Fuori dalla porta, un cavalletto in legno, con un promemoria dell'attività della giornata. Succede alla Scuola dell'infanzia di Genestrerio....
L'insegnamento più grande che ho ricevuto durate la mia formazione, posso dirlo senza esitazione, è quello di aver imparato a fare ricerca. ...
Fuori dalla porta, un cavalletto in legno, con un promemoria dell'attività della giornata. Succede alla Scuola dell'infanzia di Genestrerio....
Fuori dalla porta, un cavalletto in legno, con un promemoria dell'attività della giornata. Succede alla Scuola dell'infanzia di Genestrerio....
Fuori dalla porta, un cavalletto in legno, con un promemoria dell'attività della giornata. Succede alla Scuola dell'infanzia di Genestrerio. Paola e Giovanna accolgono così i loro bambini. In questo post vi propongo alcuni laboratori sperimentati lo scorso anno sul tema della linea. Qui e qui potete leggere l'incipit dei laboratori iniziati con una sperimentazione dei segni con vari strumenti che inseguito viene elaborata grazie ad una catalogazione e una corretta nomenclatura dei termini. Dopo segni e strumenti grafici la mia proposta è stata quella di continuare la sperimentazione della linea attraverso la carta. E qui entra in gioco un fattore molto importante: l'uso corretto dello strumento. Come si impugna correttamente una forbice? Come si tiene il foglio con l'altra mano mentre si taglia? Tagliare linee dritte non è per niente facile e bisogna allenarsi molto cercando di tagliare linee rette precise di diversi spessori. Da quella finissima a quella più grossa. Ma quando una linea smette di essere linea e diventa un rettangolo? Attraverso la manipolazione della carta-linea, come per l'esperienza grafica, anche qui nascono linee a zig-zag, linee ondulate, attorcigliate, annodate, arrotondate... Una composizione di linee in terza dimensione. Linee fuori e dentro, davanti e dietro, sotto e sopra. E infine linee materiche. Alcuni consigli di libri che parlano di linee. William Wondriska, Non perdere il filo, Corraini edizioni 2010 Serge Bloch La grande storia di un piccolo tratto, Edizioni Clichy 2017 Jimi Lee, In linea, Minedition 2013 Sieb Posthuma, Il filo di Alexander Calder, WS Kids 2016 Véronique Cauchy, Laurent Simon, La linea e il punto, WS Kids 2014 E in ultimo come non ricordare "La Linea" di Osvaldo Cavandoli.
maternità, bambini, interior design, architettura, artigianato, illustrazioni, letteratura
Chi di voi non ha mai ricalcato una monetina? O una foglia? Oggi vorrei parlarvi di una tecnica di ricalco che spesso viene utilizzata in maniera troppo stereotipata giocando appunto a ricalcare monete o foglie. Questa tecnica ha invece un grande potenziale e consente molta libertà di sperimentazione. Sto parlando della tecnica del frottage che in epoca moderna fu riscoperta dall'artista surrealista Max Ernst chiamandola in un primo momento grattage e poi successivamente con il nome che tutti conosciamo. Il frottage è una tecnica basata sullo sfregamento. Già nell'antica Cina e nella Grecia classica utilizzavano questa tecnica per ricavare delle copie di bassorilievi su carta di riso o pergamena. Max Ernst la riscoprì ricalcando il pavimento in legno del suo studio. Appoggiò un foglio sul pavimento e con una matita sfregò ottenendo così una copia del legno in rilievo. Capì che un gesto così semplice e immediato aveva un grande potenziale. Sperimentò questa tecnica per creare negli anni '20 una serie di lavori sul tema della natura pubblicati nel suo Historie Naturelle. Max Ernst – Histoire naturelle – anni '20 Max Ernst – L'intera città – 1934 Il frottage consente molti modi per sperimentare la tecnica e per fare ricerca. Uno di questi potrebbe essere quello di catturare la pelle delle cose. Innanzitutto occorre osservare bene ciò che ci circonda per poi scoprire che quasi ogni cosa ha una texture in rilievo. Pensiamo al nostro ambiente quotidiano. Alla casa, alla scuola, all'ufficio... Le pareti, i pavimenti, le piastrelle del bagno, i termosifoni, i mobili, solo per citare alcuni. Ogni cosa ha una superficie che si può ben adattare, grazie alla tecnica del frottage, ad essere ricalcata. Cosa serve? Pastelli a cera e fogli. Come si fa? Si appoggia il foglio sulla superficie scelta e con il pastello tenuto orizzontalmente si sfrega. Queste le superfici che in pochi minuti ho trovato a casa mia. tiragraffi del gatto, piastrelle del bagno, vaso termosifone, televisione, zerbino pavimento parquet, muro, pavimento in ardesia La caccia alla texture in giardino è poi un gioco che diverte i bambini stimolando l'osservazione negli oggetti che usano ogni giorno favorendone così un uso differente. Scuola dell'infanzia – Bissone Un'altra possibilità, quando non c'è modo di uscire o di organizzare momenti di gioco liberi in casa o in'aula, ma si vuole invece proporre un'attività più strutturata al tavolo o a terra, è quella di crearsi una propria raccolta di tavolette per il frottage. Il mio cassetto con le tavolette Nei negozi di didattica o bricolage si trovano spesso delle tavolette già preconfezionate, che però sconsiglio perché "troppo costruite" sulle quali vengono proposte immagini e disegnini. Trovo invece interessante ricercare delle superfici di materiali facilmente utilizzabili per questa tecnica. I negozi fai da te regalano molte emozioni, ve lo garantisco. Per esempio reti da giardiniere di diverse forme e dimensioni, reti per intonacare, tovagliette di plastica o legno per la tavola, cartoni ondulati, pavimenti in pvc, zerbini... Le tavolette consentono molti modi d'uso. Si possono usare singolarmente, come vedete negli esempi che ho proposto sopra oppure si possono combinare in differenti modi. Sovrapposizione Sovrapposizione e rotazione Accostamenti di texture e colore Questa tecnica, semplice e immediata, offre veramente molte possibilità di sperimentazione che garantisce successo sia con i piccini che con i grandi. Nelle due immagini che seguono potete invece vedere degli esempi di "effetto zip". È un effetto molto curioso che si ottiene togliendo di scatto il foglio dalla tavoletta. Crea dinamicità e rappresenta molto bene la grandezza di velocità. Effetto zip Questo effetto, come pure la tecnica del frottage, vengono spiegati nella collana di Bruno Munari Giocare con l'arte nel quinto volume "Le texture" curato da Tonino Milite. Una brevissima presentazione della collana la trovate qui. La collana è facilmente reperibile in biblioteca. Ricapitolando. Pastelli, tavolette e fogli. Oppure. Pastelli, ambienti che ci circondano, fogli. Il divertimento è garantito. Da soli o in gruppo, a casa o scuola, fuori o dentro, con tavolette o senza, il frottage è una tecnica facile da sperimentare che guarda sicuramente oltre monete e foglie. Immagine tratta da: Giocare con l'arte, LE TEXTURE, a cura di Tonino Milite, pag. 24 Zanichelli1983 Paesaggio collinare – Tecnica frottage e collage – Scuola dell'infanzia, Stabio
L'insegnamento più grande che ho ricevuto durate la mia formazione, posso dirlo senza esitazione, è quello di aver imparato a fare ricerca. ...
Tante sabbie diverse: per colore, malleabilità, consistenza, granulosità, umidità, odore, fino ad arrivare ai sassi. Un percorso sensoriale che ha divertito i bambini e una sorpresa che, se volete (ri)vedere, ho già pubblicato qui. Sabbia decorativa fine, sabbia di mare, sabbia cinetica. Sabbia nera ferrosa, sabbia decorativa bianca a grana grossa, terra. Sabbie di fiume di tre granulosità diverse. Ghiaietto, ghiaia, sassi. Scuola dell'infanzia – Stabio
Fuori dalla porta, un cavalletto in legno, con un promemoria dell'attività della giornata. Succede alla Scuola dell'infanzia di Genestrerio....
L'insegnamento più grande che ho ricevuto durate la mia formazione, posso dirlo senza esitazione, è quello di aver imparato a fare ricerca. ...
" Il ramo che segue è sempre più sottile del ramo che lo precede " è una regola che Bruno Munari insegna nel suo libro " Disegnare un alb...
Ce ne sono di lunghe, di rotonde, ovoidali o romboidali. O ancora cuoriforme o asimmetriche. Sono divise in due categorie: semplici o compos...
Alzi la mano chi non conosce il prelibri di Munari….io me ne sono innamorata diversi anni fa. Inizialmente mi sono chiesta cosa racchiudessero quelle pagine, semplici con linee, buchi, colori…
Sperimentare è sicuramente una delle cose più importanti del Metodo Bruno Munari®. Si sperimenta per fare nuove scoperte. Scoperte di una te...
Progetto didattico sezione 3 anni, ispirato alle fiabe di Munari
La ricerca dei materiali è importante in un Laboratorio Metodo Bruno Munari®. Materiali di riciclo, materiali di uso quotidiano, materiali ...
Pochi giorni fa si è concluso il Festival dei comportamenti a Lodi. Nell'ambito della manifestazione il comune ha voluto offrire ai ragazzi delle scuole elementari della città, tre giornate dedicate ai laboratori Metodo Bruno Munari®. Grazie all'ospitalità di Barbara Scotti i laboratori si sono potuti svolgere nella cornice della sua bella libreria Sempreliberi nel cuore di Lodi. Il libro è stato l'indiscusso protagonista, ma non il libro inteso nella sua versione più classica, bensì il libro analizzato come oggetto. Il libro guardato dal punto di vista tecnico osservandone tutte le sue componenti quali la copertina, le pagine e la rilegatura. Il libro come mezzo di comunicazione e di espressione. Il libro come mezzo di apprendimento, di piacere e bellezza estetica. Tutto questo è stato possibile osservarlo grazie ai "Prelibri" di Bruno Munari. 12 piccoli libri per bambini dai 3 anni che ancora non sanno leggere, che racchiudono tra le pagine tutta la bellezza, la sapienza, il potere comunicativo e il valore che il libro racchiude dentro di sè. Cosa ci insegna Bruno Munari? Innanzitutto che il libro può comunicare anche grazie all'utilizzo di molteplici materiali e attraverso tutti i sensi: la vista, il tatto, l'udito, l'olfatto (l'odore del legno, della carta, della plastica), il senso termico... Ci mostra che è possibile rilegare il libro in modi differenti. Con uno spago, con della corda, con spirali metalliche e di plastica, grazie ad una cucitura... Ci insegna anche che nei libri possono esserci delle sorprese e che l'apprendimento avviene attraverso la scoperta e la manipolazione. "A: Ma a che cosa serve un libro ? B: A comunicare il sapere, o il piacere, comunque ad aumentare la conoscenza del mondo. A: Quindi, se ho ben capito, serve a vivere meglio. B: Spesso si." Citazione dai Prelibri, Danese, 1980 Libro bianco – La manipolazione della carta Libro illeggibile Libro per tutti i sensi Libro verde – Quanti tipi di verdi esistono? Leporello Il libro è stato anche osservato come mezzo per superare gli stereotipi. Penso in modo particolare a Cappuccetto rosso, una delle fiabe europee più popolari al mondo. Molti illustratori e artisti contemporanei hanno rivisitato la fiaba originale riproponendola in diversi modi. C’è chi ne ha fatto un racconto spiritoso dove Cappuccetto con astuzia e grazie ad una caramella riesce a sconfiggere il lupo (“Un petit chaperon rouge"di Marjolaine Leray, Actes Sud). Chi invece racconta le peripezie di un lupo che non riesce ad infilarsi la vestaglia della nonna ("Le petit chaperon rouge" di Jean-Luc Bouquet, Autrement). L'artista svizzera Varja Lavater ha progettato il suo Cappuccetto rosso con dei simboli. Ne esiste anche una bellissima versione tattile edito da "Les Doigts Qui Rêvent". Avreste dovuto vedere lo stupore dei ragazzi quando alla fine del laboratorio ho mostrato loro il Cappuccetto rosso tattile... E infine, ma certamente non meno importanti ci sono i Cappuccetti di Bruno Munari: bianco, giallo e verde editi da Corraini. Cappuccetto bianco è alle prese con un ambiente tutto bianco completamente ricoperto dalla neve e una nonna partita per l'Africa nera. Cappuccetto giallo, ambientato in una città, riesce a fermare il lupo grazie all'aiuto degli amici uccellini e Cappuccetto verde aiutata invece dalla rana Verdocchia riesce a far scappare il lupo in preda ad attacchi di paura. Per ricapitolare... 3 giornate intense, 12 laboratori, 250 ragazzi, 1 libreria e ovviamente una super libraia, 1 bravissima collega della libraia che si è occupata delle foto, 1 operatrice Metodo Bruno Munari®, tanti materiali e strumenti, molta voglia di sperimentare mescolati all'entusiasmo che solo i bambini sanno avere, sono stati gli ingredienti per un'esperienza che ha dato la possibilità ai ragazzi di assaporare anche se solo per un breve istante, il valore e il significato che il Metodo Bruno Munari® sa trasmettere. Laboartori Metodo Bruno Munari® Festival dei comportamenti 2014 – Lodi Libreria Sempreliberi
Este es el resultado del homenaje a Bruno Munari y sus Libros Ilegibles desarrollado por mis alumnas. Libros Ilegibles: Son libros que no...
Sperimentare è sicuramente una delle cose più importanti del Metodo Bruno Munari®. Si sperimenta per fare nuove scoperte. Scoperte di una te...
Prima del diritto all' educazione, ogni bambino ha il diritto ad essere rispettato.
COSTRUIAMO UN ALBERO AUTUNNALE IN SEZIONE… con l’aiuto di MUNARI (Attenzione: puoi leggere tutti i miei articoli dedicati agli alberi cliccando QUI!!) In questo periodo autunnale i bimb…
Fuori dalla porta, un cavalletto in legno, con un promemoria dell'attività della giornata. Succede alla Scuola dell'infanzia di Genestrerio....
ecco che finalmente riesco a pubblicare il secondo post su munari. quello sui giochi e sui libri. mi ci è voluto un pò perchè facendo delle ricerche ne ho trovati anche molti che non conoscevo, e mi sono persa in questo mare magnum di cose interessantissime! ho deciso che vi parlerò di quelli più noti, suggerendovi dei link dove potrete trovarne anche di altri. e adesso veniamo ai giochi! i giochi, come i libri di munari, sono molto semplici, quasi "non finiti" perchè pensati per essere completati dal bambino, lasciandogli così la libertà di giocare e di creare contemporaneamente. tutti i giochi sottendono il concetto, di matrice montessoriana, di illustrare al bambino "come si fa a fare", dando strumenti e informazioni tecniche senza indirizzarli sull'esito. l'intento è quello di non fargli "eseguire" qualcosa, ma di fargli "creare" qualcosa. vedrete che si tratta di giochi a cui forse con i nostri figli non siamo più abituati, giochi che effettivamente suggeriscono senza dare un percorso prestabilito e nei quali la fantasia è la padrona. credo che i bambini di oggi possano anche trovarsi un pò spiazzati davanti a tanta semplicità e poche regole di esecuzione, ma credo che sia importante imparare a giocare tuffandosi completamente nella propria immaginazione e vedere dove ci porta! metti le foglie è un gioco in scatola che propone una serie di elementi per la conoscenza della natura, suddivisa nelle versioni Alberi e Rampicanti. è composto da carte con disegni di alberi spogli e timbri con la forma della foglia propria di ciascun albero. purtroppo non è più in produzione, ma sarebbe molto facile realizzarlo da sè. accanto ad ogni albero è disegnata la rispettiva foglia, ma anche i fiore ed il frutto, che il bambino potrà disegnare da sè. è possibile anche rendere "abitato" l'albero grazie a due timbri: una farfalla e una cavalletta! l'età consigliata è 5-9 anni. più e meno anche questo è un gioco in scatola ed è ancora possibile acquistarlo. io ce l'ho ed è bellissimo, tanto che sto pensando da creare delle immagini e farne dei quadretti, magari con loro, quando non lo useranno più! è un gioco di composizione visiva; nella scatola ci sono un bel pò di carte di plastica trasparente (formato quadrato, molto carino) con sopra un piccolo disegno, che può essere la pioggia, un albero, un singolo ramo, un cane. e poi alcune a sfondo colorato. il gioco è comporre e "far svolgere" una storia attraverso la sovrapposizione e la sottrazione di queste carte. io ci ho giocato con matteo un pò di mesi fa ma mi è parso ancora troppo piccolo (anche se l'età consigliata è 3-8 anni), per cui ci riprovo tra un pò. (prodotto da corraini) trasformazioni e strutture giochi in scatola, anche questi di composizione visiva. credo che non siano più in commercio, data la difficoltà che ho avuto per reperirne immagini e informazioni. tante tessere con disegni parziali o completi da affiancare e sovrapporre per "far accadere" qualcosa. le prime due immagini in alto sono "sulla terra e in cielo" e "sulla terra e sottoterra". poliscopio un oggetto di metacrilato trasparente e incolore che sposta, trasforma, rompe immagini e segni. per giocare tra effetti ottici e geometria. (prodotto da corraini) ABC con fantasia questo è per i bambini già più grandicelli, che cominciano a conoscere le lettere. la scatola contiene pezzi dritti e curvi, chiusi e aperti. e così, componendo ogni lettera, il bambino familiarizzerà con le varie forme. come si vede dalla foto, i pezzi possono facilmente essere usati per creare qualunque tipo di immagine. (prodotto da corraini) un sito interessante per trovare qualcos'altro è quello della collezione bruno munari, o anche questo articolo. riguardo ai libri, che in realtà sono ancora dei giochi, anche qui c'è un mondo molto affascinante! premetto che tutti i libri di munari sono editi da corraini, quindi quelli che non troverete in questo post li troverete lì. io vi parlerò di quelli che ho o che ho avuto per le mani e che ho trovato meravigliosi, nella loro infinita semplicità. sono anche i precursori di molti libri che troviamo adesso nelle librerie (e pensate che questi sono stati scritti a partire dagli anni Quaranta!) e la loro bellezza sta anche nel fatto che, anche se non li acquistiamo, propongono comunque un modo e delle idee per suggestionare e interessare i bambini. i pre-libri forse già li conoscete, perchè sono un cult! "Sono una serie di 12 piccoli libri (10 x 10 cm) dedicati ai bambini che non hanno ancora imparato a leggere e scrivere, disegnati per adattarsi alle loro mani e assemblati usando diversi tipi di materiali, colori e rilegature. Offrono una varietà di stimoli, sensazioni e emozioni, che nascono dall'accostamento di percezioni e immagini: "dovrebbero dare la sensazione che i libri siano effettivamente fatti in questo modo, e che contengano sorprese. La cultura deriva in effetti dalle sorprese, ossia cose prima sconosciute" (Bruno Munari). (cit. dal sito corraini) dal sito officina-creativa.net carino questo stralcio di intervista a munari quando i prelibri uscirono, nel 1980: A – Che cos’è un libro? B – Un oggetto fatto da tanti fogli, tenuti assieme da una rilegatura. A – Ma cosa c’è dentro? B – Di solito ci sono delle parole che, se fossero messe tutte in fila su una riga sola, questa riga sarebbe lunga chilometri e per leggerla bisognerebbe camminare molto. A – Ma che cosa si legge in quelle parole? B – Si leggono tante storie diverse, storie di gente di oggi o dei tempi antichi, esperienze scientifiche, leggende, pensieri filosofici o politici molto difficili, poesia, bilanci economici, informazioni tecniche, storie di fantascienza… A – Anche favole? B – Certamente anche favole, storie antiche, nonsense, limerick. A – Con tante figure? B – Certe volte con moltissime illustrazioni e poche parole. A – Ma a cosa serve un libro? B – A comunicare il sapere, o il piacere, comunque ad aumentare la conoscenza del mondo. A – Quindi se ho ben capito serve a vivere meglio. B – Spesso sì. A – Ma la gente li usa questi libri? B – Alcuni ne leggono molti, altri li usano per decorazione, c’è gente che ha in casa un solo libro: l’elenco dei telefoni. A – Allora sarebbe utile che anche i bambini di tre anni cominciassero a familiarizzarsi con il libro come oggetto, a conoscerlo come strumento di cultura o gioco poetico, ad assimilare quella conoscenza che facilita l’esistenza. B – La conoscenza è sempre una sorpresa, se uno vede quello che sa già, non c’è sorpresa. Bisognerebbe fare dei piccoli libri tutti diversi tra loro ma tutti libri, ognuno con dentro una sorpresa diversa, adatta a bambini che non sanno ancora leggere. A – Posso averne uno anch’io? B – Ne avrai una intera biblioteca, piccoli libri di tanti materiali diversi, di tante materie diverse: un libro di ottica, un libro di avventure tattili, un libro di geometria dinamica, uno di ginnastica, uno storico culturale, uno di filosofia, un romanzo d’amore, un libro pieno di tutti i colori, un libro trasparente, un libro morbido, un libro di fantascienza… A – Ma come si chiamano questi libri? B – I PRELIBRI. A – Li voglio subito. disegnare un albero "albero: esplosione lentissima di un seme" (bruno munari) questo libro è meraviglioso, delicato e semplice. racconta, con moltissimi disegni e pochissime parole, come si disegna un albero e quindi, soprattutto, come cresce. da "disegnare un albero" di bruno munari nella notte buia "avvincente ricerca all’interno della notte, sotto l’erba del prato, nel fiume sotterraneo e nella grotta, passando con la propria fantasia e curiosità (quasi con il proprio corpo) attraverso i fori, i pertugi e i profondi buchi presenti nelle pagine di carta, nere o ruvide o trasparenti.... ognuno segue fino in fondo, con il fiato sospeso, la piccola luce che si intravede lontano". (cit. dal sito corraini) a proposito di questo libro, vi segnalo un bel post di "il mondo di cì". un post dedicato a questo libro, che l'autrice legge, o meglio sfoglia, con la sua bambina. i libri sulle figure geometriche: il cerchio, il triangolo e il quadrato sono tre libri distinti, ed in realtà non sono pensati per bambini - dato che i riferimenti sono anche piuttosto complessi - però l'approccio, l'idea è secondo me adattabile ai bambini, mostrandogli come nel mondo di tutti i giorni queste forme astratte diventano davvero qualcosa. quindi più che suggerirvi il libro, suggerisco l'idea di un gioco! emozioni "Parole che si susseguono in modo non convenzionale ed esplosioni di colori per cercare di "descrivere" sensazioni ed emozioni." (cit. dal sito corraini) questo in realtà non non me lo ricordavo, ma mi è sembrato molto carino... come sempre molto carina l'idea, per me, da adattare sui bambini. purtroppo non sono riuscita a trovare immagini delle pagine del libro, sarei stata molto curiosa di "sfogliarlo"....ma lo farò in libreria! viaggio nella fantasia da "viaggio nella fantasia" di bruno munari questo è un libro molto carino e divertente. già a partire dalla copertina bucherellata ti suggerisce qualcosa da scoprire! e in effetti quella copertina è tutto, svela "l'argomento" del libro: quei pallini! ogni pagina li riporta sempre uguali ma "trasformati" nella base di un disegno diverso, bastoncini, un rametto pieno di bacche, una collana, delle isole, schiuma.... tutti i disegni sono molto schematici e semplici e accanto c'è una breve descrizione del disegno venuto fuori. ci ho giocato con matteo, sfogliandolo insieme, e ci siamo divertiti a immaginare da noi cosa fossero... mai contenti questo è invece una favola. La storia è circolare e vede protagonisti animali sognatori; cosa sognano? Ciascuno di essi desidera essere diverso da quel che è: “l’elefante è stanco di esser un grosso animale pesante e sogna… di essere un uccellino per poter volare e cantare”. Dall’uccellino al pesce alla lucertola, ciascun animale rimanda a un altro, finché l’ultimo, la mucca, “sogna di essere un elefante per avere le corna in bocca”. E tutto ricomincia daccapo. (cit. dal sito "leggere che piacere") la favola delle favole "Un libro-gioco con pagine intercambiabili che permettono ai bambini di creare la loro favola personale". (cit. dal sito corraini) prima del disegno "Le invenzioni segniche della matita lasciata quasi libera sulla carta". (cit. dal sito corraini) questo libro l'ho sfogliato molto tempo fa, e mi ricordo che mi piacque molto. mi ricordo che mi piacque molto la libertà di "scarabocchiare" e di dare un senso a quegli scarabocchi. alla faccia "come costruire attraverso diversi tipi di "segni" innumerevoli volti con caratteristiche diversissime". (cit. dal sito corraini) da "arte come mestiere" di bruno munari queste immagini sono tratte da "arte come mestiere", ma il tema è lo stesso! anche questo può essere un gioco divertente. forse per i bambini più piccoli inventarsi una faccia potrebbe essere difficile, non avendo ancora padronanza delle varie forme e segni, però se preparassimo una serie di ritagli, creare delle facce originali sarebbe divertente! e qui concludo questo lungo e laborioso post, che ha avuto il merito di farmi incontrare cose ancora sconosciute e ri-incontrare quelle che avevo dimenticato. spero che anche per voi sia stato bello e suggestivo, che vi abbia dato spunti o fatto ricordare qualcosa che facevate da piccole e che vi piaceva particolarmente. ...con i bambini è sempre utile tornare bambini! anzi, un'ultima cosa! ce la fate o vi si è annebbiata la vista??! vi segnalo anche il catalogo di corraini, un pdf pieno di cose interessanti, e il link ad un libro (giocare con tatto) di beba restelli, allieva e poi collaboratrice di munari, in formato pdf: io lo cercherò anche cartaceo in libreria! comunque l'ho letto e mi è piaciuto molto.
Cosa c'è dietro le quinte di un laboratorio Metodo Bruno Munari®? Da dove parte il lavoro dell'operatore e come? Quali sono le sue scelt...
Sapete che il Dente di leone, chiamato così nella lingua popolare, viene denominato in molti altri modi? Dal suo nome originale "Taraxacum Officinale" a Soffione, Piscialetto, Bofarella, Cicoria, Ingrassaporci, Cicoria burda, solo per citarni alcuni. Come il Tarassaco comune anche molti altri fiori vengono chiamati in molti modi differenti. Pensiamo alla comune "Margherita" e a quante specie sono racchiuse invece in un unico nome. C'è la Margherita comune, la Margherita dei campi, la Margheritina e la Margherita diploide. Molte Camomille si confondono poi con la Margherita anch'essa però contraddistinta da più specie. A causa della variabilità dei nomi, in passato ci si confondeva e spesso si scambiava una specie per un'altra. Solo dopo l'introduzione di una nomenclatura scientifica e univoca è stato possibile riferirsi alle specie di piante, erbe e fiori senza errori. Questa forma di nomenclatura la si deve al naturalista svedese Carl Nilsson Linnaeus (1707 – 1778), detto Linneo. Papavero, Dente di leone, Acetosa, Tarassaco, Costola giuncolina, Piantaggine, Barba di becco pratense... Erbe quali la Sanguinella comune, Cannuccia di palude, Avena selvatica, Gramigna bionda, Sonagli comuni sono solo una piccolissima parte di fiori che possiamo trovare in un metro quadrato di prato. Il laboratorio così allestito, invita subito ad osservare. L'osservazione della forma del fiore è uno dei tratti più distintivi e importanti per poter riconoscere la pianta. Troviamo fiori con quattro, cinque, o più petali. Fiori con una simmetria bilaterale. Fiori a quattro, cinque, sei (e oltre) petali. L'ultimo esempio, fiore a simmetria bilaterale. Immagini tratte da: "Che fiore è questo?" – Scienze naturali/Manuali L'osservazione del colore del fiore è un altro elemento fondamentale. Troviamo piante dai colori inconfondibili, bianchi, gialli, rossi, verdi e piante invece dai fiori variabili, come possono essere le sfumature tra il rosso e il blu nelle quali durante la stagione c'è una mutazione che tende al violaceo. Primula comune, Farinello buon Enrico, Trifoglio alpestre, Cicoria comune, Genziana minore. Immagini tratte da: "Che fiore è questo?" – Scienze naturali/Manuali Si può inoltre osservare anche attraverso una lente di ingrandimento per cogliere i dettagli più minuscoli. Il laboratorio invita altresì a sentire attraverso il senso del tatto e dell'olfatto. Un laboratorio che oltre all'osservazione e conoscenza di piante, erbe e fiori, volge lo sguardo alla tecnica del disegno. Il prato non è più solamente una striscia di un unico verde disegnato in basso al foglio, ma è formato invece da tanti fili. Naturalmente fili tutti diversi tra loro. E oltre alla tecnica si gioca anche con una regola. Con tanti pennelli, tutti diversi per forma e dimensione, si disegna il prato seguendo questa regola: il segno viene tracciato sempre dal basso verso l'alto. In questo modo si conferisce ai fili d'erba dinamicità, sfumature e contrasti di chiari e scuri. Un laboratorio che mescola conoscenze scientifiche, tecniche e artistiche. Favorisce il lavoro di gruppo e la condivisione e insegna che il fiore è già nel pennello perché proprio come ci ricorda Bruno Munari: "È il segno che fa il disegno". Il prato – da un progetto di Silvana Sperati
Entrando in una Scuola di Reggio o in un istituto che segue Reggio Children non potrete fare a meno di notare questo bizzarro elemento: le cose appese al soffitto. Disegni, foglie, lavoretti, rami: di tutto di più. E non è uno sfizio delle maestre: dietro ci sta una ragione ben precisa, e ora ve la sveliamo. La hanging art delle scuole di Reggio Emilia: la ragione per la quale nel Reggio Approach è previsto che i bambini appendano tutto al soffitto Le ragioni essenzialmente sono due, e anche se sembrano semplici in realtà sono fondamentali per il Reggio Approach, e combinate portano a questa esplosione di lavoretti sui soffitti delle classi. Innanzitutto, nel Reggio Approach, come nel metodo montessoriano, l’ambiente in cui i bambini imparano è al centro dell’attenzione. Deve essere bello, a misura di bambino, in tinte naturali, ed è pensato per favorire l’interazione, l’autonomia, la curiosità e la comunicazione. E, soprattutto, questo spazio scolastico prende forma e di modifica in base ai programmi educativi e a ciò che i bambini fanno durante l’anno. Sì, un po’ come in tutte le scuole (dove compaiono cartelloni durante l’anno), ma in maniera più concreta e meno “cartellonistica”. In secondo luogo, per le Scuole di Reggio l’arte è fondamentale, così come tutti i linguaggi non verbali. Non solo nell’Atelier (il laboratorio creativo sempre presente), ma anche in classe la creatività è sperimentata costantemente, e le mani dei bambini sono sempre impegnate in questo senso. Unendo queste due peculiarità, capirete che arte+ambiente porta alla necessità di spazi dedicati proprio a questa creatività da esporre. Ed ecco perché nelle classi gli angoli dedicati all’esposizione dell’arte e le opere d’arte e i lavoretti appesi (o al soffitto, o a rami, o ad alberi…) sono moltissimi. Il bello è che puntando sempre ad una estetica pensata e studiata, questi angoli di arte appesa sono effettivamente meravigliosi, e si capisce come possano andare a favore dei bambini: gli studenti possono infatti avere sott’occhio tutti i giorni i loro lavori, le loro opere, che da singole vanno a formare con quelle dei compagni dei bellissimi complessi. Così, i metodi per appendere l’arte sono davvero ingegnosi, e rendono le classi davvero piacevoli e vissute. Guardate ad esempio questi ambienti. Qui per appendere fotografie e ritratti dei bambini sono stati utilizzati gli appendiabiti salvaspazio dell’Ikea… (foto 1 http://journeyintoearlychildhood.weebly.com/journey-blog/intentionally-designed-environments) Qui invece una ruota di bicicletta con i suoi raggi si è trasformata in un appoggio alternativo… (foto 2 http://fairydustteaching.com/2013/01/reggio-emilia-hanging-art/) Qui, anche solo per rendere più piacevole e naturale l’ambiente, si è portato addirittura un ramo nella classe… (foto 3 https://it.pinterest.com/pin/121175046197929084/) Mentre qui il ramo è stato sfruttato fino in fondo, e quindi utilizzato per appendere le fotografie dei bambini. (foto 4 http://fairydustteaching.com/2013/01/reggio-emilia-hanging-art/) Sara Polotti
10 meravigliosi spazi sensoriali in stile Reggio Children da cui prendere ispirazione I cinque sensi sono alla base delle più innovative e valide...
Per fare un libro ci vuole " un insieme di fogli di carta (o altro materiale) della stessa dimensione, cuciti e forniti di copertina, che co...