Napule è mille culure, Napule è mille paure… (…) Ho avuto un'infanzia involontariamente musicale. Napoli suonava su strumenti a corda e risuonava cupa, effetto di grotte e cavità del sottosuolo scavato, crivellato. La sventrarono fin dall'epoca dei suoi fondatori, i Greci, che inaugurarono l' estrazione del tufo, pietra vulcanica docile al taglio, buon assorbente di scosse sotterranee. Il tufo ha una sua acustica sorda in cui le grida si sfibrano, mai sospiri si espandono. Napoli è buccia della sua cottura. Il suo Golfo ha forma di tarallo, perché il tarallo è l'avanzo dell'impasto del pane e cotto insieme. Il vulcano ha la gobba di mandorla tostata. A spasso sul lungomare, il cittadino si sente granello di pepe dell' insieme. Napoli sta sospesa sopra camere d'aria, a vederla da un punto di vista geologico è una mongolfiera, incerta tra una spinta a salire al cielo e una controspinta a sprofondare in terra. Napoli fluttua, anche se un suo proverbio dice che l' acqua è poca e la papera non galleggia.Queste forze producono suoni che hanno educato l'orecchio musicale degli abitanti. Napoli è uno strumento a percussione battuto dall'interno. La scienza cerca nei calcoli le regole che governano il pianeta, a Napoli si impara che la macchina mondo è un'orchestra musicale. S' impara ad andare a tempo, stare in una partitura. La tarantella imita l'effetto del suolo che traballa sotto scossa. Ammansisce il panico riducendolo a danza. (…) Erri De Luca da La musica provata