Designer 요즘에는 디자인 일이 굉장히 많다. 다른 사람들의 일을 의뢰받고 일처리를 하기도 하고 마케팅 관련 문의를 받기도 하는데 다른 부분에 있어서는 요소를 결합하기만 하면 뚝딱 나오지만, 디자인 같은 경우에는 어느정도 창의적인 생각과 아이디어가 필요한 부분이라 오히려 글을 쓸 때와는 달리 창작의 고통을 마음껏 느끼고 있다. 글의 경우에는 어찌되었던 간에, 쓰기만 하면 성과가 눈에 보이고 계속해서 내용이 쌓여지는 것과는 다르게, 디자인 같은 경우에는 계속해서 수정하고 보정하고 전체적인 레이아웃을 고려하면서 글과 이미지와의 조화도 생각해야하고 이것저것 할 것들이 많다. 또한 포인트 컬러와 중간톤을 적절하게 사용하면서 이미지와 글 사이의 여백이 충분히 있는지, 그리고 어떤 목적으로 인해서 이 디자인 ..
Searching for an alternative to the patriarchal societies often found in Western countries, French photographer Pierre de Vallombreuse journeyed to
February 10 – March 8, 2018
저는 여러 종류의 블로그를 운영하고 있습니다. 생각보다 정말 많은 노력을 했기 때문에 작성된 글 개수도 전혀 밀리지 않고 있습니다. 어떤 블로그를 운영하더라도 정말 최선을 다해서 블로그를 운영하고자 하는데, 여기에서 가장 중요한 포인트는 '글의 길이'입니다. 블로그 속 스토리 글의 디자인 요소보다도 블로그에는 컨텐츠가 있어야 하고, 그 콘텐츠는 이미지와 텍스트로 구성될 것입니다. 그리고 다른 사람이 글을 검색해서 글을 읽는 과정까지 가장 많이 영향을 주는 것이 바로 텍스트일 것입니다. 그리고, 콘텐츠의 영향력입니다. 아무리 같은 길이의 비슷한 구성으로 글을 쓴다고 하더라도 인기있는 콘텐츠와 인기가 없는 콘텐츠는 찾는 사람들의 수요가 다르기 때문에 결과적으로 조회수에서 차이가 날 수밖에 없습니다. 1. 영..
Find our more about the exhibition Sarah Sze at Rome. Installation views, works, editorial content, press, and more.
the curators sent ten architecture firms across the globe to research universal issues, presented at the 2012 architecture biennale, venice.
A collection of what some of the other mobile makers / kinetic sculptors / hanging art installation designers are up to.
For the past several years, I’ve been hearing the buzz about PIER 24 Photography, an amazing space for photography located atop a pier in San Francisco. It hosts rotating exhibitions and houses the incredible Pilara Foundation Collection. About a month ago, I had the wonderful opportunity to visit the new exhibition, Secondhand at PIER 24
Klaus Rinke
Where to start with talking about Aidan's work? Just like it's difficult to express to someone how good a film is when you're telling them about it in a pub, it's hard to convey the sheer brilliance of Aidan's stories with words alone. Using predominantly colour pencil and soft artists materials, Aidan tells almost Chirs Ware-like stories of shyness, human behaviour and loveliness with some magic mixed in.
Oggi prosegue la carrellata di novità che troverete a Bologna. Su questo libro non perdetevi la mostra Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa intorno. Illustrazioni e poesie di Marina Marcolin e Silvia Vecchini, che lunedì, 24 marzo inaugura a Bologna, presso Atelier Les libellules, Via San Vitale 36/G , alle ore 18 e fino alle 21 (ingresso libero). L'iniziativa fa parte di Settemostre, un percorso a cura di ZOO in occasione di Children's Book Fair 2014. [di Silvia Vecchini] Per parlare di questo libro devo iniziare da una poesia. Il mio gioco preferito prima di dormire è fingermi un sasso in mezzo al bosco. Essere coperta di muschio, stare dentro l’oscurità, stare nella pancia del lupo sapendo che nessuno mi mangerà. Il libro è nato qui, in questo gioco prima di dormire. Naturalmente, da sola, questa poesia non sarebbe bastata. Ci voleva un po’ di lievito. Ce lo ha messo Giovanna. Racconto questo particolare perché per me è straordinario e la dice lunga su chi sia un editore. Giovanna ha letto questa poesia e in questi nove, brevissimi versi, sapendo poco o niente del mio percorso, ci ha trovato dentro un libro che ancora non esisteva. Mi ha chiesto se ci fossero altre poesie. Le ho detto che scrivevo da sempre versi, ma pensando agli adulti. O meglio, scrivevo e basta. Giovanna mi ha detto di provare. Io mi sono fidata. Allo stesso tempo sapevo una cosa: con la poesia non si bara, non si finge, non si costruisce. O almeno è così per me. O c’è, o non c’è. Per fortuna c’era. C’era perché è la poesia la lingua in cui ho sempre pensato e detto le cose che più mi toccano, perché è il mio modo di allacciare cose lontane, ricomporre il senso di quello che mi circonda. C’era perché avevo conosciuto presto la forza che la poesia aveva su di me, avevo scoperto la poesia proprio da ragazzina. C’era perché nel frattempo avevo vissuto e stavo vivendo l’infanzia e i suoi passaggi nei miei figli ed ero caduta, di nuovo e in pieno, nella mia. Una alla volta, a gruppetti, a grappoli, con varie gocciolature finali e riprese, sono arrivate le poesie. Scritte ai margini di altre cose, in fogliettini, quadernetti. Più scrivevo, più definivo il linguaggio, più mettevo a fuoco il cuore del libro. Più avevo voglia di scrivere, ma sempre senza forzare. Non volevo soluzioni facili o “poetiche”. Anche se i lettori erano bambini, soprattutto perché erano bambini. In una sua cartolina di risposta ai miei versi scritti a vent’anni (tra l’altro fantastica perché ritraeva la cripta dei Cappuccini a Roma in assoluta consonanza con lo spirito del mittente), Patrizia Valduga mi disse in sostanza che ero sulla strada giusta, mi incoraggiò molto a proseguire e mi mise in guardia dalle poeticherie. Non me lo sono più scordato. Da subito, anche se procedevo per tentativi, ho capito che il libro doveva aprirsi con la notte (perché il libro era stato scovato proprio in una poesia notturna) e chiudersi con la notte. La lettura doveva abbracciare una giornata anche se dentro si attraversavano stagioni. Volevo che per i più piccoli fosse sì un’esplorazione, ma che avesse un ritmo quotidiano, familiare. Che nei versi incontrassero oggetti, gesti, persone, discorsi e si riconoscessero. Volevo che invece per i più grandi fosse una lunga immersione, un ripercorrere quasi da sogno, per poi risvegliarsi come da un incantesimo, in un giorno nuovo, ancora da fare, in un’età diversa, sul confine, aperta a quello che deve accadere. E le immagini? Scrivendo poesia per gli adulti, in principio non mi figuravo che volto avrebbe potuto avere il libro. Paolo mi disse di aver scelto Marina con un intuito e una precisione che ancora adesso mi stupiscono. Grazie a Giovanna, Marina e io ci siamo incontrate a Bologna. In seguito abbiamo avuto qualche scambio, molto intenso, sui testi. Ho capito che era la persona giusta dalla sua delicatezza e sensibilità. Sentiva la poesia. Per questo non ho chiesto di vedere niente fino alla fine. Mi fidavo di Giovanna e Paolo e volevo essere sorpresa dalla lettura di Marina. Ed è quello che è successo. Non avrei potuto chiedere di meglio. Come io avevo scritto in assoluta libertà, lei ne avuta altrettanta nell’illustrare. Ai miei occhi Marina ha colto ogni occasione che il testo offriva per far sentire questa età di passaggio, questa soglia sfumata, questo saluto, lento, pieno di gratitudine per tutto quello che c’è, per quello che è stato, quanto ha significato e continuerà a significare il tempo misterioso, stupendo, dolce e aspro insieme dell’infanzia quando la stai per lasciare, questa punta di dolore che si scioglie nella grazia di certi momenti e nell’allegria per la voglia di andare a vedere cosa ci sarà. Non è un caso che, nelle immagini di Marina, la leggerezza degli uccelli, delle piume, accompagni tutto il libro e ci dica senza paura che c’è un nido da lasciare, un volo tutto da iniziare. Marina Marcolin, taccuino di appunti per Poesie della notte, del giorno. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato a questo libro. In particolare Giovanna e Paolo per la loro fiducia, la sapiente e attenta cura del progetto, Marina perché ha messo in questo libro se stessa e ha regalato ai miei versi i suoi colori particolarissimi. La dedica è per i miei figli e l’ultimo grazie ad Antonio. Non ricordo una sola volta che in questi venti anni non abbia salutato una mia poesia con un bacio. Marina Marcolin, una tavola per Poesie della notte, del giorno, work in progress. [di Marina Marcolin] “Ci sono delle poesie, scritte da Silvia Vecchini, che dovresti provare a illustrare tu” . Con questa frase che, confesso, mi ha fatto tremare non poco, è cominciata un’ avventura intensa, fatta di cose piccole e immense. Quando ho letto le poesie la prima sensazione è stata “naturale”, nel senso di affine alle sensazioni dell’infanzia e anche del vivere presente, ma anche della natura intesa come stagioni, vento, cambiamenti, attese, rumori e silenzi. Marina Marcolin, una tavola per Poesie della notte, del giorno, work in progress. Le ho subito sentite così vicine che dovevo illustrarle con la chiave di lettura che sentivo più personale e intima, con lo sguardo che adopero quando il disegnare e dipingere è necessario come respirare, camminare. Allora ho fatto ciò che mi è più naturale: ho aperto il blocchetto degli schizzi e ho camminato con loro; per portare le parole di Silvia con me le ho imparate a memoria e quando i miei occhi incontravano la sensazione dei testi, il disegnare era un tutt’uno con le poesie tra le labbra. “Documenti d’atmosfera”, così li aveva definiti Paolo prima che mi mettessi al lavoro e così ho cercato di raccontare. La fiducia che mi è stata data ha fatto sì che questo percorso si sia svolto con naturalezza, con lo scambio e il rispetto. Un dono.
Daniera ter Haar and Christoph Brach are the designers behind the design studio Raw Color based in Eindhoven (Netherlands). They are both graduates from the Design Academy. The work of Raw Color reflects a sophisticated treatment of material and colour...
Find our more about the exhibition Sarah Sze at rue de Ponthieu, Paris. Installation views, works, editorial content, press, and more.