La famiglia è sempre stata una grande risorsa verso il successo, quando c'è sentore di appartenenza e coesione tra i membri. Rientrano a pieno titolo in questa categoria le sorelle Fontana - "Le sorelle della moda" - Zoe, Micol e Giovanna, tre donne talentuose, unite e solidali che imparano il mestiere e lo trasformano in arte nella sartoria della mamma: una piccola azienda artigianale ereditata dalla nonna materna nel 1907, nella natia Traversetolo in provincia di Parma. Comincia così, da queste profonde radici familiari, la storia delle sorelle Fontana La loro loro grande voglia di lavorare, il non aver paura del lavoro duro , insieme alla continuità e al rispetto delle origini, fa delle radici il filo che unisce, conducendole al successo come una sorta di tappeto rosso. È bastato seguire la traccia delle generazioni passate, dove identificarsi e poter crescere sia a livello personale che stilistico. La famiglia Fontana era una famiglia ricca di tradizioni, tra la cucina genuina della pasta fatta in casa e le buone maniere, accuratamente trasmesse dai genitori alle tre figlie. Il padre era un uomo protettivo e comprensivo in modo equo con le tre figlie; si differenziava dalla moglie la quale aveva un rapporto privilegiato con Zoe, primogenita responsabile e temperata, e con Giovanna, la minore, timida e remissiva. Micol la seconda figlia aveva un carattere determinato e tenace, tra le tre sorelle sicuramente quella dal temperamento più forte e volitivo. Quando si prefiggeva un obiettivo non la fermava nessun ostacolo compresa la disapprovazione e le punizioni della mamma con la quale aveva un rapporto ambivalente di grande amore e di grande conflittualità. Il padre invece riponeva grande fiducia in Micol e ne apprezzava la determinazione e l'audacia, audacia che determinò il loro successo lavorativo da una parte ma anche pene e sofferenze nella sua vita privata: scegliendo, senza desistere, di sposare l'uomo sbagliato Micol aveva ripetuti e consistenti scontri con la madre: il ruolo che si era ritagliata in famiglia, era quello dello spirito ribelle e non poteva fare altro. Non poteva fare altro perché aveva trovato già occupati ruoli più morbidi e remissivi tipici del figlio primogenito, per lo più responsabile e di buon esempio per gli altri quale era Zoe; poi c'era Giovanna, di un solo anno più piccola di Micol, che era la bambina di casa, La stabilità di base e l'equilibrio familiare hanno fatto poi il resto: l'osare di Micol non rappresentava follia, ma capacità e talentuosa intuizione. Da un punto di vista psicologico, è possibile notare come l'ingrediente principale del loro successo ed il successo della loro moda nel mondo sia stato, dall'inizio alla fine: l'appartenenza ai valori, ed i contenuti proposti dal loro sistema familiare di origine. In particolare, la continuazione delle tradizioni dato che la loro professione non nasce ex novo, ma da una buona evoluzione e sviluppo di quanto era già consolidato attraverso le due generazioni precedenti. Gli intrecci tra l'aspetto familiare e quello lavorativo sono come le cuciture degli abiti dell'atelier Fontana: armonici e senza strappi, anche nei momenti critici vissuti dalla famiglia e dai singoli membri, si può avanzare l'ipotesi che è come se Micol avesse avuto il mandato familiare, ovvero l'incarico, di essere un pioniere: colei cioè che nel gruppo delle sorelle è andata più delle altre all'avanscoperta di innovazioni. Dapprima per aver dato una svolta decisiva alle loro capacità artistiche e poi, anche nella sua vita privata, con la separazione dal marito in un'epoca diversa da quella attuale. La biografia delle tre stiliste rispecchia a pieno titolo lo stile di una fiaba: c'è dell'incredibile sì, ma soprattutto un'evoluzione rapida (in quanto il loro successo arrivò in giovane età) attraverso i fatti, e una morale ben cucita al ciclo evolutivo nella storia di vita delle protagoniste. Da una piccola sartoria in un paese di provincia, all'alta moda internazionale, quasi come Cenerentola che da domestica della matrigna e delle sorellastre divenne poi principessa. La tenacia, la capacità di osare e il desiderio di mettersi in gioco, hanno pagato il conto allo stupore del loro nome, diventato il fiore all'occhiello del made in Italy nel mondo, nel periodo storico che le ha viste protagoniste. ( fonte; ******************************* Le creazioni delle sorelle Fontana sono state pura innovazione per il mondo della moda, Zoe, Micol e Giovanna partirono da un piccolo paese in provincia di Parma, dalla sartoria di famiglia dove le tre sorelle imparano l'arte del taglio e cucito come qualunque ragazzina dell'epoca; ma c'è più di qualche rammendo nel loro futuro. Nel bel mezzo della seconda Guerra Mondiale, fondano con sacrificio la “Sorelle Fontana Alta Moda”,a Roma. Pioniere di un nuovo modo di fare moda,lanciano l'innovativa idea di usare il tessuto stampato e una delle loro prime facoltose clienti sarà Gioia Marconi, figlia di Guglielmo Marconi Il salto di qualità arriverà post-guerra con la richiesta di un abito per i fiori d'arancio tra Linda Christian e Tyron Power; è così che le italianissime sorelle Fontana sbarcano in America. La cassa di risonanza legata all'evento è enorme a livello internazionale e Hollywood inizia ad interessarsi alle tre sorelle di Traversetolo. Dopo la Christian anche Maria Pia di Savoia si fa confezionare l'abito per le sue nozze e sarà solo l'inizio di una favolosa carriera dove vestiranno le più grandi star hollywodiane della loro epoca tra cui Liz Taylor, Grace Kelly, Audrey Hepburn, la principessa Soraya, Ursula Andress, Jacqueline Kennedy Onassis, ma la loro punta di diamante sarà Ava Gardner, affezionata cliente e cara amica delle tre. Micol in particolare divenne amica e confidente di Ava Gardner che volle che nei suoi contratti fosse scritto che per i suoi costumi ci fossero soltanto le sorelle Fontana. Per la Gardner furono realizzati gli abiti dei film “La contessa scalza” (1954), “Il sole sorge ancora” (1957), “L’ultima spiaggia” (1959). Per lei è stato creato l’abito-redingote di linea “talare” in tessuto di lana-seta nera profili e bottoncini rossi, completato da cappello da Monsignore, con cordone e nappe, e la catena con croce. Detto “il pretino”. Federico Fellini le vorrà come costumiste per “La Dolce Vita e successivamente saranno loro a creare le prime divise per Alitalia. Nel 1953 si accingono a fondare il SIAM- Sindacato italiano Alta moda insieme ad altri grandi nomi dell'epoca. L'atelier “Sorelle Fontana” è stato un trampolino di lancio per numerosi stilisti italiani e nel 2004 , Marco Coretti viene scelto per il rilancio del marchio. Alcune creazioni sono esposte nei più importanti musei del mondo quali Louvre, Metropolitan, Guggenheim. La filosofia e l'arte delle sorelle Fontana continua ad essere tramandata dalla Fondazione Micol Fontana; ed è proprio Micol che prosegue la sua opera con i suoi 100 anni appena compiuti. Un secolo di stile, arte e passione, un sogno di un secolo che con la sua forza ha portato il sacrificio e il coraggio delle pioniere della moda ad essere le ambasciatrici della moda italiana nel mondo. Oltre alla Christian, altre donne celebri giunsero all’altare indossando creazioni targate Fontana: la stessa Hepburn e poi Margaret Truman, la Principessa Mariapia di Savoia, la Principessa Melba Ruffo di Calabria . “La moda si fa con gli spilli e con l’ago” è la frase che “spilla” decisamente il pensiero di Micol Fontana. Fondazione Micol Fontana, Roma Un archivio storico nato nel 1994. Un fondo che è anche un’associazione non-profit, con scopo divulgativo e di conservazione, tutto dedicato a uno straordinario capitolo della storia del fashion italiano: La Fondazione Micol Fontana, ente riconosciuto dalla Regione Lazio e dal Ministero per i Beni Culturali, raccoglie l’eredità del celebre atelier romano di alta moda Sorelle Fontana, fondato nel 1943 dalle stiliste Micol, Zoe e Giovanna, pioniere del made in Italy, entrate nel mito grazie a una combinazione virtuosa tra spirito imprenditoriale, eccellenza sartoriale e sperimentazione creativa. Sempre nel segno di un’italianità riconosciuta e celebrata nel mondo. Micol Fontana, cent’anni d’età e un background professionale dal valore inestimabile, diede vita 19 anni fa alla sua Fondazione, che oggi custodisce oltre 200 abiti d’epoca, una vasta raccolta di figurini, ricami ed accessori, e poi biblioteca, emeroteca, fondo fotografico. Una memoria storica preziosa, messa al servizio delle nuove generazioni, tra cui brillano alcune perle: dai modelli creati per donne celebri, che abbiamo già citato, come Jacqueline Kennedy, Grace di Monaco, Soraya di Persia, ai costumi di scena disegnati per grandi attrici di Hollywood, da Elizabeth Taylor a Audrey Hepburn, da Ursula Andress a Ava Gardner, fino all’abito-icona che indossò Linda Christian nel 1949, per il giorno del suo matrimonio romano con l’attore Tyrone Power.(Oltre alla Christian, altre donne celebri giunsero all’altare indossando creazioni targate Fontana: la stessa Hepburn e poi Margaret Truman, la Principessa Mariapia di Savoia, la Principessa Melba Ruffo di Calabria. ) Ed è proprio il tema della “sposa” ad aver connotato la produzione dell’Atelier Sorelle Fontana, grazie a un gusto, uno stile e una ricercatezza che fecero epoca, per il più classico degli abiti femminili. Oggi, a distanza di 64 anni da quello sfavillante matrimonio capitolino in salsa hollywoodiana, la Fondazione Micol Fontana propone dei Seminari dedicati all’abito da sposa. Tutti i seminari dell’Atelier si rivolgono a studenti di Accademie, Corsi Universitari o Istituti Superiori a indirizzo moda, con l’obiettivo di fornire stimoli creativi, nozioni tecniche e informazioni storiche, consentendo di venire a contatto con un tesoro da osservare, consultare, toccare e a cui ispirarsi: abiti, disegni, riviste, accessori, fotografie, tessuti. ( immagini dal web ) ******************************************* La curiosità di Antonella: il segreto delle Sorelle Fontana è racchiuso nella parola “semplicità”, la “madama” onnipresente sia nel loro modo di lavorare che di vivere la vita, ma soprattutto nel modo di sentirsi donne: “Essere semplici. Essere eleganti sempre quando si esce di casa la mattina. Saper abbinare bene i colori. E uno stesso vestito si può rinnovare anche solo cambiando un dettaglio, un accessorio. Per esempio le scarpe sono importantissime. Le italiane le vedi in pompa magna a teatro e neppure le riconosci di giorno." ******************************************* Per conoscere l'affascinante vita delle Sorelle Fontana vi invito a passare da Audrey che vi racconterà tutto.