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Il gioiello prezioso per antonomasia indossato dai reali di tutto il mondo
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Il mondo occidentale conobbe i campi di lavoro sovietici grazie ai tre saggi di Aleksandr Solzhenitsyn di "Arcipelago Gulag" che descrisse il sistema dei campi di lavoro forzato in Unione Sovietica, aboliti nel Gennaio del 1960. "Gulag" era la parola che identificava la polizia speciale destinata all'organizzazione dei campi di lavoro, ma finì per identificare il campo di lavoro stesso. Al loro interno morirono un numero approssimativo di 20 milioni di persone, in un periodo di 23 anni fra il 1930 e il 1953. Nonostante la visione popolare del gulag come "sistema di repressione politica", in questi campi erano pochi i prigionieri classificabili come "politici" e il 40% degli internati erano solo dei bambini, innocenti collegati in qualche modo a genitori colpevoli di qualsiasi accusa. Cathy Frierson e Semyon Vilensky, nel 2010, pubblicarono un libro in grado di restituire memoria storica a milioni di persone, morte nei gulag o che arrivarono a dimenticare il proprio nome nei campi di lavoro o negli orfanotrofi, privati per sempre della propria identità. "Bambini dei Gulag" è un saggio che consente di comprendere come, fra il 1918 e il 1953, i figli di persone descritte come "Nemici del popolo" condividessero il destino dei propri genitori, patendo le pene dell'inferno fra carestie, guerre, prigionia e migrazione forzata nei campi di lavoro, quando non venivano direttamente uccisi mediante fucilazione. Drammatiche le lettere dai Gulag di alcuni di loro, che scrissero a Yekaterina Peshkova e Nadezhda Krupskaya (la prima Presidente della Croce Rossa Sovietica, seconda moglie di Lenin), e che consentono di comprendere le condizioni della loro vita: Viviamo scalzi, nudi, affamati e pieni di pidocchi. A colazione ci danno un pezzetto di pane con cipolla e sale. A pranzo barbabietola lessa con del cavolo e alla cena non dobbiamo neanche pensare perché non c'è In seguito alla terribile carestia dei primi anni '20, conseguente alla Rivoluzione d'Ottobre e alla Prima Guerra Mondiale, milioni di bambini si ritrovarono orfani di strada, e furono oltre 5 milioni quelli che morirono di stenti. Quasi due decenni dopo, fra il 1937 ed il 1938, 1,4 milioni di bambini si trovarono orfani per un motivo ben diverso: almeno uno dei genitori era stato ucciso dal regime. Dei genitori i figli condividevano l'etichetta infamante: "Nemici del popolo", e finivano ai campi di lavoro forzato. Dei 20 milioni di persone deportate durante gli anni '30, il 40%, circa 8 milioni, erano solo dei bambini. A questo proposito è emblematica l'ordinanza n° 00486 del commissario del popolo per gli affari interni dell'URSS (NKVD), del 15 Agosto del 1937, che descrive l'"Operazione di repressione delle mogli e dei figli dei traditori della Patria". Erano classificati come "Socialmente pericolosi", naturalmente non per le loro azioni ma per quello che avrebbero potuto fare in futuro, in quanto parenti di nemici del popolo. Le mogli e gli adolescenti erano destinati ai campi di lavoro forzato, mentre i più piccoli, ma la classificazione era arbitraria, agli orfanotrofi speciali gestiti dall'Nkvd, (Narodnyj komissariat vnutrennich del - Commissariato del popolo per gli affari interni). Emblematica la storia di Engelsina Markizova, famosissima bambina della regione di Buriata, vicina alla Mongolia, che venne ritratta con Stalin in una fotografia ufficiale del 1936. L'immagine fu utilizzata in modo propagandistico e finì sulle prima pagine di tutti i giornali sotto la dicitura di "Papà Stalin", ma di paterno, come esemplificato dal trattamento che il dittatore riservò al figlio Jakov, Joseph Stalin aveva ben poco. Il padre di Engelsina fu ministro regionale dell'Agricoltura e vicesegretario del partito della regione, ma venne accusato di attività "controrivoluzionaria" (essere spia giapponese e un Trotskista) e fucilato, nel 1938. La madre della bambina fu prima deportata in Kazakistan e poi morì misteriosamente, si pensa sgozzata dalla polizia segreta sovietica. Engelsina finì a vivere nei pressi di Mosca con dei parenti, e la sua identità nella fotografia mistificata con quella di un'altra bambina, di nome Tagiki Mamlakat Nakhangova. I dati pubblicati da Frierson e Vilensky sono stati ottenuti grazie all'apertura degli archivi di stato dopo l'era Gorbačëv. I sette capitoli del libro affrontano le drammatiche esperienze dei bambini durante le guerre sovietiche, la guerra di Stalin ai contadini, le carestie degli anni '20, la "liquidazione" dei nemici di stato, la deportazione forzata, la Seconda Guerra Mondiale e il malcelato antisemitismo del regime sovietico, il tutto dal punto di vista dei bambini. Alcuni aneddoti scioccanti riguardano le sepolture di massa, tombe senza nome che consentono di capire l'età del sepolto soltanto in base alla lunghezza dello scavo, spessissimo di poco più di un metro di lunghezza. Un altro aneddoto riguarda una nota di un medico di un campo, che afferma come sia "Impossibile somministrare i vaccini antivaiolo. Il 75% della popolazione ha corpi emaciati, i bambini si stanno gonfiando e morendo di fame". Moltissimi bambini morirono di fame, malattia e stenti, lasciati morire perché figli di persone considerate "nemici del popolo". Le stime del 2002 di Aleksandr Yakovlev, Commissario del Cremlino per la riabilitazione delle vittime della repressione politica, indicano in 10 milioni il numero di bambini morti nel sistema di deportazione minorile. Molti bambini sopravvissero (fra cui Engelsina Markizova, la bimba della foto in braccio a Stalin), ma persero memoria della propria identità, cancellata dal regime e nascosta per evitare guai legati al proprio cognome. Sotto, la copertina del libro "Bambini dei Gulag", che ritrae non a caso una bambina con uno sfondo di una foresta di pini. Sotto terra sono sepolti migliaia di corpi senza nome, vittime di uno dei regimi più terrificanti della storia Sotto, un documentario con sottotitoli in inglese dal titolo "Children of the Gulag": Fonti: Harvard Educational Review, RAI News, Enciclopedia Treccani.
“Sono un’ottima aeronauta e voglio fare ciò in cui sono brava”
Quali sono le reali dimensioni delle nazioni? / What are the real dimensions of the nations? Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa / Re...
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I gioielli reali della famiglia reale dei Savoia e della Regina Margherita sono rimasti oltre 50 anni in un caveau e ora Mario Draghi ne deciderà la sorte.
Riproduce gli abitanti del suo villaggio all'uncinetto. Vere e proprie sculture fatte a mano, di dimensioni reali. A realizzarle è Liisa Hietane, artista finlandese che sfruttando le potenzialità di maglia e uncinetto ha dato vita a queste originali creazioni
Il mistero di Rasputin, figura spesso fraintesa, e la strana storia che riguarda le dimensioni esagerate del suo pene
Originariamente decorato con smeraldi oggi è corredato da turchesi per un totale di 540 carati. Fu un regalo di Napoleone in occasione delle nozze.
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CONDIZIONE: NuovoSku: PZZLB95050ISBN: 9788833832968Titolo: Infanzia E Potere. Origini E Conseguenze Di Una OppressioneAutore: Andrea SolaEditore: BiblionAnno: 2022Pagine: 388Formato: BrossuraLa domanda da porsi oggi è come mai l’infanzia non abbia mai smesso di essere oggetto di una vera e propria oppressione di genere e sia stata vittima di un costante, anche se a volte inconsapevole, tradimento dei suoi reali bisogni. Per questo verranno ripercorsi da un lato i meccanismi che presiedono alla formazione della persona nei primi anni della crescita e dall’altro l’evoluzione dell’atteggiamento assunto dagli adulti nei suoi confronti nel corso della storia. Questo studio si propone quindi di individuare le origini e le ragioni della perdurante tendenza a mantenere l’infanzia e in generale il mondo giovanile in una condizione di sudditanza psicologica e materiale, indicando quindi così una possibile visione alternativa della relazione educativa stessa.
Il principe Filippo va in pensione e la persona a cui mancherà di più sarà sicuramente la Regina Elisabetta II... che tenerezza!
Da Juan Carlos a Felipe fino a Leonor di Borbone-Spagna, tre generazioni a confronto: la storia della famiglia reale spagnola negli ultimi cinquant'anni.
In uscita il romanzo auto-conclusivo Vacanze reali di Lindsay Emory. Vacanze reali di Lindsay Emory Editore: Newton Compton editori Data di uscita: 24/06/2019 Dopo che il promesso sposo l’ha piantata in asso all’altare, la principessa Theodora Isabella Victoria di Drieden è sparita per concedersi quattro mesi di esilio. Ma adesso è di nuovo chiamata ai suoi doveri reali: conferenze stampa, apparizioni pubbliche e persino l’organizzazione di eventi. Del resto, è quello che tutti si aspettano da una principessa. Ma Thea non ne può più. Il suo retaggio è stato la causa di tutti i suoi guai. E così una notte sgattaiola fuori dal palazzo. Il ragazzo che incontra in un bar, un affascinante scozzese di nome Nick, le fa immaginare di poter vivere una vita normale. Ma Nick non è esattamente un principe azzurro… Le sue intenzioni, infatti, non sono nobili: è il fratello del fidanzato scomparso di Thea, è una spia inglese e, come se non bastasse, non si fa problemi a usare il ricatto come mezzo di persuasione. E così Thea si unisce a lui a malincuore, per scoprire che cosa è successo il giorno del suo matrimonio. Entrambi, però, ignorano quanto certi segreti possano essere pericolosi… Una principessa del XXI secolo In fuga per riconquistare la propria felicità
Percorsi singoli o per la scuola:Il percorso può venire installato su due o più computer a seconda delle reali esigenze riscontrate:Percorso singolo: 2 installazioniPercorso scuola: 25 installazioniIl percorso scuola permette di installare i software su più computer, per poterli utilizzare, ad esempio, in un’aula di informatica.eDigital Box storia, geografia, inglese primaria propone 5 software, in versione download: dalla scoperta dello spazio nelle sue varie forme alle caratteristiche geografiche del nostro pianeta e dell’Italia, dall’approfondimento della storia antica allo studio dell’inglese allenando le quattro competenze di lettura, scrittura, ascolto e parlato.Giochi... amo con la geografia CLAUDIO RIPAMONTI (CRIP) Il software permette agli studenti di andare a spasso per il mondo con il simpatico Papurogio per apprendere la geografia divertendosi. Grazie al suo approccio logico-divertente, l'alunno verrà coinvolto in un viaggio alla scoperta: dello spazio nelle sue varie forme: occupato, orientato e percorso; della rappresentazione geografica del mondo degli elementi che caratterizzano il nostro pianeta e in particolare l'Italia, con le sue caratteristiche climatiche, ambientali e socio-economiche. Adatto per tutte le classi della scuola primaria.Giochi... amo con la storia CLAUDIO RIPAMONTI (CRIP) Dalla Preistoria alla caduta dell'Impero Romano, questo software propone più di 100 attività e giochi differenti per ripassare e approfondire la storia antica. Con un approccio logico-divertente, il software favorisce la partecipazione attiva dei bambini, dai primi concetti temporali alle varie epoche succedutesi dalla Preistoria alla caduta dell'Impero Romano, il tutto accompagnato da 2 maxigiochi a tema. Completa il programma, una ricca serie di materiali da stampare, colorare e ritagliare che, oltre a rinforzare le conoscenze acquisite, aiuta a stimolare la manualità e l'attitudine al gioco. Adatto per tutte le classi della scuola primaria.My First Word Games REDAZIONE SOFTWARE ERICKSON Attraverso la libera esplorazione di 9 ambienti del quotidiano, l’alunno può imparare in modo giocoso i vocaboli inglesi relativi alle diverse situazioni grazie al ricco apparato iconografico (oltre 400 immagini corrispondenti ad altrettante parole) e agli stimoli uditivi. Al fine di permettere l’assimilazione effettiva dei vocaboli incontrati durante la navigazione e il consolidamento del lessico, in ogni sezione sono proposti dei simpatici giochi con le parole. Adatto per tutte le classi della scuola primaria.Impariamo l'inglese con la LIM 1 SABRINA CAMPREGHER Attraverso Martin, un simpatico koala che vive in Australia insieme ai suoi amici, il software presenta gli argomenti che vengono affrontati nelle prime tra classi della scuola primaria, come ad esempio i colori, il cibo, gli animali, gli oggetti scolastici, ecc. Ogni argomento è sviluppato in maniera completa tramite: una prima parte di presentazione dei contenuti dell’argomento in forma iconografica (immagine), scritta e audio attraverso un «Picture dictionary» interattivo; una consistente parte centrale dedicata ad attività ludiche, graduali e specifiche per ognuna delle quattro competenze: Reading, Writing, Listening e Speaking; una sezione in cui l’utente può decidere di personalizzare gli esercizi, usando delle strutture dedicate e preimpostate, partendo dalle immagini utilizzate nel software o caricando un nuovo repertorio iconografico e lessicale. Adatto per il primo bienno della scuola primaria.Impariamo l'inglese con la LIM 2 SABRINA CAMPREGHER Il software affronta gli argomenti curricolari trattati nel secondo biennio della scuola primaria, sviluppati attraverso un percorso multimediale che promuove un apprendimento attivo e partecipativo. Ogni argomento presenta un ricco dizionario illustrato e una serie di attività ludiche, divertenti e coinvolgenti. Le attività sviluppano il lessico e le funzioni comunicative, attraverso esercizi graduati su tre livelli di difficoltà e specifici per ognuna delle quattro competenze: lettura, scrittura, ascolto e parlato. Il software offre anche la possibilità di creare degli esercizi personalizzati con l’inserimento di nuove immagini, vocaboli e contenuti, permettendo così all’insegnante di individualizzare la lezione anche sulla base delle specifiche necessità degli alunni. Adatto per il secondo biennio della scuola primaria.
GARIBALDI FU UNO DEI CRIMINALI PIU' SPIETATI DELLA STORIA AL PARI DI HEINRICH HIMMLER! Al Sud gli intitolano piazze e corsi principali... A Cura di Angelo Martucci ____________________________________________________________________________________________ Dal diario del garibaldino Carlo Margolfo, sulla distruzione di Pontelandolfo (Benevento) edito a cura di Laura Meli Bassi e Gino Fistolera: “Al mattino del mercoledì, giorno 14, riceviamo l'ordine superiore di entrare nel comune di Pontelandolfo, fucilare gli abitanti ed incendiarlo. ...Difatti un po' prima di arrivare al paese incontrammo i briganti attaccandoli, ed in breve i briganti correvano davanti a noi. Entrammo nel paese: subito abbiamo incominciato a fucilare i preti ed uomini, quanti capitava, indi il soldato saccheggiava, ed infine abbiamo dato l'incendio al paese, abitato da circa 4.500 abitanti”. Fucilazione di Vincenzo Petruccelli “Quale desolazione!”, ricorda il bersagliere con raccapriccio: “Non si poteva stare d’intorno per il gran calore, e quale rumore facevano quei poveri diavoli che la sorte era di morire abbrustoliti, e chi sotto le rovine delle case. Noi invece durante l’incendio avevamo di tutto: pollastri, pane, vino e capponi, niente mancava, ma che fare? Non si poteva mangiare per la gran stanchezza della marcia di 13 ore: quattordicesima tappa. Fu successo tutto questo in seguito a diverse barbarie commesse dal paese di Pontelandolfo: sentirete, un nido di briganti…” Come andassero intesi questi “briganti”. Banditi? Patrioti? L’uno e l’altro? Eppure, di questa e di altre migliaia di pagine come questa vengono taciute, nascoste! La banda Giordano - Cerreto Sannita. Brigante Carmine Crocco "E intorno a noi il timore e la complicità di un popolo. Quel popolo che disprezzato da regi funzionari ed infidi piemontesi sentiva forte sulla pelle che a noi era negato ogni diritto, anche la dignità di uomini. E chi poteva vendicarli se non noi, accomunati dallo stesso destino? Cafoni anche noi, non più disposti a chinare il capo. Calpestati, come l'erba dagli zoccoli dei cavalli, calpestati ci vendicammo. Molti, molti si illusero di poterci usare per le rivoluzioni. Le loro rivoluzioni. Ma libertà non è cambiare padrone. Non è parola vana ed astratta. È dire senza timore, È MIO, e sentire forte il possesso di qualcosa, a cominciare dall'anima. È vivere di ciò che si ama. Vento forte ed impetuoso, in ogni generazione rinasce. Così è stato, e così sempre sarà..." – Carmine Crocco Giuseppe Nicola Summa (Ninco Nanco) Il brigante Cateno Martuccci (Banda Muro Lucano) Brigantessa Michelina De Cesare (Banda Muro Lucano) Brigante e Brigantessa Brigantessa Filomena Pennacchio Brigantesse Esistono retoriche e simbologie assai efficaci a catturare l'animo umano. Fra queste, la retorica di guerre patriottiche e nazionalistiche che si basa sul racconto di eventi storici che suscitano orgoglio, commozione e senso di trascendenza morale. Per ottenere questo risultato, le autorità si mostrano disposte anche a mistificare gravemente i fatti, creando falsi eroi o false imprese eroiche. E' il caso degli eventi che portarono all'unità d'Italia, passati alla storia come "Risorgimento italiano". A scuola ci hanno raccontato una montagna di bugie, ci hanno fatto credere che tutti gli italiani volevano l'unità, unico obbiettivo era quello di cacciare dal Sud i Borbone, oppressori e tiranni. Questa è la più grande menzogna architettata a pennello per giustificare uno tra i più gravi genocidi della storia moderna, forse anche più del Nazismo. Personaggi come Garibaldi, Bixio, Cavour, Vittorio Emanuele II, non è un'esagerazione, oggi, alla luce delle verità storiche, paragonarli ai più spietati gerarchi nazisti. In una lettera mandata da Bixio alla moglie si legge:" La Sicilia è un Paese che bisognerebbe distruggere e mandarli in Africa a farsi civili". Certamente Cavour non aveva nessuno interesse a migliorare le condizioni del Sud, visto che lui apparteneva all'aristocrazia piemontese, la sua famiglia era tra le più ricche del Piemonte. Mentre, l'unico progetto di Vittorio Emanuele era quello di distruggere una tra le più grandi potenze europee, il regno borbonico e spogliare il Sud di tutti i suoi averi e così fu! E con quali nazioni si allea? Inghilterra e Francia. Ma di questo si discuterà in altra sede. Lo sbarco di Marsala dell'11 Maggio 1860, in realtà fu favorito dalla flotta inglese, ormeggiata nel porto di Marsala. Tra i garibaldini c'erano ogni sorta di criminali, come aveva scritto lo stesso Garibaldi, Crispi arruolava di tutto: ladri, assassini, stupratori e delinquenti di ogni genere. Lo stesso Garibaldi, prima che venisse definito dalla propaganda "eroe dei due mondi" era considerato un criminale avendo praticato il traffico di schiavi, il saccheggio e il massacro indiscriminato in guerra. Così, l'impresa dei mille fu la più grande bugia storica mai raccontata: i Borbone avevano un esercito composto di 250. 000 mila soldati, ma in Sicilia ne mandarono circa 2500, probabilmente con l'ordine di non combattere. Le grandi vittorie contro l'esercito borbonico furono pura invenzione. Gli sconfitti, in realtà furono contadini e pastori siciliani, calabresi, lucani, napoletani, pugliesi, molisani e abruzzesi. Guarda caso, dell'impresa dei Mille non si sa praticamente nulla, se non le favole da raccontare ai bambini prima di dormire. Nel febbraio del 1861 fu dato incarico ad Ippolito Nievo, che era il responsabile amministrativo della missione dei mille, di recuperare la documentazione in merito e portarla a Torino, ma stranamente la nave che la trasportava affondò... E così, la documentazione rimase sepolta per sempre in fondo al mare...! Ma il genocidio di un intero popolo arrivò al culmine proprio a partire dello sbarco di Marsale: interi paesi furono bruciati, saccheggiati, centinaia di migliaia di povera gente fu trucidata senza pietà. A Fagnano Castello, in provincia di Cosenza, per esempio, furono fucilati in piazza 160 contadini solo perchè erano sospettati di essere imparentati con i briganti. Nel carcere di San Sosti (CS) vennero ammassati decine di briganti e sospettati di brigantaggio in spazi angusti, condizioni sovrumane, tanto che in un comunicato dello stesso Fumel si legge: “sarebbe il caso di sgomberare le galere del Municipio di Santo Sosti dal momento che i topi hanno incominciato a mangiare i detenuti e si sente un gran fetore anche a molta distanza”. Con il termine “sgomberare” Fumel intendeva certamente, non liberare i detenuti. Pontelandolfo, Fagnano e San Sosti sono solo tre esempi di sterminio indiscriminato e ingiustificato che i criminali garibaldini prima e l’esercito di occupazione piemontese poi portarono a termine nel Sud della Nostra Penisola. L’unità dell’Italia è basata su un mare di sangue, il sangue di contadini e pastori che, che la storia ufficiale ha chiamato “Briganti” ma che in realtà era la povera gente che difendeva la loro terra la loro casa, la loro famiglia dall’invasore straniero. All’inizio del Novecento era più di un milione di morti il bilancio della cosiddetta "guerra per l'unità". LA STRAGE DI FAGNANO CASTELLO E SAN SOSTI: PIETRO FUMEL UN DEMONIO CHE LA STORIA HA PRESENTATO COME UN EROE Il genocida garibaldino Pietro Fumel L’esercito invasore savoiardo o neo-italiano nel tentativo di reprimere chiunque non accettasse di buon grado l’invasione e la vessazione italiana, decise di sedare le ribellioni di intere città dove le popolazioni si erano permesse di ribellarsi alle sevizie e all’arroganza dei soldati conquistatori, all’oppressione fiscale dei politici italiani da poco insediatisi ma già abbondantemente farabutti. Così si diede sfogo ai più bassi istinti su popolazioni inermi con decapitazioni, sevizie, roghi umani e tutto ciò che l’immaginazione di questi “eroi” creava si trasformata in realtà ed ha dato origine a una delle infinite pagine ingloriose dell’esercito italiano incapace di vincere con i forti ed arrogante e forte con i deboli. Una pagina che gli storici si ostinano a chiamare “risorgimento”. Si censurò la vera storia e non per vergogna, ma per la paura che in Europa si sapesse che quello che si definiva “lotta al brigantaggio” era solo una sporca guerra di conquista combattuta non con un esercito ad armi pari ma con un esercito di contadini straccioni che volevano solo difendere quello che era loro. Ricordiamo che a tutt’oggi l’esercito proibisce l’accesso pubblico ai loro archivi storici. Si è trattato di un vero e proprio genocidio attuato su ordini ben precisi e compiuto contro i popoli del sud della penisola italica. Successivamente alla nefasta unità d'Italia, si accese una violenta risposta del popolo all’occupazione militare del Regno perché tutti si accorsero che la situazione era profondamente peggiorata. E così l’esercito invasore rispose con i suoi uomini peggiori “i macellai” come il col. Pietro Fumel che fu mandato in Calabria (nel Cosentino) per domare il "brigantaggio". E la repressione attuata da Fumel fu spietata, perché usò i metodi più estremi per eliminare i partigiani delle Due Sicilie , ricorrendo alla tortura e al terrore, senza distinzioni tra "briganti" e "manutengoli" o presunti tali e a prescindere dalla minima osservanza di qualsiasi garanzia legale o umana. Briganti uccisi Uccisione del Brigante Santaniello Uccisione del Brigante Ninco Nanco Uccisione del Brigante Antonio Caprariello Le vittime venivano decapitate e le loro teste venivano impalate come avvertimento per chi aderiva o appoggiava le "bande brigantesche" , altri cadaveri venivano gettati nei fiumi. Persino il suo più stretto collaboratore, l'ufficiale Auguste de Rivarol, rimase sconcertato dalle azioni di Fumel, tanto da annotare nelle sue memorie (Nota storica sulla Calabria) i suoi pensieri sulle atrocità volute dal colonnello. Il deputato Giuseppe Ricciardi disse alla Camera il 18 aprile 1863: «Questo colonnello Fumel si vanta d'aver fatto fucilare circa trecento briganti e non briganti». Anche il macellaio garibaldino di Bronte Nino Bixio ebbe a dire: ‘Si è inaugurato nel Mezzogiorno d’Italia un sistema di sangue’. Ma balzò agli onori (e disonori) della cronaca nell’inverno del 1863 a causa della fucilazione di un centinaio di cittadini di Fagnano Castello ritenuti briganti dalle forze armate. Erano tutti briganti? Certamente molti erano poveri contadini inermi, di 27 cittadini fucilati sono stati ritrovati i certificati di morte ed erano alcune personalità della comunità fagnanese che godevano di indubbia onorabilità come l’ex sindaco nonchè notaio e un paio di possidenti terrieri. In una lettera del carceriere garibaldino Francesco Fenoglio a Giuseppe Ricciardi si legge: “Faccio fatica a chiudere le porte delle gabbie perché sono troppi i galeotti stipati. I topi e le blatte hanno incominciato a nutrirsi della carne di questi poveri diavoli. Si sente un fetore nauseante anche a molta distanza della galera. Ho dovuto passare la calce cruda per tentare di coprire il puzzo insopportabile. Ho inviato una lettera anche al Colonnello Fumel di stanza a Fagnano”. La risposta di Fumel non si fece attendere a lungo. I carcerati vennero decapitati a colpi di accetta come bestie, i loro corpi furono bruciati in un grande rogo nello spiazzo dove attualmente sorge il palazzo municipale e le teste impalate all’inizio del paese come avvertimento. Una ricerca nell’archivio storico del comune di San Sosti, condotta grazie alla disponibilità ed alla collaborazione della Signora Gilda Daniele ha accertato che nei mesi tra Febbraio e Marzo 1863 i morti residenti furono 20: 18 contadini, un falegname, un armiere. Molti altri non sono rintracciabili poiché provenienti dai comuni vicini. A distanza di oltre 152 anni il 16 agosto 2015 Fagnano ha ricordato le vittime dell’assurda barbarie piemontese con una targa posta in loro onore nella speranza che ciò possa almeno dare loro un poco di sollievo a queste povere anime. Oggi che conosciamo la nostra storia abbiamo l’obbligo morale e identitario di lottare per ricostruire l’appartenenza al nostro territorio, identità che fù strappata, squartata, disonorata nel momento in cui avvenne l’invasione garibaldesca e savojarda.
25 Ottobre 2018 - 17 Marzo 2019 @ 10:00 - 19:00 - Il termine della mostra è prorogato al 17 marzo 2019 I Musei Reali ospitano nelle Sale Chiablese la mostra antologica dedicata ad Armando Testa, uno dei più grandi creativi italiani del Novecento. Curata da Gemma De Angelis Testa e da Gianfranco Maraniello, direttore del Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, la [...]
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