Abbiamo finalmente restituito tutti i libri presi in biblioteca, nell'attesa che riapra (si spera) in ottobre, come dicono, non ce ne facciamo un cruccio: la bella stagione ci vedrà impegnate in altro. Un pro-memoria per me che sia anche uno spunto per altri sulle letture che qui da noi hanno riscosso maggior successo tra quelle bibliotecarie. Titolo originale: What pet to get? Titolo italiano: Un cucciolo tutto per me Autore: Emma Dodd Editore: Edizioni Lapis Ecco un altro libro di grande formato, con illustrazioni grandi, grandissime, come piacciono tanto ai bambini più piccoli, essenziali, divertenti, al limite del paradosso. Del resto, cosa vi volevate aspettare da una che si disegna così? Beh, io mi aspetterei qualcosa di goticheggiante, uno humor un po' noir, un po' alla Tim Burton, modello famiglia Addams, ecco. E un pochino Tommy (versione italiana dell'originario Jack... mah! Chissà poi perchè), coi suoi occhi cerchiati, la sua propensione, anzi, predilezione per bestie più o meno feroci, ma comunque assai poco addomesticabili, se non altro per le loro enormi dimensioni, che li renderebbero difficilmente adattabili ad un contesto condominiale, ma anche per uno da villetta monofamiliare, Tommy, si diceva, ricorda un poco certi personaggi di impostazione burtoniana, ma queste sono sottigliezze che può cogliere giusto la mamma che legge. La bambina non vede altro che un bambino come lei, che sogna sui suoi libri illustrati quanto sarebbe bello dividere la propria vita con uno di quei cuccioli finora visti solo in fotografia, o in tv: una tigre, un leone, o, perché no: un dinosauro? E' così che un bel giorno decide di proporre alla mamma: prendiamo un cucciolo? (Notare: a conferma dell'ossessione del piccolo per animali da compagnia non proprio convenzionali sulla portiera del frigorifero ci sono due disegni di Tommy che rappresentano un elefante e uno squalo. Adoro questi dettagli!) La mamma è scaltra, accidenti a lei, e ci vede subito il potenziale distruttivo e apocalittico del caso, in quell'innocente richiesta. Si vede che lo conosce un po', suo figlio. Però è anche aperta al dialogo e possibilitsa. Insomma, la mamma non è che dice: ok, allora prendiamo un criceto, va bene? No, lei chiede: e cosa ti piacerebbe? Ovviamente Tommy parte sciorinando tutta una serie di articoli da zoo, alla cui adozione la poveretta non può certo accondiscendere. Un elefante... Una giraffa... Un coccodrillo... Ottima idea, risponde lei, puntualmente, senza scomporsi. Peccato che... Come faremo a portare l'elefante in vacanza? Il leone non spaventerà il postino? A questi aspetti pratici della questione Tommy proprio non aveva pensato. pazienza: vorrà dire che penserà a qualcos'altro... A Tommy piacciono gli animali grandi. Questi animali, del resto, sono così grandi, ma così grandi, che non entrano nemmeno nella pagina: la riempiono tutta quasi per intero, e a Tommy non rimane che fare capolino dall'ultimo angolino rimasto libero. La mamma, poi, dov'è? E' voce fuori campo, come nella migliore tradizione fumettistica per l'infanzia (vedi Peanuts): è presente, ma non viene inclusa se non per parziali scorci nel campo visivo infantile, ingombro per altro dalle inverosimili fantasticherie zoologiche che ne popolano l'immaginario. Il lettore ne vede sempre solo parti isolate: le mani infilate nei guanti da cucina, la chioma arruffata che spunta da sotto le coperte al mattino, quando Tommy la sveglia trionfante: ha finalmente capito quale sia l'animale che fa per lui: Ops! Mi sa che vi ho svelato il finale! Credo che questo libro, oltre ad essere un piacevole e divertente gioco di indovinelli da farsi coi piccoli, rappresenti un utile manuale per le mamme meno esperte e più ingenue su come approcciarsi alle pretese impossibili dei propri figli, perché tanto lo so, che arriverà anche quel momento! Non dire "NO" e basta, ma condurre alla non-fattibilità della cosa attraverso il ragionamento autonomo, guidato. Magari non risolve del tutto la situazione, ma può aiutare ad "arginare" il problema! Voto finale: 8,5 *** Seconda proposta: Titolo originale: Ten dirty pigs, ten clean pigs Titolo italiano: Dieci porcellini puliti. Dieci porcellini sudici Autore: Carol Roth Illustratore: Pamela Paparone Editore: Nord-Sud La particolarità di questo libro, come avrete capito, è quella di poter essere letto al dritto o al rovescio: da un lato parliamo di dieci porcellini puliti, dall'altro di dieci porcellini sudici... Ma non saranno forse gli stessi porcellini? La pupa ci ha messo un po', per capire il meccanismo, ma devo dire che l'idea di poterlo leggere "all'infinito", poi, l'ha entusiasmata! (A me un po' meno...) La fabula è molto elementare: i porcelli, sudici, si puliscono in una vasca da bagno. Alla fine, sono diventati puliti! Dall'altro lato, i dieci porcelli puliti hanno appena finito di lavarsi e sono impegnatissimi ad asciugarsi, spazzolarsi, improfumarsi, vestirsi e truccarsi... Alla fine eccoli pronti per uscire di casa: dove credete che vadano a divertirsi? In una pozzanghera di fango, dite? ecco che non sono già più puliti. Ora il libro chiudi e volta: vedrai la storia capovolta! Niente effetti speciali, eh! ma l'idea è molto simpatica e forse sotto la storiella divertente dei porcelli e del loro insensato perdere più di metà del libro a tirarsi a lucido per poi spatasciarsi nel fango, si riesce anche a trovare un qualche significato educativo pedagogico circa la necessità di fare il bagno, da propinare a quei bimbi patologicamente recalcitranti all'acqua e al sapone... I disegni sono molto ben fatti, simpatici i maiali, ben rappresentate le situazioni, un po' antiquata la veste grafica, ma nel complesso un librino piacevolmente ben riuscito. Voto: 7,5 Questo post partecipa a I venerdì del libro. Se vi può interessare vedete anche: Libri di pupa. Recensioni sul blog. La libreria della pupa su Anobii.
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leggendo matilde di roald dahl ho pensato all'infinita tristezza che mi mettono le considerazioni circa i libri per bambini. il relegarli necessariamente nel ghetto "letteratura per l'infanzia", che negli ultimi anni si sta riempiendo sempre più di spazzatura cartacea dei più che meritevoli di dubbio miti delle nuove generazioni, che non voglio neanche sprecarmi a nominare, è un atto spesso sbagliato, non solo per una questione di classificazione e catalogazione, ma una vera e propria offesa a opere letterarie di indiscusso valore. tralasciando il malloppo di recriminazioni che mi vengono in mente ripensando a questo tipo di discorsi, voglio parlare di matilde, un libro per bambini che ho avuto il piacere di leggere soltanto a ventisette anni e che ho apprezzato forse più di quanto avrei fatto a dieci. *attenzione agli spoiler* matilde potrebbe essere una bambina speciale, un piccolo genio che suscita scalpore e curiosità in mezzo globo terraqueo e che invece rimane silenziosamente chiusa nella mediocrità della sua casetta, circondata da una famiglia di veri e propri campioni di ignoranza e cattivo gusto. matilde impara a leggere da sola a tre anni, scopre l'esistenza di una biblioteca nella quale si reca ogni pomeriggio, durante le lunghe ore in cui madre e padre la abbandonano a se stessa, e già a quattro anni ha divorato tutti i libri della sezione ragazzi. a cinque anni ha letto un sacco di classici e ha imparato da sola a far di conto molto più velocemente di qualsiasi commerciante adulto. i primi anni della sua vita li trascorre battagliando silenziosamente con i suoi genitori. il padre è un commerciante di auto usate, un uomo meschino - abituato a vestire in modo a dir poco pessimo - che non si fa scrupolo di ingannare i clienti vendendo auto i cui difetti sono camuffati e non riparati, mentre la madre è una cicciona platinata dedita al bingo e alle telenovelas, che non si spreca né a curarsi dei figli né della famiglia. il fratello di matilde è totalmente avulso dalla vita familiare, passando il tempo tra scuola e uscite con gli amici. la genialità di matilde non solo non viene tenuta in considerazione, ma anzi la bambina viene disprezzata per la sua abitudine di leggere libri su libri, e riempita spesso e volentieri di insulti e rimproveri. gli unici mezzi a disposizione di matilde per vendicarsi delle angherie dei genitori sono gli scherzi che riesce a organizzare, sopratutto ai danni del padre, senza farsi mai scoprire. arrivata all'età di cinque anni, matilde viene iscritta a scuola, senza che ovviamente la cosa interessi, e ancor meno entusiasmi, i suoi genitori. qui matilde conosce l'adorabile maestra, la signorina dolcemiele, la prima e unica persona che prenderà a cuore la particolare situazione della bambina, e la terrificante signorica spezzindue, la grottesca e inverosimile preside della scuola, un donnone brutale, crudele e violento, che odia i bambini e approfitta di ogni occasione per punirli nel peggiore dei modi. durante una delle visite della preside nell'aula di matilde, succede qualcosa di incredibile, un vero e proprio miracolo: arrabbiata per essere stata accusata ingiustamente per qualcosa che non ha fatto, matilde riesce con la sola forza della mente a far rovesciare un bicchiere pieno d'acqua addosso alla direttrice stessa. solo dopo, quando riesce a rimanere sola con la maestra, confida di essere stata lei a far rovesciare il bicchiere, semplicemente desiderandolo. adesso la signorina dolcemiele, alla quale è stata rifiutata la proposta di trasferire matilde direttamente in quinta elementare, si prende veramente a cuore la bambina, e la invita ad andare a casa sua. così scopriamo la minuscola e poverissima casetta dove vive la maestra di matilde, una piccolissima abitazione spoglia e senza servizi, senza nemmeno l'acqua corrente. dolcemiele racconta a matilde la triste storia della sua vita: ha vissuto per tutta la vita sotto la tutela di una zia crudele, una donna che le ha tolto tutto, dalla libertà allo stipendio, e in ultimo persino l'eredità del defunto - e ricco - padre. la zia è, manco a dirlo, proprio la signorina spezzindue, che dopo la morte del fratello, ha nascosto il vero testamento e ha redatto un falso documento in cui si nominava unica beneficiaria di ogni bene. turbata dalla storia della maestra, e desiderosa di poterla aiutare, matilde silenziosamente si allena per sviluppare i suoi poteri, cosicché quando la signorina spezzindue torna in classe per il suo solito sfogo, il gessetto si solleva da solo e scrive sulla lavagna un messaggio che solo il padre della signorina dolcemiele poteva scrivere, terrorizzando a morte la direttrice e costringendola a restituire tutto il patrimonio e la casa alla leggittima erede, per poi sparire senza lasciare tracce né messaggi. con il nuovo preside, la signorina dolcemiele riesce finalmente a far passare matilde in quinta, e ovviamente finiscono le terribili punizioni ai danni degli allievi. ora che tutto sembra essersi sistemato per il meglio, e matilde ha perso i poteri, sembra stia arrivando un nuovo, insommortabile problema: i suoi genitori hanno improvvisamente deciso di trasferirsi in spagna, senza neanche tenere in considerazione le opinioni di matilde, per permettere al padre, accusato di lavorare con una banda di ladri di macchine, di non finire in galera. quando poi la signorina dolcemiele chiede ai genitori di matilde di affidarle la figlia, questi accettano senza pensarci due volte e senza neanche fermarsi a salutare per l'ultima volta la bambina. per quanto la storia di matilde abbia delle scenette divertenti e in qualche modo un lieto fine, con la bambina che rimane affidata alle cure della maestra, l'unica che l'abbia effettivamente capita e che le abbia in qualche modo voluto bene, a fine lettura rimane un'inconsolabile tristezza: una bambina dalla straordinaria intelligenza viene completamente ignorata dalla sua stessa famiglia, dalle persone che avrebbero dovuto più di ogni altre prendersene cura, amarla, capirla e cercare di far sviluppare al meglio le sue enormi capacità. invece matilde subisce per anni angherie, cattiverie e rimproveri immeritati. presi da loro stessi e dal loro stupido e vuoto modo di vedere la vita, matilde viene disprezzata per l'essere diversa, per l'essere migliore. persino davanti all'evidenza, davanti alle possibilità che il genio di matilde potrebbe offrire a tutta la famiglia, i suoi genitori continuano ostinatamente a disprezzarla, persi nella loro stupida ottusità senza rimedio. matilde è l'emblema di quella minoranza che si preoccupava di essere onesta, seria, di dare il meglio di sé, quella minoranza che al vuoto di una tv urlante in salotto preferisce essere curiosa, aperta al sapere o alla semplice bellezza dei mondi che si nascondono dietro le pagine di un libro, pronti a essere scoperti e vissuti, volta per volta. matilde è in definitiva un bellissimo libro per bambini ma anche un bellissimo libro punto e basta. è un vero e proprio inno all'amore per la cultura e per le belle storie. consigliato a quelli che a me piace leggere.
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