Una di quelle foto che per qualche motivo fanno il giro del mondo. Dei giornali. E delle coscienze. L'ho guardata senza stupore e senza sorpresa. No, non sono assuefatta, credetemi. Solo che questa foto è la realtà del luogo dove vivo. E mi stupisco piuttosto del fatto che ancora ci siano tante persone che se ne dicano sconvolti. Se vivete in Arabia e siete una donna, indossate l'abaya. Se siete una donna e vivete in Arabia potrete entrare al ristorante solo dal lato per famiglie, la family section ben separata dalla single section, ovvero il lato riservato agli uomini non accompagnati dal gentil sesso. Se siete una donna e vivete in Arabia al suddetto ristorante siederete si, ad un tavolo, ma il tavolo verrà vietato agli sguardi indiscreti tramite, all'occorrenza, una tenda, un paravento mobile o addirittura la sala sarà divisa in tante mini sale all'uopo. Se siete una donna occidentale e vivete in Arabia, potrà capitare che al ristorante voi ed il vostro augusto consorte chiediate che no, per cortesia, la tenda non sia tirata ed il paravento non chiuso del tutto. Pietà. Saranno gli altri a guardare noi, furtivi a volte. Sorridenti, specie i bimbi. Con disapprovazione, specie gli adulti di sesso maschile. Il mio augusto consorte verrà di certo ogni volta compatito, per avere una moglie che si espone così tanto (e si noti che ovviamente ho l'abaya addosso). Poi, ogni tanto, la rivolta. No, non la loro. La mia. Il nostro paravento aperto, quello dei vicini di tavolo ovviamente chiuso. Mormorano, ogni volta che escono per andare al buffet e ci guardano. Pazienza, siamo abituati. Improvvisamente dalla tenda che ci separa, qualcosa che vola e mi atterra su una spalla. Un chewing-gum. Masticato, sia chiaro. Mi hanno tirato un chewing-gum. Giuro, Hulk si sarebbe spaventato a vedermi trasformare. Il consorte, che ancora non ha visto, pure. Le Erinni in persona mi avrebbero arruolato. Apro la tenda come un'ossessa, e come un'ossessa inondo con un fiume di parole. E rendo gentilmente il chewing gum avvolto in un fazzolettino. Lo shock nei loro occhi. E chi se lo sarebbe immaginato che avrei avuto il coraggio. Non si sono scusati, ovvio. Ma sono certa che ci penseranno due volte, se verrà loro in mente di rifarlo :) No comment, come sempre :) e mi consolo con una roba di un buono, ma di un buono....se vi piace la crème brulée classica, amerete questa versione al caffè. Perfetta a fine pasto, come merenda. O se vi dovessero tirare un chewing gum :) COFFEE CREME BRULEE da Just Dessert di Gordon Ramsay per 6 stampini come in foto 350 ml di panna fresca da montare 125 ml di latte intero 50 ml di caffè espresso appena fatto ed intiepidito un cucchiaio di Tia Maria (facoltativo) 6 tuorli d'uovo grandi 75 g di zucchero semolato per la copertura 2 cucchiai abbondanti di zucchero demerara Versare latte e panna in un pentolino e scaldarli senza farli bollire. Unire quindi il caffè ed il liquore, se lo si usa, e lasciare da parte a fuoco spento. Battere i tuorli finchè saranno ben montati e chiari, quindi unirvi lentamente il composto di latte e panna ancora caldo. Unire quindi lo zucchero girando bene ed infine passare il tutto ad un colino. Versare il composto negli stampini (o, suggerisce Gordon Ramsay, in tazzine da caffè che possano andare in forno) e cuocere a bagnomaria in forno preriscaldato a 140 gradi (per me 150) per circa 40-45 minuti. Far raffreddare a temperatura ambiente e poi in frigo per minimo 3 ore, ma meglio una notte. Poco prima di servire spolverizzare con lo zucchero Demerara e farlo caramellare usando una torcia da pasticceria. Servire subito e decorare volendo con chicchi di caffè ricoperti di cioccolato. NOTE - il dolce non caramellato può essere conservato in frigo anche 3 giorni, coperto con pellicola. - se non si possiede una torcia da pasticceria passare il dolce in freezer per 15 minuti dopodichè metterlo sotto il grill del forno, controllandolo a vista.