In today’s society, chocolate is a popular treat, and comes in many forms, including blocks, paste and powder. Several centuries ago, however, chocolate was considered a luxury item, and came only in one form – as a drink.
Types of Cacao: When most people think of chocolate they are referring to “Bulk beans” which come from the Forastero variety of cacao and make up 90% of the World’s chocolate market. Forastero beans have a less complex flavor, but is robust in the tones that are present. “Flavor beans” are derived from...READ MORE
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Un gâteau avec 3 textures différentes, pour une seule préparation ! Facile à préparer, il se déguste après un petit passage au réfrigérateur...
Si comme moi, et comme beaucoup de monde je crois, vous aimez le tiramisu, la recette du jour devrait vous plaire ! J’avais très envie d’un dessert aux saveurs de tiramisu sans en être un, j’ai donc choisi de réaliser cette charlotte qui se compose d’une délicieuse mousse au mascarpone, d’un biscuit au cacao imbibé […]
El cacao... y el chocolate En la multitud de dones que México ha dado al mundo, el cacao ocupa un lugar especial. Lo...
Le Isole Vanuatu sono un arcipelago della Melanesia centrale, all'angolo sud-ovest dell'Oceano Pacifico. Queste affascinanti isole vulcaniche hanno molto da raccontare e da mostrare: dalle loro coste verso l'interno le Vanuatu sono una successione di variopinte barriere coralline, piccole città di pescatori e villaggi indigeni della giungla, coloratissime specie di uccelli e vivaci picchi vulcanici a cui le isole devono la loro stessa esistenza. Un'altra curiosità: se vi siete mai domandati dove sia nato il bunjee-jumping, ebbene, questo popolare sport trae le sue origini proprio dalle Vanuatu. Bandiera delle Isole Vanuatu Popolazione: 245 000 circa Capitale: Port Vila (47mila ab.) Macroregione: Melanesia Status politico: Repubblica parlamentare Storia di Vanuatu La storia umana dell'arcipelago inizia attorno al 3000 a.C., quando i primi navigatori Austronesiani, provenienti dall'Indonesia e già stanziati nel sud della Papua Nuova Guinea e nelle Isole Salomone, fondarono comunità stabili lungo le coste delle isole maggiori. In ogni caso, è probabile che già alcuni millenni prima, altri Austronesiani avessero visitato per brevi periodi le selvagge Vanuatu. Verso il 1300 a.C., anche le Vanuatu furono influenzate dalla cultura dei Lapita, un popolo anch'esso di origine Austronesiana che, dalla zona della Nuova Guinea, si stava espandendo nella Polinesia e nella Melanesia. Lo scavo archeologico di Teouma Le tracce principali dei Lapita, fatta eccezione per qualche raro frammento di ceramica simili a quelli rinvenuti a Fiji o a Samoa, si trovano nel sito archeologico di Tèouma, nell'isola di Efatè. In questo cimitero gli scavi hanno riconsegnato alla luce 25 scheletri datati al 1000 a.C., appartenenti a popolazioni Lapita. Nei secoli che seguirono i Ni-Vanuatu, gli abitanti delle isole, condussero una vita molto semplice e iniziarono a dividersi in tribù, ognuna delle quali con un proprio dialetto e con una propria indipendenza. Nei villaggi delle isole, la conoscenza era tramandata oralmente, ed è proprio così che sono giunti a noi due testimonianze che riguardano la storia delle Vanuatu tra il 1300 e il 1500 d.C: la catastrofica eruzione di un vulcano durante la metà del '400 (probabilmente quello sottomarino di Kuwae) e le imprese di Roi Mata, un capo-villaggio che riunì per alcuni anni sotto il suo regno alcuni territori dell'isola di Efatè prima di essere avvelenato dal fratello. La sua tomba è oggi patrimonio dell'umanità UNESCO. Gli europei si affacciarono per la prima volta alle isole nel 1606, quando Pedro Fernandez de Queiros, un navigatore portoghese, avvistò l'attuale isola di Espiritu Santo, immaginando fosse un misterioso e disabitato continente che si trovava al sud del mondo, ma non approdò mai. Di nuovo le isole a nord dell'arcipelago furono avvistate da Louis-Antoine de Bougainville nel 1768, ma la vera esplorazione delle Vanuatu, nonché il primo approdo, si deve a James Cook, che nel 1774 mappò l'arcipelago, nominando le isole "Nuove Ebridi". Rappresentazione di un contatto tra europei e nativi Ni-Vanuatu: spesso gli incontri non furono pacifici. L'800 fu un secolo di grande fermento: nonostante lo stile di vita locale rimase sostanzialmente lo stesso, le spinte al cambiamento, soprattutto dall'esterno, furono parecchie. Prima arrivarono i missionari che avevano l'obiettivo di convertire i Ni-Vanuatu al Cristianesimo, poi i coloni francesi e inglesi interessati alla manodopera locale da (de)portare in Australia o alle piantagioni di cocco e sandalo. I francesi, stanziati nella Nuova Caledonia, cercarono di includere le Vanuatu nella loro sfera di influenza colonizzando la zona dell'attuale capitale Port-Vila, che loro chiamarono Franceville, "città di Francia". Anche gli inglesi, stanziati nelle vicine Salomone, cercarono di fare lo stesso. Il risultato fu un'eccezione straordinaria a livello storico: tra il 1906 e il 1980, l'anno dell'indipendenza, le Vanuatu furono governate da un "condominio" francese e inglese. Nelle isole erano messe in pratica contemporaneamente sia le leggi francesi che quelle inglesi, erano ufficiali entrambe le lingue e il governo era spartito. Le tensioni etniche portarono poi al dissolvimento del sistema coloniale e, dopo alcuni brevi conflitti, le Nuove Ebridi ottennero l'indipendenza, tornando finalmente a chiamarsi "Vanuatu". Nel marzo 2015, un violento ciclone, Pam, ha devastato le isole provocando decine e decine di morti, migliaia di sfollati e ingenti danni all'economia e alle infrastrutture dell'arcipelago. c Geografia & Ambiente delle Isole Vanuatu Laguna nella foresta di Espiritu Santo Island L'arcipelago si raggruppa in 83 isole complessive, distribuiti in una forma che ricorda quella di una fionda, a circa 1750 km dall'Australia e poco di più dalla Nuova Zelanda. Le isole maggiori sono Espiritu Santo, Malakula, Pentecoste e Ambrym nell'area centro-settentrionale, e Tanna, Erromango ed Efatè nell'area centro-meridionale. Su Efatè si trova inoltre la capitale, Port-Vila. La conformazione delle isole, tutte di origine vulcanica, è piuttosto simile: le isole sono montuose o almeno collinari, ricoperte da un'intricata vegetazione e circondate da barriere coralline che digradano velocemente verso i fondali dell'Oceano Pacifico. La cima più importante è il difficile Monte Tabwemasana, che svetta lungo la costa occidentale di Espiritu Santo. L'origine vulcanica delle isole è ancora ben visibile tutt'oggi, visto che i vulcani attivi, sia sottomarini che in superficie, sono moltissimi. L'isola di Lopevi, oggi disabitata Ad esempio, su Tanna c'è il Monte Yasur, sull'isola di Ambae il monte Lombenben e addirittura un'intera isoletta, Lopevi, è esclusivamente costituita dalle pendici del suo vulcano, assumendo così dal mare una minacciosa forma conica che spesso, con colonne di fumo ed esplosioni, richiama la propria potenza: Lopevi, infatti, ha eruttato 22 volte dal 1862 ad oggi. Dendobrium Mooreanum, un'orchidea delle Vanuatu La fauna e la flora delle Vanuatu sono abbastanza ricche, anche se un po' meno rispetto ad altri luoghi del Pacifico come la Papua Nuova Guinea. Un amante della natura non potrà comunque essere deluso dalle isole: le foreste accolgono centinaia di specie di piante, decine di felci e di orchidee. Tra gli esemplari endemici ci sono le palme, di varie dimensioni e numerose lungo le coste. La fauna di terra include un discreto numero di insetti, alcune decine di rettili, di cui 19 endemici, e anche alcuni mammiferi, soprattutto pipistrelli. Come accade indistintamente in tutta l'Oceania, gli uccelli sono i principali rappresentanti della fauna di terra: solo a Espiritu Santo è possibile trovarne 55 specie diverse, inclusi pappagalli, sule, martin pescatori e anche piccoli passeri. Un martin pescatore a Vanuatu (easyviaggio.com) La fauna marina delle isole è ancora più vivace e variegata: 4000 specie di molluschi, 300 specie di coralli e 450 specie di pesci! Inoltre, nelle acque delle isole come Epi e Tanna, nella parte sud delle Vanuatu, si possono trovare i dugonghi. Una cernia e un seguito di piccoli pesci L'ecosistema tropicale delle isole, come spesso capita nei paesi di quello che si è soliti chiamare "il terzo mondo" è messo in grave difficoltà dall'arrogante sfruttamento delle foreste e delle risorse ittiche, dovuto soprattutto alla mancanza di regole certe e dalla crescita della popolazione che non viene però accompagnata da piani di conservazione. Nonostante la deforestazione sia un problema piuttosto sentito, l'ambiente isolano resiste e continua a offrire spettacoli inimitabili. La capitale: Port Vila La capitale delle isole Vanuatu, fondata lungo un porto naturale a sud dell'isola di Efatè, ospita circa 46 000 abitanti. Abitato da molti millenni, il sito dell'attuale Port Vila fu colonizzato dai francesi (tutt'ora, dopo il bislama, la lingua più parlata dai suoi abitanti è il francese), ed è oggi diventato un centro turistico di discreta importanza. La zona moderna si trova attorno al porto, ma a fianco dei piccoli hotel e dei moderni palazzi del governo è possibile ancora trovare i negozi di manifattura tradizionale e i grandi mercati della frutta e del pesce dove si recano migliaia e migliaia di acquirenti, non solo Ni-Vanuatu. Società e cultura delle Vanuatu Ni Vanuatu nei loro vestiti Non c'è da stupirsi nello scoprire che anche a Vanuatu, come nel resto dell'Oceania, il patrimonio culturale è enorme. Le isole sono piuttosto omogenee dal punto di vista etnico: le numerose tribù sono accomunate dall'origine melanesiana, mentre a Port Vila ci sono piccole minoranze di europei che rimasero qui dopo l'indipendenza e di asiatici intraprendenti. La cultura melanesiana si distingue, come d'altronde anche quelle della Micronesia e della Polinesia, per la centralità della comunità rispetto al singolo individuo. In ogni villaggio, ad esempio, si trova un nakamal, una capanna utilizzata per le riunioni degli abitanti e anche per feste e celebrazioni. I nakamal di Vanuatu ricordano molto i maneaba di Kiribati, Tuvalu e Tokelau o i fale tele delle Samoa. La Cattedrale Cattolica del Sacro Cuore, Port Vila, è dedicata a Giovanna d'Arco Anche la religione presenta un panorama omogeneo ma allo stesso tempo interessante: la larga maggioranza dei Ni-Vanuatu ha accettato la conversione al Cristianesimo, e oggi le confessioni protestanti, seguite in modo abbastanza devoto, sono largamente le più diffuse, ma la religione è intrecciata con un legame indissolubile al cuore animista dei Melanesiani: non è raro dirsi Cristiani e al contempo onorare gli spiriti dei propri antenati. Tra le minoranze, oltre ai Musulmani, ai Testimoni di Geova, ai Buddhisti e ai Baha'i ci sono anche due movimenti religiosi molto curiosi, che nell'isola di Tanna raggruppano poche centinaia di individui. Uno è il movimento "John Frum", ispirato a un europeo anti-colonialista che agli inizi del '900 approdò a Tanna, invitando gli abitanti a respingere la cultura europea e il Cristianesimo e venendo così considerato una sorta di salvatore delle tribù isolate che erano in forte contrasto con le potenze coloniali. L'altro movimento è invece diffuso nella piccola tribù degli Yaohnanen: nelle loro leggende, infatti, un uomo dalla pelle bianca, "figlio dello spirito della montagna" sarebbe arrivato a Tanna in compagnia di una donna molto bella. Quando il Principe Filippo visitò le isole in compagnia della Regina Elisabetta, i nativi lo identificarono con il Dio della leggenda, e tutt'ora, sebbene in pochi, lo credono una divinità. La ricchezza maggiore è probabilmente quella linguistica: la densità di lingue a Vanuatu è la più alta del mondo, poiché nel piccolo arcipelago sono tutt'ora parlate 113 lingue indigene, alle quali vanno sommate le tre ufficiali: l'inglese, il francese e il bislama, un creolo che ha "preso in prestito" il 95 % dei suoi vocaboli dall'inglese, unendoli ad una grammatica di base Melanesiana. Un disegno su sabbia L'arte Vanuatuana è dentro al cuore di ogni abitante delle isole ed è molto ricca e variegata, tanto da aver ottenuto riconoscimenti straordinari anche a livello internazionale. Importante è la scultura sul legno, dalla produzione di maschere agli strumenti musicali (soprattutto percussioni), ma l'arte più interessante è il disegno su sabbia, patrimonio culturale tutelato dall'UNESCO e diffuso in tutto l'arcipelago. La costa orientale di Espiritu Santo, villaggio di Hog Harbour Articoli sulle Vanuatu La nascita del Bunjee Jumping Tour dell'Isola di Espiritu Santo Roi Mata: il grande Re di Vanuatu
Projet de développement de la cacaoculture de demain, performante, durable et responsable. Le cacao sera dans quelques jours sous les feux des projecteurs lors du 23e Salon du Chocolat à Paris*. Cette intense parenthèse cacaotée, qui se poursuivra pendant les fêtes, est l’occasion pour l’association Relais Desserts de lancer un signal d’alarme : la préservation des terroirs de cacao et la garantie de fèves de qualité passent plus que jamais par le développement d’une culture durable et responsable, à contre-courant du mode intensif. Œuvrer activement pour la cacaoculture de demain dans le respect de la terre et des hommes, c’est la belle aventure de « Cacao Forest ». Les nouveaux aventuriers du chocolat « Et si les chocolatiers et pâtissiers étaient les Nouveaux Aventuriers ? » Le thème de l’édition 2017 du Salon du Chocolat ne pouvait mieux exprimer le défi auquel participe Relais Desserts, association rassemblant les plus [...]
Repblica de Guinea Ecuatorial es un pas rico en recursos naturales; situacin que, sueo con aprovechar para mejorar la situacin econmica de este pas. Estos recursos naturales son: en su totalidad el bosque, el mar, la agricultura (caf y cacao), los recursos mineros y mercurios etc. La no dependencia de la economa nacional en el sector petrolero. Guinea Ecuatorial a vivir esta situacin, pedir ayuda econmica, poltica, y social, a la comunidad internacional, y especialmente de los norteamericanos o sudamericanos, para poner fin a la dictadura en Guinea Ecuatorial. Republic of Equatorial Guinea is a country rich in natural resources; situation that I dream of taking advantage of to improve the economic situation of this country. These natural resources are: in its entirety the forest, the sea, the agriculture (coffee and cacao), mining resources and mercury etc. The non-dependence of the national economy on the oil sector. Equatorial Guinea to live this situation request economic, political, and social help, from the international community, and especially from North Americans and South Americans, to put an end to the dictatorship in Equatorial Guinea. La Rpublique de Guine quatoriale est un pays riche en ressources naturelles; situation dont je rve de profiter pour amliorer la situation conomique de ce pays. Ces ressources naturelles sont: Dans son ensemble, la fort, la mer, lagriculture (caf et cacao), les ressources minires et le mercure, etc. La non-dpendance de l'conomie nationale vis--vis du secteur ptrolier. La Guine quatoriale pour vivre cette situation demander une aide conomique, politique et sociale de la part de la communaut internationale, et surtout des pays d'Amrique du Nord et d'Amrique du Sud, pour mettre fin la dictature en Guine quatoriale.
Chez moi le marbré fait toujours son effet, de plus il est parfait pour le goûter. Celui que je vous propose aujourd'hui est à base de lait concentré sucré. On obtient une texture moelleuse et parfumée, contrairement à ce qu'on peut penser, il est sucré juste ce qu'il faut. On utilise la boite comme mesure. Pour 6 personnes Préparation: 20 min Cuisson: 35 min Ingrédients: 1 boite de lait concentré sucré 2 boites de farine 1 boite d'huile de tournesol 4 œufs 4 c à s rases de cacao 1 sachet de levure chimique 10 cl de lait 1 citron 1 c à s d'extrait de vanille Préparation: Préchauffer le four à 180°C. Mélanger les œufs, le lait et l'extrait de vanille dans un saladier. Verser le lait concentré sucré. Laver et essuyer la boite, la remplir d'huile et l'ajouter au mélange Incorporer de la même manière la farine. Ajouter la levure à la préparation. Râper le zeste de citron et l'ajouter au mélange. Mélanger pour obtenir une pâte homogène. Prélever la moitié de la pâte lui incorporer le cacao . Par petite quantité inverser alternativement les deux pâtes dans un moule huilé et fariné. Enfourner 30 à 35 min en testant la cuisson avec la pointe d'un couteau. Servir froid.
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Cela peut paraître paradoxal, mais le premier producteur de fèves de cacao au monde ne produit quasiment pas de chocolat. Une erreur en passe d'être corrigée puisque l'un des géants du secteur, le français Cémoi, vient d'inaugurer sa première usine de transformation du beurre de cacao en pâte à tartiner ou en poudre pour le petit déjeuner. Cette usine a été inaugurée par le président Alassanne Ouattara dans la zone industrielle de Yopougon à Abidjan et les autorités ivoiriennes espèrent que c'est la première d'une longue série.
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