Quando pubblicai le Tavole miniate del "Canone di Avicenna" (post del 2 marzo), sapevo già di queste altre Tavole miniate, adocchiate e prelevate sempre dalla famosa libreria ... ed ora scansionate e approntate per essere postate. Sono pagine riprodotte, copiate fedelmente da Manoscritti Miniati e Libri d'Ore. Rimango dubbiosa sul come dire, se riproduzioni totali o parziali, dato che, le tavole che ho in mano, so che sono copie stampate, ma, questa stampa, riproduce fedelmente tutte le diverse dorature delle pagine e, al tatto, la doratura si presenta in rilievo rispetto agli altri colori, come se l'oro fosse stato applicato in una fase successiva la stampa. Peccato non si possa vedere la luce dorata che altrimenti si vedrebbe se lo scanner non appiattisse, rendendo tutti i colori omogenei. Le Tavole miniate sono 32 e ciascuna misura 20 x 17 cm. Stampate nelle Off. Grafiche Elli & Pagani per conto dei Laboratori Farmaceutici Maestretti Spa di Milano, nel 1955. INTRODUZIONE AI LIBRI D'ORE Libro d'Ore: Libro di orazioni per i laici che racchiude preghiere da recitarsi alle diverse ore del giorno. La Regola di San Benedetto ricorda le parole del Salmo: “Sette volte al giorno ti ho lodato” e “nel mezzo della notte mi alzavo per lodarti”. Da questa frase traggono origine le Ore Canoniche ovvero l'insieme di invocazioni e suppliche che scandiscono la giornata. Le Ore canoniche composte da una preghiera notturna e sette diurne sono così suddivise: - mattutino: circa a mezzanotte; - laudi: al sorgere del sole; - prima: circa alle 6, al risveglio; - terza : circa alle 9; - sesta : circa alle 12, ora del pasto; - nona : circa alle 15; - vespri: al tramonto; - compieta: prima di coricarsi. Come si può vedere gli intervalli sono di circa tre ore. Ore di sessanta minuti. Ma il tempo del Medioevo non era scandito dalla divisone perfetta di un congegno meccanico bensì dalla luce solare e anche le Ore variavano a seconda della stagione. Già nelle comunità monastiche del X° secolo vengono recitate le preghiere nelle Ore canoniche, ma il primo vero Libro d'ore risale alla metà del XIII° secolo come derivazione dal Breviario. Gli elementi che compongono il libro d'ore si sono mantenuti nei secoli e sono composti da un numero di parti ben definite per scandire i momenti più significativi della giornata come il risveglio, il pasto, il coricarsi. Oltre a questo contiene preghiere da recitarsi in occasioni particolari come l'Ufficio dei Defunti e le invocazioni ai Santi. Tutti gli elementi descritti possono variare notevolmente nel contenuto e nell'ordine seguendo liturgie locali. Solitamente comprendono: - il calendario che indica le date delle festività della chiesa e i santi; - gli estratti dai Vangeli; - le Ore della Vergine, la parte più importante e corposa che contiene una serie di preghiere e Salmi dedicati alla Vergine Maria; - le Ore sussidiarie della Croce e dello Spirito Santo; - i Salmi penitenziali e le Litanie (sono sempre insieme); - l'Ufficio dei defunti; - devozioni a particolari santi e addizionali preghiere in onore della Vergine. Il testo è normalmente in latino ma alcune preghiere speciali dell'ultima parte sono spesso in lingua volgare. Talvolta, ed in particolare in Germania o nell'area olandese, l'intero libro è nella lingua corrente. Uno degli aspetti più affascinanti del libro d'Ore è indubbiamente la sua diffusione. Questi piccoli libri, destinati all'uso personale viaggiarono per tutta l'Europa accompagnando i proprietari nei loro viaggi. Spesso erano offerti in dote alla futura sposa, oppure ad un monaco in particolari occasioni, o donati ad un nobile come omaggio al suo potere. Le famiglie vi annotavano le date più significative, i matrimoni, le nascite, le morti e di generazione in generazione, trasmessi per eredità cambiavano proprietario, divulgavano le idee, i gusti e i nuovi stili in nuovi paesi. Molte biblioteche personali furono arricchite da questi oggetti preziosi. La committenza era composta innanzitutto dagli aristocratici e da alti prelati ma la nascente borghesia cominciò anch'essa a volerli possedere e divennero ben presto oggetti di lusso e simboli dello status sociale. Accanto agli esemplari riccamente decorati in oro e in azzurro, carichi di dipinti a piena pagina e destinati alle classi più alte, vi erano quelli di qualità più “ordinaria”, con poche illustrazioni e rivolti alle classi medie che cercavano di migliorare il loro status sociale anche attraverso il libro. Il libro d'Ore, codice manoscritto e spesso miniato, rimane testimone diretto e tangibile di una delle più grandi evoluzioni sociali d'Europa. L'estensione e la qualità delle decorazioni dipendeva fortemente dalle disponibilità economiche dell'acquirente che se molto ricco poteva permettersi di scegliere il miniatore e anche lo stile. La pagina divenne il campo dell'espressione artistica come testimonianza del gusto e del costume del tempo. Attraverso le miniature oggi apprendiamo aspetti interessanti sulla vita quotidiana del tempo come l'abbigliamento, il cibo, le abitazioni e gli arredi. Tutti i Libri d'Ore sono decorati, alcuni hanno solo iniziali miniate ma la maggior parte è ornata con miniature, piccoli-grandi capolavori modellati da geniali artisti. I miniatori noti, rispetto a coloro che effettivamente lavorarono, sono pochi. Alcuni vengono ricordati con il nome della città dove operarono - il Maestro di Troyes, di Gerona -, altri col nome del committente o dell'opera più importante loro attribuita come il Maestro del Breviario Francescano, il Maestro dei Corali di S.Domenico. Tra le imprese editoriali più importanti, qui intese come vere e proprie produzioni seriali, primeggiarono gli ateliers fiamminghi, quelli borgognoni, quelli di Parigi e di Tours. I miniatori più famosi in assoluto sono i fratelli Limbourg che attorno al 1413. miniarono un capolavoro universale, Les Très Riches Heures per il Duca di Berry. Si tratta di uno dei più importanti tesori artistici della Francia e rappresenta il culmine nell'arte della miniatura francese per la raffinatezza nella cura dei particolari e del paesaggio. Ma prima di loro vanno ricordati altri artisti francesi come Jean Pucelle che nel XIV secolo introdusse nuovi canoni artistici come una composizione più libera capace di rendere la profondità dello spazio. Pucelle realizzò una serie di piccoli capolavori come le Heures de Jeanne d'Evreux per la moglie di Carlo IV il Bello e le “Ore “ dette di Jean Pucelle da lui miniate nella seconda metà del XIV secolo. A tratti la sua arte lascia trasparire un'influenza italiana legata ad un probabile soggiorno dell'artista in Toscana. Nello stesso periodo in Italia nasce con Giotto un nuovo spazio figurativo. Questa rivoluzione sconvolge anche l'arte della miniatura fino ad allora basata sulla assoluta bidimensionalità della pagina e teatro del mutamento fu la Francia, e non l'Italia, perchè qui, più che altrove, si era affermata questa forma espressiva. Anche Jan Van Eyck, grande innovatore della pittura fiamminga del XV, esordì con la miniatura. E' questo uno dei numerosi esempi in cui un pittore di fama indiscussa si misura anche in questo campo. Un altro grande pittore e miniatore francese del XV secolo, Jean Fouquet, fu anch'esso influenzato da elementi dello stile toscano acquisiti nel suo viaggio in Italia. Le sue opere sono rinomate per la precisione dei particolari e la raffinata tecnica derivata dalla scuola fiamminga. Un esempio sono Les Heures d'Etienne Chevalier, importante Libro d'Ore con sessanta miniature a piena pagina. In questo panorama non possiamo dimenticare Simon Bening, figura di spicco degli anni a cavallo del '500 che lavorò al servizio di Carlo V e fu autore di opere di qualità eccelsa. Bening, che apprese l'arte dal padre pittore, continua la tradizione fiamminga ma infonde una nuova luce alle immagini. Per quanto riguarda la miniatura italiana ci limitiamo a citare le figure emergenti senza affrontare aspetti stilistici che meriterebbero ben altro spazio. Ricordiamo Oderisi da Gubbio famoso miniatore attivo a Bologna alla fine del XIII secolo. La celeberrima citazione di Dante che pone in parallelo a Cimabue e Giotto per la pittura il binomio Oderisi - Franco Bolognese per l'arte miniatoria sottolinea l'importanza della miniatura, posta sullo stesso piano di pittura e poesia nell'Italia di primo trecento. A Ferrara, uno tra i maggiori centri di produzione libraria alla metà del XV secolo, lavorarono Taddeo Crivelli, uno dei più importanti miniatori alla corte estense autore della celeberrima Bibbia di Borso d'Este, assieme a Guglielmo Giraldi che lavorò per i Gonzaga e per Federico da Montefeltro. Del periodo di transizione fra Tardogotico e Rinascimento vanno ricordati anche Giovanni Belbello da Pavia autore di parte dell'Offiziolo di Gian Galeazzo Visconti, Michelino da Besozzo il cui capolavoro è rappresentato dal Libro d'Ore, già Bodmer, oggi alla Pierpont Morgan library di New York, Attavante degli Attavanti ( attivo a cavallo tra XV e XVI secolo) autore della Bibbia di Federico da Montefeltro e di molte opere per Mattia Corvino, re di Ungheria. Numerosi furono gli artisti, noti come pittori, che lavorarono anche come miniatori. Già abbiamo detto di Van Eyck. Per l'Italia citiamo Pietro Cavallini alla fine del XIII secolo, Neri da Rimini e Simone Martini nel secolo successivo, Lorenzo Monaco, Beato Angelico, Andrea Mantegna, Cosmè Tura, Giovanni Bellini, Pinturicchio e Francesco di Giorgio Martini, ingegnere e architetto nel corso del XV secolo. http://www.giuseppesolmi.it/restauro.html Continua ... (anche l'introduzione ai Libri d'Ore) Tavole 6/32
Quando pubblicai le Tavole miniate del "Canone di Avicenna" (post del 2 marzo), sapevo già di queste altre Tavole miniate, adocchiate e prelevate sempre dalla famosa libreria ... ed ora scansionate e approntate per essere postate. Sono pagine riprodotte, copiate fedelmente da Manoscritti Miniati e Libri d'Ore. Rimango dubbiosa sul come dire, se riproduzioni totali o parziali, dato che, le tavole che ho in mano, so che sono copie stampate, ma, questa stampa, riproduce fedelmente tutte le diverse dorature delle pagine e, al tatto, la doratura si presenta in rilievo rispetto agli altri colori, come se l'oro fosse stato applicato in una fase successiva la stampa. Peccato non si possa vedere la luce dorata che altrimenti si vedrebbe se lo scanner non appiattisse, rendendo tutti i colori omogenei. Le Tavole miniate sono 32 e ciascuna misura 20 x 17 cm. Stampate nelle Off. Grafiche Elli & Pagani per conto dei Laboratori Farmaceutici Maestretti Spa di Milano, nel 1955. INTRODUZIONE AI LIBRI D'ORE Libro d'Ore: Libro di orazioni per i laici che racchiude preghiere da recitarsi alle diverse ore del giorno. La Regola di San Benedetto ricorda le parole del Salmo: “Sette volte al giorno ti ho lodato” e “nel mezzo della notte mi alzavo per lodarti”. Da questa frase traggono origine le Ore Canoniche ovvero l'insieme di invocazioni e suppliche che scandiscono la giornata. Le Ore canoniche composte da una preghiera notturna e sette diurne sono così suddivise: - mattutino: circa a mezzanotte; - laudi: al sorgere del sole; - prima: circa alle 6, al risveglio; - terza : circa alle 9; - sesta : circa alle 12, ora del pasto; - nona : circa alle 15; - vespri: al tramonto; - compieta: prima di coricarsi. Come si può vedere gli intervalli sono di circa tre ore. Ore di sessanta minuti. Ma il tempo del Medioevo non era scandito dalla divisone perfetta di un congegno meccanico bensì dalla luce solare e anche le Ore variavano a seconda della stagione. Già nelle comunità monastiche del X° secolo vengono recitate le preghiere nelle Ore canoniche, ma il primo vero Libro d'ore risale alla metà del XIII° secolo come derivazione dal Breviario. Gli elementi che compongono il libro d'ore si sono mantenuti nei secoli e sono composti da un numero di parti ben definite per scandire i momenti più significativi della giornata come il risveglio, il pasto, il coricarsi. Oltre a questo contiene preghiere da recitarsi in occasioni particolari come l'Ufficio dei Defunti e le invocazioni ai Santi. Tutti gli elementi descritti possono variare notevolmente nel contenuto e nell'ordine seguendo liturgie locali. Solitamente comprendono: - il calendario che indica le date delle festività della chiesa e i santi; - gli estratti dai Vangeli; - le Ore della Vergine, la parte più importante e corposa che contiene una serie di preghiere e Salmi dedicati alla Vergine Maria; - le Ore sussidiarie della Croce e dello Spirito Santo; - i Salmi penitenziali e le Litanie (sono sempre insieme); - l'Ufficio dei defunti; - devozioni a particolari santi e addizionali preghiere in onore della Vergine. Il testo è normalmente in latino ma alcune preghiere speciali dell'ultima parte sono spesso in lingua volgare. Talvolta, ed in particolare in Germania o nell'area olandese, l'intero libro è nella lingua corrente. Uno degli aspetti più affascinanti del libro d'Ore è indubbiamente la sua diffusione. Questi piccoli libri, destinati all'uso personale viaggiarono per tutta l'Europa accompagnando i proprietari nei loro viaggi. Spesso erano offerti in dote alla futura sposa, oppure ad un monaco in particolari occasioni, o donati ad un nobile come omaggio al suo potere. Le famiglie vi annotavano le date più significative, i matrimoni, le nascite, le morti e di generazione in generazione, trasmessi per eredità cambiavano proprietario, divulgavano le idee, i gusti e i nuovi stili in nuovi paesi. Molte biblioteche personali furono arricchite da questi oggetti preziosi. La committenza era composta innanzitutto dagli aristocratici e da alti prelati ma la nascente borghesia cominciò anch'essa a volerli possedere e divennero ben presto oggetti di lusso e simboli dello status sociale. Accanto agli esemplari riccamente decorati in oro e in azzurro, carichi di dipinti a piena pagina e destinati alle classi più alte, vi erano quelli di qualità più “ordinaria”, con poche illustrazioni e rivolti alle classi medie che cercavano di migliorare il loro status sociale anche attraverso il libro. Il libro d'Ore, codice manoscritto e spesso miniato, rimane testimone diretto e tangibile di una delle più grandi evoluzioni sociali d'Europa. L'estensione e la qualità delle decorazioni dipendeva fortemente dalle disponibilità economiche dell'acquirente che se molto ricco poteva permettersi di scegliere il miniatore e anche lo stile. La pagina divenne il campo dell'espressione artistica come testimonianza del gusto e del costume del tempo. Attraverso le miniature oggi apprendiamo aspetti interessanti sulla vita quotidiana del tempo come l'abbigliamento, il cibo, le abitazioni e gli arredi. Tutti i Libri d'Ore sono decorati, alcuni hanno solo iniziali miniate ma la maggior parte è ornata con miniature, piccoli-grandi capolavori modellati da geniali artisti. I miniatori noti, rispetto a coloro che effettivamente lavorarono, sono pochi. Alcuni vengono ricordati con il nome della città dove operarono - il Maestro di Troyes, di Gerona -, altri col nome del committente o dell'opera più importante loro attribuita come il Maestro del Breviario Francescano, il Maestro dei Corali di S.Domenico. Tra le imprese editoriali più importanti, qui intese come vere e proprie produzioni seriali, primeggiarono gli ateliers fiamminghi, quelli borgognoni, quelli di Parigi e di Tours. I miniatori più famosi in assoluto sono i fratelli Limbourg che attorno al 1413. miniarono un capolavoro universale, Les Très Riches Heures per il Duca di Berry. Si tratta di uno dei più importanti tesori artistici della Francia e rappresenta il culmine nell'arte della miniatura francese per la raffinatezza nella cura dei particolari e del paesaggio. Ma prima di loro vanno ricordati altri artisti francesi come Jean Pucelle che nel XIV secolo introdusse nuovi canoni artistici come una composizione più libera capace di rendere la profondità dello spazio. Pucelle realizzò una serie di piccoli capolavori come le Heures de Jeanne d'Evreux per la moglie di Carlo IV il Bello e le “Ore “ dette di Jean Pucelle da lui miniate nella seconda metà del XIV secolo. A tratti la sua arte lascia trasparire un'influenza italiana legata ad un probabile soggiorno dell'artista in Toscana. Nello stesso periodo in Italia nasce con Giotto un nuovo spazio figurativo. Questa rivoluzione sconvolge anche l'arte della miniatura fino ad allora basata sulla assoluta bidimensionalità della pagina e teatro del mutamento fu la Francia, e non l'Italia, perchè qui, più che altrove, si era affermata questa forma espressiva. Anche Jan Van Eyck, grande innovatore della pittura fiamminga del XV, esordì con la miniatura. E' questo uno dei numerosi esempi in cui un pittore di fama indiscussa si misura anche in questo campo. Un altro grande pittore e miniatore francese del XV secolo, Jean Fouquet, fu anch'esso influenzato da elementi dello stile toscano acquisiti nel suo viaggio in Italia. Le sue opere sono rinomate per la precisione dei particolari e la raffinata tecnica derivata dalla scuola fiamminga. Un esempio sono Les Heures d'Etienne Chevalier, importante Libro d'Ore con sessanta miniature a piena pagina. In questo panorama non possiamo dimenticare Simon Bening, figura di spicco degli anni a cavallo del '500 che lavorò al servizio di Carlo V e fu autore di opere di qualità eccelsa. Bening, che apprese l'arte dal padre pittore, continua la tradizione fiamminga ma infonde una nuova luce alle immagini. Per quanto riguarda la miniatura italiana ci limitiamo a citare le figure emergenti senza affrontare aspetti stilistici che meriterebbero ben altro spazio. Ricordiamo Oderisi da Gubbio famoso miniatore attivo a Bologna alla fine del XIII secolo. La celeberrima citazione di Dante che pone in parallelo a Cimabue e Giotto per la pittura il binomio Oderisi - Franco Bolognese per l'arte miniatoria sottolinea l'importanza della miniatura, posta sullo stesso piano di pittura e poesia nell'Italia di primo trecento. A Ferrara, uno tra i maggiori centri di produzione libraria alla metà del XV secolo, lavorarono Taddeo Crivelli, uno dei più importanti miniatori alla corte estense autore della celeberrima Bibbia di Borso d'Este, assieme a Guglielmo Giraldi che lavorò per i Gonzaga e per Federico da Montefeltro. Del periodo di transizione fra Tardogotico e Rinascimento vanno ricordati anche Giovanni Belbello da Pavia autore di parte dell'Offiziolo di Gian Galeazzo Visconti, Michelino da Besozzo il cui capolavoro è rappresentato dal Libro d'Ore, già Bodmer, oggi alla Pierpont Morgan library di New York, Attavante degli Attavanti ( attivo a cavallo tra XV e XVI secolo) autore della Bibbia di Federico da Montefeltro e di molte opere per Mattia Corvino, re di Ungheria. Numerosi furono gli artisti, noti come pittori, che lavorarono anche come miniatori. Già abbiamo detto di Van Eyck. Per l'Italia citiamo Pietro Cavallini alla fine del XIII secolo, Neri da Rimini e Simone Martini nel secolo successivo, Lorenzo Monaco, Beato Angelico, Andrea Mantegna, Cosmè Tura, Giovanni Bellini, Pinturicchio e Francesco di Giorgio Martini, ingegnere e architetto nel corso del XV secolo. http://www.giuseppesolmi.it/restauro.html Continua ... (anche l'introduzione ai Libri d'Ore) Tavole 6/32
Animali innocenti e indifesi che, a fondo testo, si tramutano in killer spietati: alcuni esempi di drôlerie, le figure grottesche disegnate dai miniaturisti nelle note a margine.
Your virtual eye on illuminated manuscripts, rare books, and the stories behind them. By Franco Cosimo Panini Editore.
Prima di diventare l'animale simbolo della Pasqua, lepri e conigli hanno popolato le pagine dei codici medievali. Molto spesso con intenti bellicosi.
Paris, BNF
St Margaret of Antioch, patron saint of pregnancy, labour, and childbirth.Horae ad usum fratrum praedicatorum (Hours of Frederick of Aragon). Tours, 1501-1504. Artist: Jean Bourdichon. And whilst she was in prison, she prayed our Lord that the fiend that had fought with her, he would visibly…
I monaci amanuensi sono stati i primi disegnatori horror della storia
Your virtual eye on illuminated manuscripts, rare books, and the stories behind them. By Franco Cosimo Panini Editore.
Lewis E 102, F.L.P.
Nei manoscritti miniati sono spesso rappresentati dei conigli feroci. Vanno in battaglia, suonano e celebrano cerimonie per prepararsi a combattimenti sanguinari. Sembrano proprio illustrazioni di un fumetto horror.
С XII в. в искусстве получает отражение антитеза, характерная для эстетики средневековья, когда сакральной музыке новой песни противопоставлена старая, то есть языческая музыка. При этом, инструментальная музыка как в западной, так и восточной христианской…
Your virtual eye on illuminated manuscripts, rare books, and the stories behind them. By Franco Cosimo Panini Editore.
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Mahzor (festival prayer book) for Shavuot and Sukkot, Origin: Germany, S. (area of Lake Constance); ca. 1322. Detail of a page; historiated initial-word panel of the Receiving the Law with Moses...
Astounded falcon, book of hours, Thérouanne c. 1280-1290 (Marseille, Bibliothèque municipale, ms. 111, fol. 132r)
Jean de La Fontaine – Posts Lire tous les posts – Jean de La Fontaine Jean de La Fontaine – Pagina in het Nederlands Jean de la Fontaine (1621-1695), Les Fabl…
That fox pulling the papal tiara off Celestine V’s head in my last post reminded me of Reynard the Fox, a very popular medieval fable which developed in the later twelfth and thirteen centuries in France and Germany, from where it spread throughout western Europe: the many “branches” of Reynard verse are generally grouped together …
By the name of it, you'd think it was another falconry manuscript like De Arte Venandi Cum Avibus, but it's actually a two volume liturgical book that was created in Germany between 1503 and 1510. It's called The Geese Book due to this illustration in the first book: Illustration from the bottom of a page showing a wolf leading a choir of geese, with a fox standing over them. Keeping the fowl singers in line? ...I'll get my coat... The volumes largely contain musical notation for chants with several very decorative illuminations. It's believed that one monk acted as scribe, whilst another chap was the artist. Having researched it a bit, I found out that this book is huge -- 25.75" x 17.5" -- and made of vellum with pigskin bindings. That's a lot of book, which doesn't sound massive until you see pictures: Left: The cover of volume II of The Geese Book. Sooo very pretty! Right: Pictures of the book being digitised by the good people at The Arizona Center for Medieval and Renaissance Studies. The book contains a variety of chants for use at different times, some with some gorgeous illuminated margins and letters. Some of these chants are suggested for use at very precise days, such as the first Sunday in Advent, which, incidentally, has a really beautiful page, with a really odd illustration at the bottom: Bear and bear hunter in a bear hug. It looks oddly like a reconciliation rather than the bear attacking... Even after all these centuries, the gold on these pages is bright and looks absolutely stunning. The best example is a page with notation for chants on Trinity Sunday. The whole page is beautiful and in fantastic condition: Look how shiny that gold is! Also, I totally agree that the best time to shoot a deer with antlers like that is when it's asleep. For a higher res and zoomable image, check this page out. ACMRS has been digitising this manuscript since at least 2004. It became available online yesterday. I genuinely feel the need to thank the people who worked on this project for putting it online in this fashion. Without their work, I would never have lost myself in these two books which were created by two talented men. If you want to know more, examine the manuscript or even hear the chants (yeah, that hard work was part of the project too!), here's a link that'll take you straight to the online versions of the book: http://geesebook.asu.edu/volumes.htm. Enjoy!
I have long been fascinated by medieval manuscripts, incunabula, and early books in general. Recently I stumbled upon a number of images that included manicules within text margins and thought —whe…