Scoprire che la sfida mensile dell’MTChallenge avrebbe avuto come tema il bacio al cioccolato di Annarita, da declinare a piacimento, mi ha messa per l’ennesima volta di fronte ad un’antica consapevolezza: che la mia è una cucina “sentimentale”, che mal si adatta alla precisione richiesta dalla pasticceria. Quando cucino mi affido soprattutto al naso, all’istinto, all’esperienza, molto più che alla bilancia e a dosi scrupolose. Nonostante questo, la possibilità di conoscere le ragioni chimiche e fisiche che stanno dietro alla trasformazione degli alimenti mi affascina moltissimo ed ogni occasione di scoprire o perfezionare le tecniche di base è sempre ben accetta da queste parti. Da “fondamentalista fondentista” quale sono, la mia interpretazione dei baci era pressoché obbligata: scuri, intensi e non stucchevoli. Il pensiero è andato immediatamente a quello che, dopo il gianduiotto, è forse il cioccolatino piemontese più famoso: il Cuneese al Rhum. Si tratta di un cioccolatino formato da due cialde di meringa al cacao e da un ripieno di crema pasticcera al cioccolato e rhum, il tutto racchiuso in un sottile guscio di cioccolato fondente e generalmente avvolto in carta rossa o verde con scritte dorate. Poiché la ricetta originale è – ovviamente – segreta, ho dovuto improvvisare cercando la giusta proporzione tra gli ingredienti di base. E proprio perché la pasticceria non è il mio forte, mi sono andata a complicare la vita, dato che il cuneese richiede appunto la presenza delle meringa e prevede un ripieno più cremoso di una classica ganache, non così semplice da gestire – almeno per me. Per essere il primo tentativo, sono abbastanza soddisfatta del risultato, ma sicuramente proverò a rifarli in futuro, con la speranza che anche la resa estetica sia migliore. La ricetta originale del Cuneese al rhum fu registrata agli inizi del Novecento con il Brevetto per Marchio d’Impresa dalla Pasticceria Arione, e ancora oggi, se vi trovate a passare da Cuneo, una tappa nel locale storico di Piazza Galimberti è d’obbligo. Nel 1954 persino Ernest Hemingway vi fece una breve sosta per acquistare i celebri cioccolatini per la moglie in vacanza a Nizza! Nonostante la versione storica del Cuneese sia al rhum, esistono numerose varianti, tra cui quella alle nocciole, al cremino, alle castagne – per citare soltanto le più note – e molte località della Provincia Granda hanno elaborato la propria interpretazione del celebre cioccolatino: Albesi, Monregalesi, Braidesini (squisiti quelli della Pasticceria Converso), Limonesi, Arimondini… Come spesso accade, la storia dei Cuneesi al rum ha risvolti leggendari: pare infatti che questi cioccolatini siano nati per caso all’inizio del Novecento dalle mani di Pietro Galletti, proprietario di una pasticceria a Dronero, il quale, volendo preparare una nuova specialità, elaborò un dolce con crema pasticcera, cioccolato di copertura e rhum. La crema aromatizzata al rum che aveva preparato era però talmente abbondante che, con quella avanzata, decise di farcire delle piccole meringhe al cacao, che lascio sul tavolo tutta la notte. Al mattino seguente notò che le meringhe si erano impregnate di tutto il liquore contenuto nella crema: dopo l’iniziale delusione, per non dover gettare il frutto dei suoi esperimenti, pensò di ricoprire i pasticcini con uno strato di cioccolato. Dapprima provò a farli assaggiare agli amici, poi agli amici degli amici, e dato il successo che riscuotevano presto la voce si sparse anche nella vicina Cuneo, che decise di adottare il cioccolatino come proprio dolce e lo ribattezzò con il nome di Cuneese al Rhum. Cuneesi al rhum Per il temperaggio del cioccolato ho utilizzato il metodo dell’inseminazione, che consiste nel far fondere 2/3 del cioccolato a bagnomaria e quindi unirvi il terzo restante tagliato a coltello, in modo da abbassare la temperatura e portare il burro di cacao ad una forma cristallina stabile, che consentirà di ottenere una copertura lucida e croccante. Per ulteriori approfondimenti sulle tecniche di temperaggio del cioccolato vi invito a leggere il dettagliatissimo post di Annarita, ricco di preziosi consigli per ottenere buoni risultati anche con strumenti casalinghi. Ingredienti: Per le meringhe al cacao: 100 g di albumi (circa 3, da uova medie) 100 g di zucchero semolato 100 g di zucchero a velo 20 g di cacao amaro in polvere Per la crema pasticcera al cioccolato e rhum: 3 tuorli 320 ml di latte fresco intero 20 g di cacao amaro 40 g di farina 00 80 g di zucchero semolato 130 g di cioccolato fondente (80%) 80 ml di rhum scuro invecchiato Per la copertura: 360 g di cioccolato fondente (per me 80%) Preparare le meringhe. Riunire in una capiente terrina o nella ciotola della planetaria gli albumi, lo zucchero semolato e metà del cacao e montare con le fruste elettriche. Quando la massa sarà raddoppiata di volume e la meringa sarà ben ferma aggiungere gradualmente lo zucchero a velo ed il cacao restante, continuando a montare fino ad ottenere una meringa lucida. Trasferire il composto in una tasca da pasticceria con bocchetta liscia e formare delle piccole meringhe su una o più placche rivestite di carta forno, avendo cura di farne alcune più piatte e schiacciate (saranno la base dei cuneesi) ed altre più appuntite. Infornare le meringhe in forno caldo a 100° per circa un’ora, tenendo lo sportello del forno leggermente aperto (ad esempio con l’aiuto di un cucchiaio di legno) in modo da consentire lo sfiato del vapore. Lasciare raffreddare le meringhe nel forno spento. Tenere da parte in luogo asciutto fino al momento dell’utilizzo. Preparare la crema. Scaldare il latte fino a sfiorare l’ebollizione. Riunire i tuorli in una bastardella con lo zucchero e lavorarli con le fruste elettriche fino ad ottenere un composto bianco e spumoso. Incorporare la farina setacciata ed il cacao ed infine unire il latte a filo, mescolando continuamente con una frusta. Portare la bastardella sul fuoco e cuocere la crema a fiamma dolcissima e sempre mescolando, fino a quando si sarà addensata. Togliere dal fuoco, trasferire in una ciotola, coprire con pellicola a contatto e lasciare intiepidire. Sciogliere il i cioccolato a bagnomaria ed incorporarlo alla crema; infine unire il rhum. Coprire con un foglio di pellicola e quando la crema sarà raffreddata trasferirla in frigo fino a quando avrà assunto maggiore consistenza. Trasferire la crema preparata in un sac à poche con bocchetta liscia e spremerne una piccola quantità su una meringa piatta; coprire la crema con un’altra meringa e procedere allo stesso modo fino ad esaurimento degli ingredienti, disponendo via via i cuneesi su una teglia rivestita di carta forno. Trasferire in luogo fresco per un paio d’ore. Far fondere a bagnomaria 240 g di cioccolato per la copertura ad una temperatura di 45-50°. Una volta fuso, incorporarvi la restante parte di cioccolato (120 g) tritata al coltello ed amalgamare il tutto, portando la temperatura a 31-32°. Per mantenere costante la temperatura del cioccolato durante l’utilizzo tenere a portata di mano la pentola del bagnomaria, su cui riscaldare il cioccolato quando tende a raffreddarsi. Far colare il cioccolato fuso sopra i cuneesi appoggiati su una gratella, in modo che l’eccesso possa scolare. In alternativa, con una pinza da cucina immergere delicatamente un cuneese alla volta nel cioccolato, far colare l’eccesso e poi poggiarlo ad asciugare su una teglia rivestita di carta forno. Lasciar riposare i cuneesi in luogo fresco per qualche ora prima di consumarli. Con questa ricetta partecipo all'MTChallenge n. 45 Con questo post partecipo al contest di San Valentino di Troppotogo