Il Frustingo (o fristingo o - nel pesarese - bostrengo) è un dolce tipico marchigiano, diffuso soprattutto nel Piceno, a base di frutta secca e fichi. Si racconta che il Frustingo sia il più antico dolce di Natale, al punto d’essere più remoto ancora del Natale stesso, e che la sua ricetta, più di duemila anni fa, sia passata dalle mani etrusche a quelle picene. Una ricetta che vedeva l’alica (semolino composto da farro, orzo, grano duro, spelta e grano gentile marzaiolo) impastata con il succo d’uva passita e cotta in olle di creta. Il frustingo era quindi un pane povero e sostanzioso, apprezzato dai romani, che lo chiamarono panis picentinus, ed oggetto dell’interesse di Plinio, che descrisse come veniva consumato ammorbidito nel miele. La ricetta classica, che si è lentamente e naturalmente evoluta nel tempo, sia per il variare del gusto che per ovviare alla scarsa reperibilità di alcuni ingredienti, prevede quale composto principale il pane raffermo tagliato finemente ed ammorbidito in una sorta di brodo di fichi secchi mescolato a mosto cotto (nelle Marche chiamato sapa) al quale vengono aggiunti frutta secca, cioccolato e spezie (senza dimenticare una spruzzatina di mistrà all’anice, presente in numerosi dolci marchigiani). Come vuole una tradizione che nella gastronomia non bada ai tempi di preparazione ma alla cura ed alla genuinità delle proprie pietanze, l’impasto si lavora lungo, con l’aiuto dell’ottimo olio d’oliva locale da aggiungere di tanto in tanto. Dopo un prolungato riposo e posto nelle forme, il frustingo viene quindi cotto nel forno a legna per essere quindi finalmente gustato, magari accompagnato da un bicchiere di vino cotto, in tutta la sua antica fragranza evidentemente ancora ben gradita, visto che questo rustico dolce natalizio è diffuso -seppur con nomi diversi - su tutto il territorio regionale sino a sconfinare nell’Abruzzo. Il frustingo è inserito ufficialmente fra i prodotti tradizionali della regione quale tipicità da salvaguardare, tutelare e promuovere. La Ricetta Ingredienti: gr. 75 zucchero gr.75 mandorle noce moscata qb gr. 50 pane grattugiato cannella in polvere qb. gr. 80 di noci gr. 50 cedro candito gr. 90 cioccolato grattugiato gr. 75 uvetta passolina gr. 750 fichi secchi gr. 90 miele scorza di limone qb. gr.100 farina di tritello mosto cotto qb. gr. 140 olio d'oliva Tenere i fichi a bagno in acqua tiepida per una notte, scolarli e lavarli. Farli bollire in una padella, fino a quando non sono morbidi, quindi scolarli, asciugarli e dopo averli tritati grossolanamente sistemarli in una terrina. Aggiungere l'uvetta, precedentemente ammorbidita in acqua tiepida, il miele, lo zucchero e il cedro tritato Dopo aver scottato in acqua bollente le mandorle e i gherigli e averli pelati, tostare le mandorle in forno. Aggiungere nella terrina, le mandorle e i gherigli spezzettati, e poi il cioccolato la farina e il pane. Insaporire il tutto con la noce moscata, un pizzico di cannella e la scorza grattugiata del limone Impastare il composto aggiungendo 125 gr di olio e tanto mosto quanto basta per dare consistenza all'impasto. Versarlo poi in una tortiera ben unta e mettere nel forno già caldo (160°). Cuocere fino a quando il Frustingo non sarà di un colore bruno-dorato. Servire freddo. Fonti: www.wikipedia.it ; per la ricetta: www.bymarche.it
Cingoli (MC) è adagiata sulla sommità del Monte Circe a 631 m s.l.m., per la sua posizione panoramica sul territorio marchigiano è denominata il "Balcone delle Marche". Per le foto: [email protected]
Vintage illustrations and postcards
Ridendo e scherzando, quasi senza neppure accorgerci, siamo arrivati al 20 di aprile, giorno stabilito per la pubblicazione della ricetta tipica delle Marche. Questo mese la rubrica "L'Italia nel piatto" raccoglierà tutte le ricette della gastronomia italiana che hanno come tema; ricette al forno salate. E' ovvio che, come rappresentante della regione Marche, ho trovato molto difficoltà nella scelta del piatto; tanti dubbi dovuti alla vastità degli elaborati possibili da realizzare nel forno a legno, elettrico, a gas. E tanto per rendervi l'idea: tutta la serie di pizze, lasagne o vincisgrassi, cannelloni, coda di rospo con le patate, baccalà al forno, coniglio in porchetta, piccione ripieno, spigola al cartoccio, oca arrosto o imporchettata. Senza parlare dei vari i tipi di cottura che vengono realizzati nel forno con l'ausilio del famoso coccio, come la pecora nel coccio cotta nel forno a legna oppure rotolo di tacchino in porchetta con le castagne. Tra tanta scelta mi sono chiesta: "Perché non proporre qualcosa di più semplice, alla portata di tutti e allo stesso tempo valida e dai mille utilizzi?" Ed ho optato per TEGLIA DI VERDURE GRATINATE AL FORNO Sono sicura che anche le mie compagne di viaggio della rubrica "L'Italia nel piatto", hanno preparato dei succulenti e gustosi piatti e ... a dir la verità, sono proprio curiosa!!! Valle D'Aosta - Zuppa di pane, la Vapellenentse Piemonte - Patate alla savoiarda Lombardia - Asparagi fasciati Trentino Alto Adige -Smacafam Veneto - Spiedini di polenta Friuli Venezia Giulia - Schinkenflecken Emilia Romagna - Batarò Liguria - Torta di bianchetti Toscana - Torta di carciofi Umbria - Biscio Marche - Verdure gratinate al forno Abruzzo - Cannelloni all'abruzzese Molise - Fiarone Lazio - Zucchine imbottite alla romana Campania - Pizza con mozzarella di bufala Puglia - Tiedd d recchitedd o furn Basilicata - Orecchiette al tegamino Calabria - Rotolo con rosamarina Sicilia - Parmigiana di melanzane Sardegna - Torta salata con carne e olive sa pingiadedda Guest blog per il mese di Aprile dal Lazio - Panzerotti alla romana Ingredienti verdure miste (peperoni, melanzane, pomodori, patate ecc) pane grattugiato aglio, prezzemolo olio, pepe e sale Per prima cosa prepariamo il nostro impasto per il gratin: mettiamo in una ciotola il pane grattugiato, l'aglio, il prezzemolo il sale e il pepe ed infine l'olio mescolando bene tutti gli ingredienti. Ora prepariamo le nostre verdure scelte in base alle nostre preferenze. le laviamo, le mondiamo e le tagliamo a metà scavandole nella parte centrale e le saliamo. A questo punto possiamo iniziare a farcire le nostre verdure con l'impasto preparato precedentemente. Sistemiamo le verdure in una teglia foderata con carta da forno, aggiungiamo un bicchiere di acqua nel fondo, un leggero giro d'olio e ... non si rimane che infornare!!! Mi raccomando: forno preriscaldato a 200° per circa un'ora. Ecco le nostre verdure Ehi! Ragazzi, vi lascio con queste immagini. Beh! Ehm! Io ho ... un urgente impegno!!!!!! Mi attendono i vostri pomodori gratinati! Buon appetito!
Il castello di Moresco (FM), sorge in posizione strategica sulla sommità di un colle che controlla la sottostante valle dell'Aso, nel punto dove la via che risale dal mare si incrocia con quelle che giungono da Fermo e Monterubbiano sulla pendice settentrionale e quella che sale a Montefiore dell'Aso sulla pendice meridionale. Per richiedere le foto scrivi a: [email protected]
local, seasonal Italian recipes
Romani, medievali, antichissimi, o opera di architetti moderni: da Cividale a Venezia, fino a Bosa: i 30 Ponti più belli d'Italia.
The vast majority of people who visit LORETO are pilgrims, over four million of whom arrive every year to pay their respects at what they believe is the House of the Virgin Mary where Jesus spent his childhood. The house is contained within a huge hilltop basilica visible from miles around. However, away from the religious frenzy, the town, it must be said, has little to offer. The primitive stone House of the Virgin Mary (Santa Casa) with only three walls, sits within a grand and very far from humble basilica, featuring works by such Renaissance luminaries as Bramante, Antonio da Sangallo, Sansovino, Lotto and Luca Signorelli, many of which depict scenes from the life of Mary. Inside the house, pride of place is given to a copy of the famous Black Madonna of Loreto; the medieval original, once crazily attributed to St Luke, was destroyed in a fire in 1921. For the non-believer the religious fervour can come as a surprise, with some pilgrims pressing their cheeks against the blackened, crumbling brick walls mumbling tearful prayers, others on their knees in a trance-like state in front of the Madonna. Talking in here is not a good idea as you will be unceremoniously shushed by the grim-faced nuns. Note that at peak times you may not be able to look around the Holy House as a service is usually being conducted for visiting pilgrims, and it is closed from 12.30pm to 2.30pm. Over the centuries, Loreto built up a covetable collection of treasures donated by wealthy believers. One of the most costly and idiosyncratic was a golden baby bequeathed by Louis XIII of France, weighing exactly the same as his long-awaited heir, the future Louis XIV. The basilica was ransacked in 1798 by Napoleonic troops, most of the plunder ending up on the shelves of the Louvre in Paris. Following Napoleon’s demise, subsequent popes managed to retrieve many of the valuables, but the majority were stolen again in 1974 in what became known as the “holy theft of the century”. Loreto owes its existence to one of the Catholic Church’s more surreal legends. The story goes that in 1292, when the Muslims kicked the Crusaders out of Palestine, a posse of angels flew the house of Mary from Nazareth, the Santa Casa, to Dalmatia, and then, a few years later, whisked it across the Adriatic to Loreto. In the face of growing scepticism, the Vatican came up with the more plausible story that the Holy House was transported to Loreto on board a Crusader ship. Not surprisingly, though, this new theory doesn’t have the same hold on the Catholic imagination, and the Madonna of Loreto continues to be viewed as the patron saint of aviators: Lindbergh took an image of her on his landmark Atlantic flight in 1927, and a medallion inscribed with her image also accompanied the crew of Apollo 9. For centuries she was also credited with military victories – presumably she was thought to have power over projectiles. During the Baroque period the Santa Casa was copied by pious architects across central Europe, most notably in Bohemia and Moravia where tens of replicas were built. The finest of these stands next to Prague Castle. Via Mariano Pallottini
Coffee, a blend of liqueurs, sugar and lemon rind: typical Fano fishermen drink