base al luogo in cui viene fatta, ma senza chiacchiere, cenci e frappe non è carnevale
Le Penne con Pomodorini e Burrata sono un primo piatto di pasta semplice ma saporito. Ideali da gustare sia calde che fredde, sono perfette per grandi e piccini.
🛒 A Il Mercato Centrale di Milano ha aperto il primo temporary di Babaco Market, l’e-grocery italiano nato per ridurre gli sprechi e rendere il cibo...
L'Ossobuco in Umido è un secondo piatto dal sapore rustico tipico della cucina tradizionale italiana. Ideale per una cena informale, ecco come prepararlo!
Le regole per abbinare cibo e vino.
Il baba ganoush è una salsa tipica medio orientale preparata con le melanzane, conosciuta anche come hummus di melanzane accompagnamento ideale per falafel.
Come cucinare il cappone al forno: ecco i nostri consigli e la ricetta per non sbagliare.
[cliccare il link per andare alla versione in italiano] minestra di cicerchie Cicerchia (Lathyrus sativus) is a legume that, according to this page (in Italian), was once widely consumed, while nowadays, it is grown only in central Italy. before (bottom) and after soaking Cicerchie are available only dried: prior to cooking, they must be soaked for 24 hours and the soaking water must be eliminated because it contains a neurotoxic amino acid (ODAP or BOAA) that can cause lathyrism. This condition was and remains a problem when and where lack of alternative food sources led to consumption of large quantities of...
Il timballo di scrippelle alla teramana è una ricetta tipica abruzzese che si realizza per le ricorrenze importanti, come ad esempio per il pranzo di Natale o di Pasqua. Questo timballo è caratte...
You're beautiful - James Blunt Quando ho aperto il blog un milione di anni fa (non è vero ma la sensazione è quella), la prima cosa che ho pensato è che non sarei mai stata in grado di gestire il lato "immagini" del mio diario gastronomico. Cucinavo con passione, scrivevo con grande gioia, ma sul lato fotografia ero completamente annichilita da quello che vedevo in giro: foto professionali, creative, di una bellezza imbarazzante. Un esercito di aliene con reflex incorporata vagava sicuro nella blogosfera ed il mio pensiero è stato: ma c'è proprio bisogno dell'ennesimo blog di cucina? Ho preso un grande respiro e mi sono detta che tenere questo diario on line non avrebbe aiutato nessuno, ma di certo avrebbe divertito me e questa era la cosa più importante. Non avevo fatto i conti con il mio carattere né con la mia propensione ad assecondare le passioni volatili che periodicamente si impossessano della sottoscritta e la possiedono. Quando qualcosa mi prende davvero, io devo andare a fondo e scoprire il più possibile, imparare e diventare artefice, avere il completo controllo di ciò che sto facendo. Senza di questo, la fiamma dentro di me si spegne e finisco con l'abbandonare tutto. Quello che è successo con il blog sul lato fotografia, è stato esattamente questo: la piccola compatta, che mi ha accompagnato nel primo anno e mezzo di blog, ha lasciato il passo ad una reflex per la quale ho perso la testa e che detiene un'enormità di segreti ancora da svelare. Ed il mistero ovviamente, tiene accesa la passione. Mai avrei pensato di poter un giorno, collaborare ad una rivista come ThreeF, che dell'immagine e dell'eleganza ha fatto la sua nota distintiva. Oggi, con un impeto di orgoglio e malcelato imbarazzo, posso dire "ci sono anche io", ma vivo nonostante tutto ancora un senso di inadeguatezza di fronte alla bravura di tutte le stupende amiche ed amici che hanno collaborato e danno vita ad una pubblicazione di questo livello. ThreeF non è una rivista di cucina. ThreeF è un viaggio emotivo nel colore che guida le immagini e la nostra fantasia. Il grande potere evocativo di ThreeF sta nell'abilità di chi lo costruisce e nella maniera in cui, attraverso collegamenti cromatici, si racconta una storia. Le ricette non sono il fine, ma il mezzo, e a chi cerca ricette in questa rivista, io dico: guarda più a fondo. Personalmente sfogliandola ho avuto grandi emozioni. Viaggiatrice nell'anima, mi sono sentita trasportare lontano, ho sentito il salmastro sulle labbra, il profumo delle spezie portate dal vento, il calore del sole lambirmi i capelli. Ho udito il brusio della gente accalcata di fronte a bancarelle di souvenirs e lo scalpiccio di piedini vivaci che giocano in cortile. Ho ascoltato il rumore delle cicale e la voce delle donne che tendono i panni allo spuntare del sole. Da lontano, lo scampanellio di biciclette che volano su una strada sterrata alzando la polvere. Se guarderete più a fondo, allora troverete davvero ThreeF. Grazie Federica, Grazie Fausta, Grazie Francesca, con tutto il cuore. Vi invito a sfogliarla, a gustarvela con lentezza, a lasciarvi andare con la fantasia. Per le ricette ovviamente, potrete leggerle sulla rivista oppure stamparvele andando qui. Le ragazze della redazione hanno previsto tutto, anche magnifici pdf da stampare e conservare gelosamente. Non mi resta che augurarvi buon viaggio!
Le Pere al Forno Ripiene di Gorgonzola, Noci e Miele sono un delizioso antipasto dall'aspetto elegante e scenografico che si prepara in modo facile e veloce.
Dosi e Ricetta: https://blog.giallozafferano.it/allacciateilgrembiule/involtini-di-bresaola/
Stavolta sperimento un nuovo dolcificante artificiale, Sukrin, da poco approdato nel mercato italiano, ma diffusissimo all’estero, consente di soddisfare il desiderio di dolce senza apportare nessuna caloria. Sukrin non induce alcun incremento della glicemia, non aumenta il rischio di carie e, dettaglio nient’affatto trascurabile, ha il sapore e l’aspetto dello zucchero, addio dunque a retrogusti strani che a volte alterano senza rimedio il gusto delle nostre migliori preparazioni.La ricetta di oggi è senza glutine, semplicissima e con valori nutrizionali che non vi faranno pentire di averli assaggiati. Sono ideali a colazione o nel post workout. 250 grammi di yogurt greco ( io uso quello fatto in casa con il metodo che trovate a questo link )200 grammi di albume1 tuorlo25 grammi di farina di mandorle20 grammi di cacao amaro75 grammi di proteine in polvere neutre o al cacao ( io ho usato 50% whey e 50% caseinate) 25 grammi di Sukrin Scaldate il forno a 180°C e preparate una teglia da forno ungendola con un velo di olio spray.Con l’aiuto delle fruste mescolate tutti gli ingredienti, avendo cura di non lasciare grumi.Versate l’impasto dei brownies proteici nella teglia e infornate per 20-25 minuti.Il tempo di cottura può variare in base alle differenti proteine […]
Le frise o “friselle” sono croccanti ciambelle di farina di grano duro (ma anche di orzo) ottenute grazie ad una doppia cottura in forno. Velocissime da preparare, le frise pugliesi sono buone ...
Mentre nel resto d'Italia si fa colazione con cappuccino e cornetto, con granita e brioscia si fa colazione in Sicilia!
Ci sono piatti che identificano la Nazione da cui provengono, poi ci sono i piatti che ne identificano la regione, ed infine ci sono i piatti che appartengono ad una determinata città o paese e che spesso vengono affiancati al nome stesso. Facendo una ricerca per preparare questo post, ho scoperto tantissimi piatti che sono legati a Prato e alla sua Provincia e devo dire che ne sono rimasta piacevolmente sorpresa, tanto da aver adocchiato alcune ricette da provare, di cui ignoravo l'esistenza, Quelli che vengono in mente per primi,sono i famosi biscotti di Prato,seguiti a ruota dai sedani ripieni alla pratese, la mantovana di Prato, le pesche di Prato, gli amaretti di Carmignano, la bozza di Prato, le polpette di Carnevale, i Sassi della Calvana, i tortelli di patate di Vernio e per finire in dolcezza gli zuccherini sempre di Vernio. Visto che oggi, per il Calendario del Cibo Italiano, prende il via la Settimana della Cucina del Campanile la cui ambasciatrice è Stefania Mulè autrice del blog BigShade , e dopo aver effettuato la ricerca di cui vi parlavo sopra per trovare un piatto a cui sono veramente legata, la scelta è caduta ovvero ricaduta sui zuccherini di Vernio, dei biscotti famosi soprattutto per il loro aspetto bitorzoluto e per il loro profumo delicato di anice. Ne avevo già parlato qua, ma visto che sono sempre alla ricerca della ricetta perfetta ho pensato di provare questa versione, della chef Lucia Antonelli del ristorante Taverna del Cacciatore di Castiglione dei Pepoli. Leggendo Castiglione dei Pepoli, potreste dirmi che allora non sono di Vernio, come si vuol far credere ( la distanza che li separa, sono 18 km...così per dire) e qui sta il bello... gli zuccherini si trovano in tutta la fascia dell'Appennino Tosco-Romagnolo, partendo da Vernio, passando da Castiglione dei Pepoli, per arrivare a Porretta Terme, luogo dove in estate faccio incetta di zuccherini montanari in una famosa pasticceria del Corso Roma, la pasticceria Bruschi, ogni volta che "scendo in città", per fare la spesa. Ma vediamo di raccontare qualcosa di più di questi dolci. Gli zuccherini di Vernio, sono delle piccole ciambelle in cui spicca il profumo di anice e una volta preparati e cotti in forno, vengono glassati con uno sciroppo di zucchero, acqua e liquore all'anice, che consolidandosi si aggrappa al biscotto, creando un guscio goloso. Venivano preparati nei paesini di montagna, soprattutto per i matrimoni, ma anche per le Cresime e le Comunioni e la loro forma ricorda la fede nuziale e per formare lo sciroppo, venivano usati i paioli di rame, dove venivano tuffati i biscotti, per essere glassati. E ora passiamo alla ricetta vera e propria. Per 1,2 kg di biscotti: 600 g di farina 00 150 g di zucchero 5 uova medie ( 4 se sono grandi) la scorza grattugiata di un limone biologico 12 g di semi di anice mezzo bicchierino di liquore all'anice mezza bacca di vaniglia 150 g di burro un pizzico di sale una bustina di lievito per dolci Per la glassa: 500 g di zucchero mezzo bicchierino di liquore all'anice 200 ml d'acqua Mettete i semi d'anice dentro ad una piccola ciotola, bagnateli con un goccio d'acqua e lasciateli riposare per 20 minuti circa, poi scolateli e teneteli da parte. Sulla spianatoia o nella planetaria, a vostra scelta, mettete prima tutte le polveri e poi aggiungete le uova, il burro fuso e pian piano tutti gli altri ingredienti, impastate velocemente finché non avrete ottenuto un impasto sodo ed elastico. Dividete la pasta in porzioni di circa 30 g se volete degli zuccherini belli corposi, oppure fate delle pezzature di circa 10 g per avere dei piccoli anelli, formate dei filoncini e chiudeteli ad anello, poi sistematele sopra ad una teglia antiaderente e cuoceteli nel forno caldo a 200°per circa 10-15 minuti. Estraeteli dal forno e fateli raffreddare. Preparate la glassa mettendo in un tegame lo zucchero e l'acqua e portateli ad una temperatura di circa 108°- 110° ( se non avete il termometro digitale vedrete che lo sciroppo inizierà a fare delle bolle bianche, provate ad immergere una forchetta e poi sollevatela. Se si formerà un filo allora lo sciroppo è pronto) poi togliete la pentola dal fuoco ed aggiungete il mezzo bicchierino di liquore all'anice. Versate la glassa sui biscotti che avrete lasciato nella teglia antiaderente ricoperta da carta da forno e aiutandovi con due spatole mescolate la glassa ed i biscotti finché non diverranno bianchi candidi e si glasseranno. Ci vorranno circa 10 -15 minuti, quindi armatevi di santa pazienza. Gli zuccherini si conservano in scatole di latta per svariati giorni.
L'abbacchio alla romana è uno dei secondi piatti simbolo della tradizione laziale. Una ricetta semplice, caratterizzata dalla tenerezza della carne e dall'aggiunta, a fine cottura dell'agnello in forno, di una saporita salsa a base di acciughe ed erbe aromtiche. Una pietanza perfetta per il pranzo di Pasqua.
Ricette dallo stile Italiano. IL TOSCANO. Oggi un hamburger strepitoso. Dal macellaio di fiducia ho acquistato ottima carne rossa, poi...
Quando sentiamo la parola amatriciana pensiamo subito a Roma, al pomodoro insieme al guanciale, con l'aggiunta di pecorino grattugiato.
Il pane ciabatta è un tipo di pane tipico italiano,caratteristico per avere una crosticina croccante e una mollica molto morbida.Questa sofficità viene
Riso al forno con zucchine scamorza affumicata e prosciutto...Adoro preparare il mille modi il riso e che dire, adoro anche le zucchine, purtroppo però i miei figli odiano quest'ultime e siccome n...
La bowl è un piatto freddo servito in una ciotola e composto da un mix di ingredienti, ottimo come piatto unico. Scopri come prepararla!
La bisciola è un dolce tipico della Valtellina; è una sorta di panettoncino basso molto gustoso e ricco dei profumi della mia terra. L'impasto viene realizzato miscelando farina bianca, farina di grano saraceno o di segale, uova, burro, lievito. Il tutto viene poi arricchito con uvetta, fichi secchi, noci e pinoli. La Bisciola ha un
Ricetta Altro Focaccine di ceci al rosmarino con pancetta coppata - Ricetta Petitchef
I rigatoni alla Gonzaga sono un primo piatto originario della città di Mantova. Il loro nome è legato a quello della famiglia Gonzaga, una
Die heerlijke gevulde koekrolletjes lachen ons altijd toe als we met onze neus geplakt tegen het raam van de Italiaanse patissier staan. "Eet mij!" Onweerstaanbaar zijn ze, Cannoli! Cannoli zijn (Cann
Il baccalà in umido è un secondo piatto di pesce semplice ma sfizioso, con un condimento ricco e succulento perfetto da servire con il pane!
Muffin con mele e noci, miele e cannella, davvero deliziosi. E' una ricetta molto facile da realizzare anche senza l'utilizzo della frusta elettrica.
bostrengo dolce con riso marche